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L’allenamento della vigilia al Filadelfia ha escluso Lyanco dalle opzioni a disposizione di mister Nicola per disegnare l’undici anti-Juventus. Alle prese con una fastidiosa lombalgia per tutta la settimana, infatti, il brasiliano ieri non ha lavorato con il resto del gruppo, spalancando le porte all’impiego di Buongiorno (favorito nel ballottaggio con Rodriguez) sul centro-sinistra di una retroguardia completata da Bremer ed Izzo.

Non sono dunque attese sorprese né in difesa (il leggero fastidio alla schiena non impedirà a Sirigu di difendere i pali, panchina per Milinkovic-Savic che ha smaltito il trauma contusivo al polso) né in attacco, con ancora Sanabria candidato al ruolo di spalla di Belotti dal 1’.

Per quanto riguarda la linea a cinque in mediana, invece, saranno monitorate fino all’ultimo le condizioni di Ansaldi, ieri regolarmente al lavoro dopo il problema intestinale che lo aveva fermato a metà settimana: l’argentino potrebbe prendere possesso della corsia di destra con Murru a sinistra, come già accaduto nel match contro il Sassuolo, in caso contrario Lukic rappresenterebbe un’alternativa all’impiego di Vojvoda sulla fascia (Singo out). Il serbo, altrimenti, è il favorito per completare una cerniera di centrocampo che vedrà titolari Mandragora, fresco di ritorno in Nazionale, e Rincon, al contrario reduce da due settimane di lavoro al Filadelfia. Alle loro spalle scalpitano Gojak e Baselli, quest’ultimo però non ancora in perfette condizioni.

Due dubbi nella formazione bianconera per il derby di oggi: entrambi a centrocampo, ma con una ricaduta sulla difesa. Il primo riguarda infatti Adrien Rabiot, nei giorni scorsi protagonista con la Francia, ma anche impiegato da Deschamps per 210 minuti in una settimana, 90 dei quali mercoledì contro la Bosnia. Pirlo potrebbe concedergli un po’ di riposo in vista del recupero di mercoledì con il Napoli, avanzando Danilo accanto a Bentancur. Mossa che eliminerebbe il ballottaggio brasiliano con Alex Sandro per il ruolo di terzino sinistro (ecco la ricaduta sulla difesa). Il resto della linea arretrata sarà composto da Cuadrado a destra e De Ligt e Chiellini al centro.

Unica alternativa possibile, se Pirlo volesse preservare Chiellini per il Napoli, l’impiego accanto all’olandese di Danilo (a quel punto con Rabiot titolare). Davanti a Cuadrado l’altro dubbio riguardante il centrocampo: Kulusevski o Ramsey? Favorito lo svedese (terzo incomodo lo stesso Cuadrado, con il jolly Danilo a quel punto terzino). Praticamente sicuri del posto Bentancur in mezzo e Chiesa sulla fascia sinistra, così come Morata e Cristiano Ronaldo in attacco. Con il ritorno tra i convocati di Dybala rinviato per motivi disciplinari, come armi per cambiare la partita in caso di necessità Pirlo si porterà in panchina probabilmente Ramsey, Rabiot e Bernardeschi. Più Felix Correia, ventenne ala portoghese veloce e talentuosa della Juventus Under 23, 7 gol e 4 assist in Serie C.

