Urma Thurman, la 50enne è in cerca d’amore

Per i cinefili di tutto il mondo, resterà sempre inchiodata all’età di 24 anni quando, sguardo obliquo e seduttivo, trascinava John Travolta sulla pista da ballo in un locale anni ’50 in una celeberrima scena di Pulp Fiction. Ma nella vita reale il tempo passa anche per Urna Thurman, e ora scandisce, il 29 aprile, la fatidica cifra di 50. Cinquantanni per una delle dive più versatili del cinema internazionale, capace di passare con grande disinvoltura dal comico al drammatico, dall’impegnato al frivolo, raramente puntando, al contrario di altre colleghe, sulla fisicità, ma piuttosto sulla personalità, sulla mobilità di un viso molto particolare e dalla grande capacità espressiva.

A questo traguardo importante per tutti, ma ancora più per una donna, ci arriva da single, dopo una vita amorosa molto piena e non sempre felice.

Ma questo non le pesa affatto: «Stare da sola non mi spaventa, in scena come nella vita. La regola d’oro in amore è: meglio sola che con la persona sbagliata. Per prima cosa devi stare bene con te stessa. Ecco, io ci ho messo molto tempo a capirlo davvero, ma ora lo so e spero di tenermi stretta questa saggezza e di migliorare con il tempo.»

Fin dalla nascita Urna Thurman era destinata a un’esistenza speciale: la madre infatti, psicologa ed ex modella, Nena von Schlebrugge, è baronessa per parte di padre, colonnello dell’aviazione durante la Prima guerra mondiale. E non a caso tra i segreti del successo della Thurman c’è quel sottile fascino nordico che trapela dai tratti somatici. Il padre invece, Robert Thurman, è americanissimo, ma anche lui è un personaggio singolare: accademico e studioso, è uno dei più grandi esperti mondiali di buddismo, ed egli stesso in gioventù è diventato monaco buddista, anche se ora è “in sonno”. Va detto che, se Urna è nata, è stato per una piccola “deviazione” dalla sua fede perché Robert da giovane aveva fatto voto di castità, proprio per il suo credo religioso. Voto poi sciolto quando ha incontrato la futura moglie.

Urna cresce a Boston la città più “europea” e colta degli Stati Uniti: non è bellissima, anzi lei si vede bruttarella «Mi consideravo una tipa strana, mai stata un’atleta o una ragazza aggraziata», ricorda ora. Non va molto d’accordo con i compagni, perché è eccentrica e solitaria. Ma dopo aver recitato la parte di un fantasma in una recita scolastica, decide che questa è la sua vocazione.

La gavetta per Urna è molto rapida, il successo arriva quasi subito, a 18 anni, con un film importante, Le relazioni pericolose, un gioco di potere e seduzione nella Francia del 4700, in cui recita al fianco di “mostri sacri” come John Malkovich, Glenn Close e Michelle Pfeiffer. Cruciale, sempre nel 1988, la parte in Le avventure del Barone di Munchausen, nel quale interpreta Venere e incanta la scena della sua uscita dalla conchiglia.

Seguono altri film importanti, tra cui Analisi finale, al fianco di Kim Basinger, fino al ruolo che indirizza tutta la sua carriera futura, quello in Pulp Fiction: quel ballo con Travolta è decisivo per lei, perché la consacra nell’Olimpo delle dive, per Travolta, che rilancia una carriera ormai in declino e per Tarantino, allora ancora “emergente”, che diventa all’improvviso il regista più amato (e odiato) di Hollywood. Ecco come Urna racconta la scena celebre: «Vi rendete conto che ho diviso la pista due volte con John Travolta? Ogni volta che ci ripenso mi dico: “Beata me!”, insomma è stato un momento epico. La danza l’avevamo coreografata in camerino per settimane, eppure mi sentivo a disagio. Ho sempre considerato la mia corporatura troppo gigante e sgraziata, ma quando è partita la musica mi sono lasciata andare e non volevo che finisse. E stata un’ora di cinema puro, con Tarantino alla macchina da presa che la faceva ballare perché saltellava con noi durante le riprese. Un momento di puro cinema».

Il legame con Tarantino (si dice anche sentimentale, chi sa) è molto forte. Durante le riprese di Pulp Fiction è la stessa Urna a suggerire al regista un’immagine potente: una sposa con l’abito bianco macchiato di sangue: asce così l’idea di altri due capolavori, i film della saga di Kill Bill, in cui la Thurman regala al cinema un’altra immagine iconica, di lei che maneggia con sapienza una scimitarra («Quel film fu un impegno fisico terribile» , ricorderà poi).

