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Capitan Pezzella e Caceres sono a disposizione soltanto da giovedì, un altro folto gruppo di nazionali (tra cui Badelj e Milenkovic) è rientrato a Firenze il giorno precedente: insomma, Montella si è preso tutto il tempo possibile per decidere gli undici titolari e qualcosa in sospeso rimane. Intanto, a protezione di Dragowski le conferme riguardano la coppia formata da Milenkovic e il succitato Pezzella, mentre la novità stavolta potrebbe essere il debutto proprio di Caceres a sinistra per permettersi alla difesa di passare allo schieramento a tre quando serve (in questo caso, Lirola a destra, alzerebbe il proprio raggio d’azione per andare ad affiancarsi a Castrovilli, Badelj e Pulgar a centrocampo). In attacco, Chiesa e Ribery sono sicuri di un posto, per quello che resta è ballottaggio tra Boateng e Vlahovic con l’ex Sassuolo in leggero vantaggio. Non convocati Benassi e Pedro.

Niente novità, Juve vincente non si cambia. Sarri sceglie la linea della continuità e delle certezze per la sua “prima” ufficiale in panchina. Quando i lavori sono ancora in corso, come in questa fase della stagione, è logico scegliere la via più sicura che per il tecnico bianconero significa confermare anche contro la Fiorentina la squadra che ha superato il Napoli due settimane fa. L’unica variante rispetto all’undici iniziale di quella sera sarà Danilo subito titolare al posto dell’infortunato De Sciglio (non convocato). La difesa sarà completata dalla coppia Bonucci-De Ligt al centro e da Alex Sandro a sinistra. Pjanic agirà come naturale in regìa, aancato da Khedira e Matuidi. Identico anche l’attacco con Higuain centravanti, Ronaldo a sinistra e il ritrovato Douglas Costa a destra. Prima convocazione per Ramsey, che ha saltato le prime due gare di campionato.

Alla ripresa del campionato, dopo la prima pausa stagionale e l’antipasto delle prime due giornate di serie A, la Juventus sta pian piano raggiungendo il top della condizione fisica: soprattutto i giocatori che non sono andati in Nazionale hanno saputo sfruttare questa settimana intera di lavoro sorprendendo anche Maurizio Sarri per l’intensità delle sedute. «Mai nella mia carriera – ha detto il tecnico – ho visto i giocatori rimasti durante la sosta lavorare così bene. Solitamente è un periodo difficile in cui trovare le motivazioni per allenarsi ad alto livello, invece i miei ragazzi l’hanno fatto. Qualcuno ha avuto in questi dieci giorni grandi benefici». Tra questi, Gonzalo Higuain, Danilo, Douglas Costa e Khedira: apparsi già in forma nelle prime due uscite, dovrebbero scendere in campo da titolari anche oggi.

Dalle partite impossibili nascono le grandi storie. Magari proprio contro la Juve comincerà il nostro campionato». Se gli si attorcigliano le budella, per usare una celebre battuta di Julia Roberts nel film “Pretty Woman”, non lo dà a vedere, Vincenzo Montella. Anzi regala sorrisi e sfodera ottimismo. «Preoccupato? No, sono sereno, motivato e fiducioso». Nonostante il peso e la difficoltà di una gara che a Firenze vale molto più dei 3 punti. Nonostante una classifica che piange (due partite e altrettante sconfitte) e una vittoria che in A manca alla Fiorentina in casa da ben 12 gare, record negativo (l’ultima risale al 16 dicembre 2018, 3-1 sull’Empoli). Nonostante lui non abbia mai vinto in campionato da quando è tornato sulla panchina viola (9 partite e appena 2 punti da aprile ad ora) alimentando le voci sul rischio esonero. «Sarebbe folle. La fiducia della società l’ho sempre sentita, una fiducia totale, ci parliamo tutti i giorni. Abbiamo cambiato ben 18 giocatori, diciotto!, e solo ora ho finalmente la squadra al completo. So bene che ogni allenatore viene giudicato per il suo lavoro e i risultati e questo va accettato. Adesso però lasciatemi lavorare». Montella chiede tempo e non si vede in bilico, consapevole probabilmente che con i campioni d’Italia ha tutto da guadagnare e poco da perdere.