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Subito un avvertimento. Che è anche una carica per i suoi giocatori. «I bianconeri sono forti indipendentemente dalla classifica che occupano in questo momento: primi, secondi, terzi o quarti non significa nulla. I punti che si hanno, da sempre, esprimono dei valori ma in una partita può succedere di tutto». Davide Nicola presenta così il suo derby, una partita in cui come sempre succede da quando Cairo è presidente i granata partono svantaggiati. Il tecnico granata non si fida del momento poco felice dei giocatori di Pirlo che arrivano dall’eliminazione Champions e dall’incredibile sconfitta casalinga contro il Benevento. Lui guarda al presente, ad un match che per i granata è di fondamentale importanza nella lunga e tortuosa strada verso la salvezza. Perché il tempo passa e la situazione è sempre più drammatica considerando che Spezia e Benevento hanno allungato di nuovo e Cagliari e Parma non hanno nessuna intenzione di mollare. «Non vedo l’ora di scendere in campo, provo un senso di elettricità. Sono concentratissimo, il passato non conta. Vogliamo fare passi in avanti, metteremo in campo idee e organizzazione. Mi spiace manchi il pubblico ma in tempo di social i tifosi possono caricarci con dei messaggi. Pronostico? Non mi interessa, voglio il massimo dai miei giocatori. E’ una partita piacevole da giocare, rappresenta la città, l’onore. Noi l’abbiamo vissuta e preparata bene e in me c’è grande curiosità visto che è la prima volta che la gioco da protagonista, prima ho sempre tifato da spettatore e sapete da che parte sta il mio cuore. Ai miei ragazzi non ho ancora parlato, ci sarà tempo oggi, ma in tutti noi c’è tanta voglia di confrontarci. I giocatori sanno quello che devono fare, devono dare tutto, deve scattare la scintilla che c’è dentro tutti noi. Abbiamo giocato contro squadre importanti come Inter e Sassuolo dimostrando di poter fare partite di grande spessore».

Doveroso parlare dei Nazionali di rientro. «Sono tornati carichi, giusto che sia così. Ma non li ho potuti seguire in queste due settimane quindi li valuterò con la massima attenzione. Cercherò di capire chi è al top della condizione e chi, invece, ha qualche problema da superare». Non parla di formazione, preferisce non dare punti di riferimento a Pirlo. L’impressione è che si affidi, almeno inizialmente, a molti giocatori che ha avuto a disposizione al Filadelfia in questi quindici giorni. Non lo dice, ovviamente. Ma ci sta pensando. Il rammarico è quello di aver perso Singo visto che prima che il ragazzo si fermasse per un problema muscolare ha lavorato molto con lui. Un imprevisto, questo, che gli complica un po’ la situazione. Ma non si arrende.

Ha subito studiato altre alternative. Di sicuro non sarà un Toro attendista visto che da adesso in poi i pari servono a niente e alla fine potrebbero rivelarsi fatali. Meglio cercare subito la vittoria, giocarsi il tutto e per tutto. Anche contro la Juve. Niente paura, allora, ma tanta determinazione.

Non parla di singoli ma nell’occasione fa una piccola eccezione per un giocatore che nell’ultimo periodo ha sofferto molto. «Nkoulou voglio convocarlo anche se non potrà giocare. E’ stato a lungo penalizzato dal Covid e gli serve un percorso di riabilitazione fisica importante, oltre ad altri esami post-Covid. Lo considero decisivo, la mia idea è portarlo in panchina per fargli “riassaporare” il clima partita. Belotti? Per me i giocatori sono tutti fondamentali e devono avere la consapevolezza dentro di poter dare qualcosa di significativo alla squadra. In quest’ultimo periodo abbiamo dimostrato di avere dei valori sia dentro sia fuori dal campo. Adesso ci serve il giusto equilibrio per raggiungere i nostri obiettivi. Equilibrio a partire dal derby».

Davide Nicola ha le idee chiare, sa di avere il gruppo dalla sua parte che lo segue senza esitazioni. Si fida. E questo per un tecnico è fondamentale. Adesso però si aspetta una prestazione da Toro non solo sotto l’aspetto caratteriale. Soprattutto in quest’ultimo periodo i granata hanno evidenziato lacune sotto l’aspetto della concentrazione con errori ripetuti e grossolani che alla fine hanno compromesso il risultato e, di conseguenza, peggiorato la classifica. Non è più tempo di errori. Contro la Juve ci vuole un risultato importante sia sotto l’aspetto del punteggio sia sotto quello del gioco.

