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Laserie A post corona-virus riparte questa sera alle 19.30 dallo stadio Grande Torino, dove i granata sfidano il Parma in quella che è destinata a restare una partita storica. E’ il recupero della venticinquesima giornata, il Toro ha disputato il suo ultimo match il 29 febbraio a Napoli: cioè quasi quattro mesi di inattività agonistica. Una cosa fuori dal mondo (del calcio) e del resto la pandemia che ha terrorizzato il mondo intero va classificata tra gli eventi tragicamente eccezionali.

Girare la pagina

La squadra di Moreno Longo avverte l’imperativo urlato dalla sua tifoseria purtroppo assente stasera: bisogna lasciare al più presto la zona minata della classifica. Ergo già da stasera occorre scendere in campo con la carica di chi vuole fortissimamente voltare la pagina nera delle sei sconfitte consecutive. Il Parma di Roberto D’Aversa non ha di questi assilli, sta facendo un campionato eccellente e più che guardarsi alle spalle è autorizzato dai punti raccolti finora a osservare gli orizzonti di gloria che ha davanti.

Le magie di Roma

Quegli orizzonti che il Toro, spinto da Andrea Belotti, aveva inquadrato a inizio anno. Quando con la doppietta del capitano mise sotto la Roma per poi piegare un osso durissimo come il Bologna sempre grazie a una giocata del Gallo. Sì, sono trascorsi sei mesi dalla zona Europa in cui si era affacciato il Toro.

E gli ultimi lampi di Andrea sono ormai dispersi in quella magica notte romana del 5 gennaio: prima rete splendida, seconda su rigore da lui stesso provocato… E si è perso tra le delusioni generate dalle successive sconfitte quel suo delizioso assist per la rete di Berenguer al Bologna. Un suggerimento che non si poteva sprecare e difatti venne capitalizzato nei tre punti che collocavano il Toro a ridosso delle posizioni di pregio.

Ma ora la realtà è un’altra ed è con questa che ci si deve confrontare. Belotti ha ripreso gli allenamenti per primo. Da capitano ha dato il buon esempio. Non tutti i compagni lo hanno subito seguito, ma tutti sono determinati a supportarlo stasera.

La pretattica

Moreno Longo non ha voluto dare indicazioni circa la formazione di partenza, ha però sottolineato come il lavoro svolto al Filadelfia gli è servito per collaudare diversi sistemi di gioco, abituando i suoi a cambiamenti in corsa che non prevedono per forza la sostituzione di una pedina. Seguendo questa indicazione e ricordando le due partitelle in famiglia dell’ultimo periodo, ci si può orientare sugli undici che possono cominciare il match di questa sera. Tenendo presenti due ballottaggi: il primo tra Bremer e Lyanco, il secondo, più importante, tra Zaza e Ola Aina.

I due sistemi

Se viene scelto l’italiano, ecco che Belotti avrà subito al suo fianco un supporto in grado di impegnare i difensori avversari per creargli qualche varco in area. Diciamo allora che si vedrebbe un 4-4-2 anche se De Silvestri, salendo all’altezza della linea mediana, sarebbe in grado di trasformarlo in 3-4-3. Se Longo sceglie di partire con Aina, ecco che Berenguer ed Edera si collocherebbero ora ai fianchi ora dietro il Gallo. Un sistema di gioco forse più prudente: vedremo. Quello che conta, per i tifosi, è ritrovare immediatamente lo spirito del Toro. E i gol del capitano.

Nella città del futuro ormai immediato Dejan Kulusevski si prepara a una sfida speciale. Per lui, prossimo giocatore della Juventus, questo Torino-Parma è un derby anticipato. C’è da giurarci che ci metterà il doppio delle energie per lasciare il segno perché lo svedesino tutto corsa e dribbling ha fatto una scelta precisa: ha deciso di restare a Parma fino al termine del campionato e di non anticipare il suo sbarco in casa bianconera. Vuole giocare, vuole divertirsi, vuole dare (oltre a quello che ha già messo sul piatto) un ulteriore contributo per la conquista della salvezza che, per gli emiliani, è il vero e unico obiettivo.

Piedi per terra

Lo ha spiegato bene Roberto D’Aversa: «Noi dobbiamo cercare di fare al più presto quei punti che ci mancano per raggiungere il traguardo. Poi potremo fare altri ragionamenti». Piedi per terra, nessun sogno nel cassetto e tanta concretezza. Kulusevski, che dopo mezzo campionato di Serie A è stato ceduto alla Juventus per la cifra non indifferente di 44 milioni di euro (incassati dall’Atalanta, proprietaria del cartellino), è uno dei simboli di questo Parma: la sua crescita, a giudicare dalle prestazioni, è stata esponenziale e adesso dagli avversari viene considerato uno dei maggiori pericoli.

Quante qualità

I suoi scatti, la sua velocità, i suoi assist e il suo tiro velenoso, quel sinistro a giro che spesso non dà scampo ai portieri, sono stati un valore aggiunto per la
squadra di D’Aversa e molti dei 35 punti conquistati sono arrivati grazie a questo ragazzo che, all’inizio della stagione, pochi conoscevano. Ora si tratta di schiacciare forte il pedale sull’acceleratore per l’ultimo sprint: la freschezza di Kuluse- vski e la sua duttilità tattica (si muove con agilità su tutto il fronte offensivo) saranno le chiavi in questa fase di ripartenza.