NULLA E’ IMPOSSIBILE Alzi la mano infatti chi assegna a questa giovane Fiorentina la palma di favorita nel confronto di questo pomeriggio. «Intanto voglio dare il bentornato a Sarri, mi fa molto piacere, capisco quanto faccia male star lontano dal campo – afferma il tecnico viola – Quanto alla Juve, negli ultimi 8 anni ha vinto circa il 70% di partite, è una fuoriserie che va sempre a mille all’ora, ha tante armi e dispone di tre squadre in campo, panchina e tribuna, tutte forti. Non penso proprio che i malumori dei giorni scorsi – risponde a chi gli ricorda lo sfogo di Emre Can per l’esclusione dalla lista Champions – possano distrarla». Tradotto: servirà un’impresa che comunque a Montella è già riuscita sia nella sua prima esperienza viola coi Della Valle – rimontona da 0-2 a 4-2 al Franchi il 20 ottobre 2013 con tripletta di Rossi e rete di Joaquin e colpaccio a Torino il 5 marzo 2015 per 2-1 con doppietta di Salah nella semifinale d’andata di Coppa Italia – e alla guida del Milan aggiudicandosi ai rigori (5-4) la Supercoppa italiana il 23 dicembre 2016. «Con la Juve sono sempre sfide difficili ma sono proprio queste che ti trasmettono le emozioni più belle, perché c’è una rivalità storica, perché mai come stavolta dobbiamo giocare per noi stessi e la nostra gente. Bisogna scendere in campo mettendoci tutte le energie e la convinzione di poter rivivere qualcosa di speciale. In fondo è già successo, quindi perché non crederci?».

PROTAGONISTI Conta sul suo gruppo ma in particolare su due giocatori: Chiesa e Ribery. «Federico lo vedo felice, gli manca solo il gol e spero che arrivi proprio contro la Juve, fra l’altro – ammicca Montella memore di quanto le sirene bianconere abbiano un po’ condizionato l’estate del talento viola – Da quando io sono tornato a Firenze non ci è ancora mai riuscito». Il digiuno di Chiesa in campionato al Franchi dura da un anno, dal 22 settembre 2018 quando mise anche il suo timbro nel 3-0 alla Spal, da allora, tolta la Coppa Italia, ha solo segnato in trasferta. «Riguardo a Franck forse non ha ancora i 90’ però sta bene e ha voglia. Dunque salvo imprevisti giocherà. Con Cristiano Ronaldo sarà una partita nella partita, sono due campioni straordinari che hanno vinto tutto. Ma non è detto che saranno per forza loro a decidere questa gara, in campo ci saranno tanti altri giocatori importanti».

Goleador cercasi. Vincenzo Montella ha studiato a fondo il modo per far male alla Juventus e alla fine ha delle certezze. La prima è quella relativa a Ribery che, tranne colpi di scena adesso non previsti, sarà schierato dal primo minuto per la prima volta. Dall’altra parte ci sarà Chiesa che, come l’allenatore ha sottolineato, da quando è tornato sulla panchina viola non ha mai segnato e una sua rete è attesa proprio oggi. E poi il grande dubbio che si trascinerà fino alla fine, e cioè il centravanti. Il tecnico deve scegliere fra l’esperienza di Boateng e la fame di Vlahovic, il giovane attaccante con tutta la sua energia. Nessun dubbio invece per il centrocampo dove ci saranno Pular, Badelj e Castrovilli. In difesa il ballottaggio maggiore è sulla sinistra dove Caceres nelle ultime ore ha scavalcato le gerarchie ed è favorito su Dalbert. L’uruguaiano sarebbe un ex della partita, uno di esperienza che conosce bene la forza del club bianconero in cui ha militato e sa certamente come si devono affrontare certe partite.