Maledette Nazionali. La Juventus paga il conto più salato tra i club di Serie A che hanno “prestato” i loro giocatori alle varie nazioni per le qualificazioni ai Mondiali 2022 in Qatar: dopo Merih Demiral anche Leonardo Bonucci è risultato positivo. Il centrale bianconero, rientrato nella notte tra mercoledì e giovedì da Vilnius dove l’Italia ha battuto la Lituania, è stato sottoposto ieri mattina a Torino a tampone molecolare che ha dato esito positivo al Covid 19. Bonucci è l’unico tra i calciatori dell’Italia a essersi contagiato dopo il focolaio scoppiato nel gruppo azzurro, che ha registrato quattro, poi diventati sei, casi di positività nello staff di Roberto Mancini.

Negativo, almeno per ora, Gigio Donnarumma, che ha viaggiato, come si vede nella foto a fianco, accanto a Bonucci sul volo di rientro in Italia. Negativi i tre dell’Inter, Bastoni, Barella e Sensi, i tre del Napoli, Insigne, Meret e Di Lorenzo, e i tre del Torino, Belotti e Mandragora (che lo hanno già passato) e Sirigu, che sarà però tenuto sotto controllo, come tutti il gruppo squadra granata, avversario domani della Juventus nel derby, con altri giri di tamponi. Negativi anche gli altri due bianconeri che facevano parte della comitiva azzurra, Federico Chiesa e Federico Bernardeschi: entrambi saranno monitorati di giorno in giorno e sottoposti a ulteriori test di controllo. I due azzurri, come tutti i bianconeri rientrati ieri dalle Nazionali (Kulusevski, Rabiot, Szczesny e Morata), hanno svolto un lavoro individuale alla Continassa, come da protocollo, evitando qualsiasi contatto tra loro e con il resto della squadra.

I medici della Juventus seguono con particolare preoccupazione la situazione di Szczesny perché anche nella Nazionale polacca c’è stato un focolaio di Covid: in un primo tempo erano stati segnalati quattro casi, poi scesi a due. Il portiere è negativo, ma si sa che la positività potrebbe emergere anche dopo qualche giorno di incubazione. La situazione portieri potrebbe diventare seria in casa bianconera visto che contro il Torino non sarà a disposizione Gigi Buffon in quanto squalificato e, in caso di Szczesny contagiato, toccherebbe a Carlo Pinsoglio difendere la porta.

Bonucci è andato immediatamento in isolamento domiciliare, come aveva fatto la moglie, Martina Maccari, risultata positiva a metà marzo, che si era messa in quarantena insieme con i tre figli. Proprio mentre Bonucci si stava sottoponeva al tampone, un altro centrale bianconero, Demiral, rientrava in Italia con un volo sanitario, come aveva fatto a ottobre Cristiano Ronaldo, che si era contagiato anche lui in Nazionale: il difensore turco è risultato positivo venerdì scorso nel ritiro della Turchia dove è scoppiato un focolaio che ha contagiato anche altri giocatori. Proseguirà il suo isolamento fiduciario presso il J Hotel.
Con questi ultimi due casi salgono a undici i giocatori della Juventus che hanno contratto il Covid. Il primo, in assoluto della Serie A, era stato Daniele Rugani, seguito a stretto giro di posta da Blaise Matuidi e Paulo Dybala, rimasto positivo per 42 giorni, nella primavera 2020. Poi in autunno Cristiano Ronaldo, contagiatosi con il Portogallo, e Weston McKennie, a gennaio era stata la volta di Alex Sandro, Juan Cuadrado e Matthijs de Ligt, infine a inizio marzo il Covid ha fermato Rodrigo Bentancur per due settimane.