Con un curriculum impreziosito dai film di Tarantino, la Thurman ora può scegliere i film che preferisce, in cui garantisce grande professionalità, personalità e fascino. Lavora con Woody Alien in Accordi e disaccordi, e con il nostro Gabriele Muccino in Quel che so sull’amore, solo per citare due pellicole. Si dedica con successo anche alla Tv e agli spot pubblicitari.

Ma se la carriera va alla grande, un po’ meno la vita personale. Il suo primo marito è Gary Oldman, brillante e intenso attore inglese (recente vincitore dell’Oscar nella parte di Winston Churchill in L’ora più buia) ma dura solo due anni, dal 1990 al 1992. Poi una relazione più importante, quella con il collega Ethan Hawke: in questo caso il matrimonio, celebrato nel 1998, sembra decisamente più riuscito, i due hanno anche due figli, Maya e Levon Roan. Ma quella che pareva una delle “coppie d’oro” di Hollywood si infrange dopo appena sette anni. In seguito si conosce di lei soltanto un’altra lunga relazione, quella con l’uomo d’affari francese Arpad Busson, da cui ha una terza figlia, Luna, nata nel 2012. Ma anche in questo caso l’amore finisce. Tra gli altri flirt quelli con i colleghi Timothy Hutton e John Cusack e un altro non confermato con Robert De Niro con cui girò nel 1993 Lo sbirro, il boss e la bionda.

Negli ultimi anni la Thurman è stata al centro dell’attenzione anche per il caso Weinstein. Appena partite le prime denunce, Urna si è scagliata contro il produttore con grande violenza, scrivendo sui social una frase durissima: «Non meriti neanche un proiettile».

Successivamente ha riferito di aver subito un tentativo di violenza proprio dopo la “prima” di Pulp Fiction: «mi sbattè sul letto. Cercò di spingersi dentro di me e di calarsi i pantaloni. Non mi violentò, ma era come se fossi stata un animale che cercava di liberarsi». Ci fu poi un altro incontro, di cui la Thurman dice di non ricordare nulla, mentre un’amica, l’amica, Ilona Herman, che l’aspettava nella lobby per un tempo che «sembrava un’eternità», ha raccontato che Urna uscì dall’ascensore «scarmigliata, sconvolta, con lo sguardo perso nel vuoto». A casa, quando fu di nuovo in grado di parlare, disse che Weinstein «l’aveva minacciata di far deragliare la sua carriera».

Denunce che a qualcuno sono apparse un po’ sospette, visto che arrivavano con quasi trent’anni di ritardo, mentre al contrario circolavano le tante foto di Urna sorridente a fianco del suo presunto persecutore. In seguito la Thurman ha precisato ancora meglio: «I complicati sentimenti che ho su Harvey riflettono quanto mi sento in colpa per le donne aggredite dopo di me. Io sono una delle ragioni per cui una ragazza entrava nella sua stanza da sola, proprio come me». In ogni caso ora Weinstein è in carcere per altre accuse, mentre su quelle della Thurman nessun giudice si è mai espresso.

All’alba dei suoi 50 Urna continua a lavorare in modo costante (l’ultima sua interpretazione in una serie Tv di genere paranormale, Chambers) e segue da vicino la carriera della figlia Maya Hawke, 21 anni, protagonista della serie Tv Stranger Things, e “assunta” da Tarantino (chi sa, magari anche per raccomandazione materna) nel suo ultimo film C’era una volta a Hollywood. «Avrei preferito che scegliesse una carriera meno stressante. Vogliamo tutti proteggere i nostri figli, no?», ha detto Urna in un’intervista a Vanity Fair. «Il bello è che, rispetto a com’ero io alla sua età, è molto più sicura di sé. Lavora tantissimo, è piena di idee, compone anche canzoni, è determinata e ha la testa sulle spalle. Ha già cominciato a capire che gli alti e bassi fanno parte di questo mestiere. Che qualche delusione è inevitabile e che l’invasione della privacy è un altro prezzo da pagare».

E intanto si guarda intorno: chi sa che l’amore della vita non arrivi proprio a 50 anni. Se non si fa spaventare da una scimitarra….