IL PRESIDENTE IN CITTÀ Intanto è già arrivato ieri sera in città Rocco Commisso, direttamente dallo Stati Uniti. Una curiosità: quando è partito con il suo volo privato da New York al terminal c’era una grande bandiera viola per salutalo e farlo entrare già in clima partita. È il suo primo Fiorentina- Juventus e il nuovo proprietario non vuole perderselo per nessun motivo. Farà un giro di campo come contro il Napoli prima del fischio d’inizio e poi si sistemerà in tribuna nella speranza di assistere alla prima vittoria in campionato dei suoi ragazzi dopo due sconfitte. EVENTO Sugli spalti del Franchi ci saranno circa 40mila tifosi e la coreografia dei tifosi viola. Ma anche in tribuna stampa ci saranno inviati da Ghana, Kosovo, Francia, Serbia, Inghilterra, Repubblica Ceca e Germania. Nel frattempo si stanno mobilitando anche le forze dell’ordine per l’arrivo di oltre 2500 sostenitori bianconeri (compresi 800 ultrà) con pullman, treni e mezzi privati. Di qui l’accurato servizio di controllo fin dalla prima mattina a tutti gli accessi alla città, dalle stazioni ai caselli autostradali, dove i tifosi juventini saranno intercettati dalla polizia e poi scortati ai parcheggi scambiatori da cui potranno raggiungere lo stadio con bus navetta gratuiti. Negli Stati Uniti invece il viola club New York ha organizzato una colazione speciale alle 9 del mattino (quando in Italia saranno le 15) per vivere tutti insieme la sfida contro i bianconeri.

Quando lo scorso 23 agosto in migliaia sono accorsi allo stadio Franchi per accoglierlo e festeggiarlo con uno show degno di una rock star, la musica di Rocky a tutto volume, i fasci di luce e di fumo a colorare di viola la notte, l’entusiasmo e l’adrenalina alle stelle, lui, Frack Ribery non ha esitato a saltare. Al coro “chi non salta bianconero è” lanciato dai tifosi il campione francese non si è fatto pregare due volte ed è saltato subito, lì in mezzo al campo, divertendosi come un pazzo davanti alla folla adorante. ‘Welcome Legend’, ‘Benvenuto leggenda’ lo slogan coniato dal club di Commisso per salutare il colpo dell’estate, stagionato quanto vuoi – d’altronde carta canta e 36 anni non sono uno scherzo – ma carismatico, vincente, voglioso di lasciare il segno anche nel calcio italiano dopo aver trionfato con il Bayern Monaco sdegnando 124 gol e facendo 182 assist in 425 gare e conquistando ben 24 titoli (fra cui 9 scudetti, una Champions, una Supercoppa europea e un Mondiale per club) – nessuno come lui nella storia della Bundesliga – oltre a due con il Galatasaray (Coppa di Turchia) e con l’Olympique Marsiglia. “Chi non salta bianconero è” risuonerà anche oggi dagli spalti del Franchi per la sfida contro Ronaldo e compagni. Ma Ribery non ha alcuna intenzione di limitarsi solo a…saltare. Vuole il primo gol in Serie A, vuole la vittoria e farà di tutto per regalarla alla sua nuova squadra e la sua nuova città che lo ha già adottato (una sua maglia è stata battuta all’asta qualche sera fa durante una cena di beneficenza in piazza Santissima Annunziata). E allora ‘Welcome Legend’ si trasformerà in ‘Thanks Legend’. Grazie Leggenda.

Sono passate tre settimane dal suo arrivo, Ribery in campionato è subentrato col Napoli giocando 12’ e a Marassi con il Genoa (18’) quando, al rientro, è rimasto fino a notte fonda dentro il centro sportivo ‘Davide Astori’ per allenarsi e smaltire così la rabbia per la sconfitta. Un aneddoto raccontato qualche giorno fa a Tuttosport da Joe Barone per rispondere a chi ha definito questo acquisto a parametro zero una mera operazione mediatica. «Franck invece sta bene e ha ancora tanto da dare» ha detto il dirigente viola. E l’asso francese, oggi annunciato titolare, è pronto a dimostrarlo. Intanto in attesa che lo raggiunga la numerosa famiglia (ha cinque figli) alloggia in uno degli hotel più lussuosi di Firenze, a due passi da via Tornabuoni, con affaccio sull’Arno. Anche Boateng per adesso vive lì e tra i due l’amicizia in questi giorni si è ulteriormente cementata: insieme ai compagni oggi cercheranno di infiammare Firenze. «Non è stata l’idea di sfidare Ronaldo a spingermi a venire in Italia – disse Ribery durante la presentazione ufficiale – La A è un bel campionato, ci sono tanti grandi club che lottano per la Champions come la Juve e tanti grandi giocatori. Non sono qui per far concorrenza a Ronaldo ma per aiutare la Fiorentina a tornare in alto». Già regalarle la prima vittoria della stagione contro la storica rivale sarebbe tanto e permetterebbe anche a FR7 di continuare la sua striscia positiva al cospetto della Signora: 5 partite finora (tutte in Champions) e nessuna sconfitta (3 successi e 2 pareggi). La Juve è la squadra contro cui il francese ha giocato più gare senza mai perdere nella massima competizione europea. Ma c’è un tabù da sfatare: in quelle 5 gare Ribery mai ha assaporato la gioia del gol. Vuoi mettere riuscirci contro Ronaldo?