Ora gliela fa la Juve, la festa. A chi? A Weston McKennie, Paulo Dybala, Arthur.
Beccati in flagrante. In un mercoledì da… leoni (diciamo così) i bianconeri in questione hanno trovato bene di organizzare una cena – a casa McKennie, villa nella collina torinese – alla quale hanno preso parte 10 persone in tutto. In barba alle norme anti-Covid, al distanziamento, agli assembramenti vietati, al coprifuoco tassativo, agli spostamenti banditi. E a far gentilmente notare che no, così non si fa, hanno poi pensato addirittura i carabinieri di zona che dopo una segnalazione e prima di mezzanotte (23.30 circa) hanno posto fine alla serata e rispedito tutti presso le rispettive domiciliazioni. Previa verbale di circostanza, con annessa multa da 400 euro pro capite.
Dall’intervento della “Madama” (anche così a Torino vengono definite le forze dell’ordine, che a fine Ottocento avevano sede presso Palazzo Madama, appunto) s’è dunque passati alla furia della Madama… calcistica, la Vecchia Signora. Apriti cielo: i vertici bianconeri erano (e sono, e per un po’ ancora lo saranno) fuori dalla divina grazia. Increduli. Decisi a infliggere la più terribile ed esemplare delle punizioni possibili a termini di regolamento. Giacché non riescono proprio a darsi ragione del perché i suddetti tre abbiano fatto la cosa sbagliata ma più ancora – in ottica sportivamente bianconera – del perché l’abbiano fatta in un momento che più sbagliato non si potrebbe.

Pare infatti che quest’ultima cena, prima del pubblico ludibrio, effettivamente solo cena sia stata. E non festino, né orgia, né baccanale. Pure le prime ricostruzioni circa eventuali resistenze a pubblico ufficiale (non apertura del cancello dopo la citofonata delle forze dell’ordine) sono state di molto ridimensionate strada facendo. I tre giocatori bianconeri hanno mangiato e giocato e carte/computer insieme con altri 3-4 amici e collaboratori con cui si accompagnano abitualmente. Pare ci fossero anche altri 3 calciatori juventini a cena, che sarebbero però andati via ben prima delle 23:30. Anche se circa queste ulteirori presenze non vi sono conferme e la stessa società smentisce.

Ma oltre al piano etico-legale, c’è una questione di professionalità e “opportunità” legata allo specifico momento – che ha mandato letteralmente in bestia la Juventus. In una stagione che più deludente non potrebbe essere (fatta di eliminazioni precoci in Champions League e prematuri addio ai sogni Scudetto)… In una settimana così delicata, resa ancor più tesa da certe questioni prepotentemente balzate all’ordine del giorno quali il futuro di Chiellini e Buffon, quello del Ronaldo furioso, financo d’un Pirlo chiamato a dare segnali di buona gestione del gruppo… Ecco: in un periodo così, ci mancava pure dover fare i conti con un ulteriore caso che tanto poco ci azzecca con il proverbiale “stile Juventus”.

Ecco perché, dunque, i dirigenti juventini non hanno intenzione di sentire ragioni e non si sono fatti più di tanto rabbonire dalle scuse, pur sentite e mortificate, dei diretti interessati. Espresse de visu o pubblicamente. «So che in un momento così difficile nel mondo per il Covid sarebbe stato meglio non sbagliare, ma ho sbagliato a rimanere a cena fuori. Non era una festa, ma ho sbagliato lo stesso e mi scuso», ha spiegato via social Dybala.
Ieri, ufficialmente, la Juventus non ha voluto comunicare decisioni. E’ tuttavia certo che comminerà una multa (fino al 30 per cento di una mensilità netta), ma sono in ballo procedure più gravose come la sospensione temporanea dagli allenamenti e la non convocazione per la prossima partita. Il derby contro il Toro. Sarà oggi Pirlo, in conferenza stampa, ad approfondire pubblicamente il discorso. Dopo essersi confrontato e consultato con i dirigenti ed insieme a loro aver soppesato la volontà di prendere provvedimenti esemplari epperò anche l’esigenza di non assumere decisioni che possono rivelarsi anche ulteriormente lesive – oltre che per l’immagine – per i risultati bianconeri. La Juventus è già in emergenza, rinunciare a delle convocazioni non è scelta da fare a cuor leggero.

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