Carlo Conti, Venerdì 3 aprile, in prima serata su Rai Uno condurrà la 65a edizione dei David di Donatello

Amadeus mi ha chiamato e mi ha detto che avevo ragione». Carlo Conti, da pochi giorni tornato in Tv come conduttore di La Corrida, racconta un piccolo retroscena, a distanza di qualche settimana dal Festival di Sanremo. Il conduttore di punta di Raiuno che ha condotto la kermesse (con buon successo) per tre anni, in agosto aveva anticipato al collega che a Sanremo «se fai uno starnuto, tutti dicono che hai una broncopolmonite».

Ovviamente, anche lui ha seguito il Festival. «Scherzando, ma neanche troppo, ho detto di averlo guardato fino ad una certa ora, perché finiva sempre un po’ tardino… Si è verificato quello che avevo detto: che Amadeus l’avrebbe fatto benissimo. Lui è della mia stessa pasta: veniamo dalla radio, dunque ha fatto delle scelte musicali perfette. Inoltre ha capito che quella è una messa cantata che devi cantare al meglio, nella sua sacralità. Mi sono piaciute molte canzoni, in particolare quelle dei toscani.

Da Francesco Gabbani a Marco Masini, da Irene Grandi a Piero Pelù per il quale, ammetto, ho invidiato un po’ Amadeus perché avrei voluto portarlo già io su quel palco. Poi ho apprezzato moltissimo Fiorello, che è vero fuoriclasse. Basta con chi dice che deve dimostrare qualcosa. Lui è lo spettacolo vero: è spontaneità, immediatezza. Lo definirei un genio dell’allegria ed ogni volta che ed in Tv è un grande evento».

A grandi eventi anche Conti è abituato. Venerdì 3 aprile, in prima serata su Rai Uno condurrà la 65a edizione dei David di Donatello, gli Oscar italiani, per il terzo anno consecutivo. «Il format è quello. La serata prevede che vengano fatte tante premiazioni quindi servirà un grande ritmo, in modo che tutti possano avere lo spazio che meritano sul palcoscenico. E poi ci saranno dei momenti musicali per riprendere fiato. Cercheremo di celebrare il cinema, come abbiamo fatto già nei primi due anni. Sarà una serata dedicata all’eccellenza».

Nel frattempo, procede senza ombre il suo matrimonio che Francesca Vaccaro, con cui a giugno festeggerà gli 8 anni di matrimonio. «Lei è la donna della mia vita, e lo sa», ha detto Conti di recente. «Avrei dovuto sposarla prima, ma averla ripresa “al volo” è stata la cosa più fantastica della mia vita». Insomma, si può dire che il “torero” della Corrida è stato “matato” dalla sua Francesca. Che lo ha fatto cadere ai suoi piedi nell’arena dell’amore.

Conti, dalla Corrida ai David. Un bel passaggio…

«Proprio così: dai dilettanti allo sbaraglio al massimo della professionalità della settima arte. E proprio il bello del mio lavoro, che mi permette di passare da un genere all’altro, di essere più serio o di scherzare e giocare». In questa nuova edizione, che ha preso il via il 21 febbraio, c’è una novità interessante.

«Abbiamo tolto il balletto del pubblico. Dato che La Corrida è il primo talent show nella storia della televisione italiana e nella Tv di oggi in ogni ta- lent è fondamentale la giuria. Così alla vigilia abbiamo pensato di non mettere una giuria vera e propria, come quella di Tale e quale show per esempio. Ma abbiamo voluto dei giurati allo sbaraglio: si tratta di concorrenti degli anni scorsi o
di persone scelte tra il pubblico. Cambierà tutto di puntata in puntata: io vivo all’impronta».