Juve contro tutti. Juve contro centomila, circa. I quarantamila del Franchi fiorentino oggi pomeriggio e di lì a poco – poche decine di ore/poche centinaia di chilometri – i 65 mila del Wanda Metropolitano madrileno. Roba da “al mio via scatenate l’inferno”. Così come: al loro via, preparatevi all’inferno. LA BOLGIA Si parte insomma da una delle rivalità nostrane più storiche e sentite, fatte di campanilismo ed episodi che più o meno toccano tutti i filoni del genere: dallo sfottò più genuino (del quale i toscani sono proverbialmente maestri) agli episodi anche più beceri, così come isolati, per carità e stigmatizzati anche in questi giorni (certi cori o scritte contro le vittime dell’Heysel che ciclicamente, purtroppo, qualcuno ripropone). Ebbene, oggi anche i nuovi acquisti – dal campo o dalla panchina – avranno modo di capire cosa sia l’antijuventinismo in Italia e cosa significhi giocare in certi stadi, in certe “bolge” dantesche (e del resto in casa Dante, si gioca). Sarà una sorta di battesimo del fuoco, dunque, per i vari Matthijs De Ligt, Danilo, Aaron Ramsey, Adrien Rabiot. Calciatori di esperienza e carattere, vero, ma che comunque avranno il gusto di vivere certe situazioni, certi contesti caratterizzati da sfumature e sviluppi differenti da campionato a campionato. CONTO IN SOSPESO E probabilmente non si sbaglia se si guarda al clima del Franchi come ad un preludio quasi propedeutico all’ambientino infuocato, con temperature roventi, che la truppa bianconera troverà a Madrid. Uno in particolare, della truppa bianconera: quel Cristiano Ronaldo che lo scorso 20 febbraio venne preso di mira e bersagliato durante l’andata degli ottavi di Champions in casa dell’Atletico e che al ritorno rispose sia a suon di gol sia a suon di gesti liberatori. Di quelli che una tifoseria avvers(ari)a non dimentica facilmente. I colchoneros aspettano al varco CR7 (con le sue esultanze pelviche…) e non saranno particolarmente teneri, pur sapendo però che stuzzicare “la bestia” che è in lui potrebbe essere controproducente.

Zero minuti in campo nelle prime due giornate di campionato, sei presenze nelle amichevoli estive ma nessun gol segnato. E adesso per Mario Mandzukic, dopo l’esclusione eccellente dalla liste di Champions League, arriva anche la prima non convocazione in campionato: il suo nome infatti non è stato inserito nella lista dei bianconeri che ieri sono volati a Firenze. Una decisione condivisa e concordata tra il club bianconero e il giocatore: come è accaduto per Daniele Rugani, escluso dal debutto contro il Parma perché in trattativa per la cessione alla Roma, che poi non è andata in porto perché nel frattempo si è infortunato Giorgio Chiellini, così anche l’attaccante croato sta valutando concretamente l’ipotesi di lasciare la Juventus e Torino. Fuori dal progetto di Maurizio Sarri, dopo aver rifiutato parecchie destinazioni – dal Manchester United al Paris Saint Germain – nei mesi di calciomercato, decidendo di restare per giocarsi tutte le sue chance nella speranza di far cambiare idea al tecnico, adesso Mandzukic starebbe riflettendo l’addio insieme con il suo procuratore Ivan Cvjetkovic, consapevole di non avere margini per scalare le gerarchie che lo vedono dietro a Gonzalo Higuan e Paulo Dybala. Una terza scelta che gli sta decisamente stretta, soprattutto dopo quattro stagioni in cui è stato considerato una pedina fondamentale da Massimiliano Allegri: proprio la fiducia dell’ex tecnico lo aveva spinto ad accettare anche il ruolo di esterno pur di restare all’interno del progetto bianconero. La pista più concreta di mercato è il Qatar per due semplici motivi: alla Juventus e al giocatore è arrivata una proposta assai interessante dall’Emirato, dove il mercato in entrata chiude il 30 settembre. Ma nelle ultime ore ci sarebbe anche un’offerta da parte di un importante club della Major League Soccer. Del resto, non ci sono tante soluzioni a metà settembre: in Europa, tranne che in Portogallo, non si possono fare più operazioni. Mercato chiuso anche in Cina e in Brasile, soltanto in Argentina la scadenza è fissata per il 24 settembre. Ovviamente il club bianconero caldeggiata una risoluzione immediata per liberarsi di un esubero e avere anche un ritorno economico. Scegliere il Qatar, come il campionato statunitense, significa per Mandzukic abbandonare il calcio ad alto livello, motivo per cui sta prendendo tempo, anche se però può strappare condizioni economiche ancora più favorevoli. Certo, la soluzione migliore secondo il suo punto di vista sarebbe stata il trasferimento al Bayern Monaco, dove avrebbe trovato l’ex ct della nazionale croata Niko Kovac, che lo avrebbe accolto a braccia aperte, ma i dirigenti bavaresi non hanno creduto nell’operazione vuoi per l’età dell’attaccante – 33 anni – vuoi per l’alto ingaggio – circa sei milioni di euro a stagione. Se la situazione non si sblocca in questi giorni, Mandzukic rinvia il suo trasferimento a gennaio, quando avrebbe la possibilità di accasarsi in Europa: alcuni top club si sarebbero già fatti avanti per la finestra invernale, non ultimo il Manchester United che non ha ancora trovato il sostituto di Romelu Lukaku e il tecnico Ole Gunnar Solskjaer, che aveva contattato telefonicamente il giocatore ad agosto, ha già espresso il suo gradimento. Comunque sia, l’avventura di Mandzukic alla Juventus è al capolinea: un anno fa l’attaccante croato, che è pur sempre l’unico nella rosa bianconera ad aver segnato in una finale di Champions giocata con la maglia della Juventus (contro il Real Madrid a Cardiff), stava iniziando la sua scalata al titolo di ammazza grandi, risultando decisivo contro Napoli, Inter, Lazio, Milan e Roma, adesso invece è fuori dai piani bianconeri.

Mandzukic, prove d’addio. Non è più tempo di SuperMario in bianconero. Il matrimonio tra il gigante croato e la Juve potrebbe davvero volgere al termine in tempi brevi. Un po’ a sorpresa, se vogliamo, visto che, dopo i tanti rifiuti estivi, sembrava che il croato dovesse restare almeno fino a gennaio, pur se da separato in casa e, in prospettiva, con poche occasioni per diventare protagonista. L’accelerata, invece, altrettanto a sorpresa, è stata certificata ieri dalla mancata convocazione del centravanti per la trasferta di oggi a Firenze. Il numero 17 non figurava infatti nella lista compilata da Maurizio Sarri. Infortunio? No, mercato. La decisione di saltare la seconda trasferta stagionale è stata consensuale tra giocatore e società perchè l’attaccante sta trattando con un nuovo club. Il suo immediato futuro, quindi, potrebbe essere davvero lontano dall’Italia. La pista più gettonata porta in Qatar, all’Al-Duhail, la stessa squadra che ha accolto nel gennaio scorso Medhi Benatia, ma ci sarebbero altre squadre in corsa. Già negli ultimi giorni di mercato, l’ipotesi qatarina era diventata d’attualità per Mandzukic ma alla fine il bomber aveva preferito restare in bianconero. Adesso tutto potrebbe diventare realtà.

FUORI LISTA. In caso di esito positivo della trattativa, Sarri avrebbe così un problema in meno da affrontare nella gestione del gruppo. Mandzukic è un personaggio “di peso” nello spogliatoio, uno degli attori principali delle ultime quattro stagioni. Qualcosa però si è irrimediabilmente rotto tra SuperMario e i campioni d’Italia. Era un fedelissimo di Massimiliano Allegri, che non scendeva praticamente mai in battaglia senza il suo guerriero. In quattro stagioni, dal 2015 2019, il bilancio dice: 44 gol in 162 partite. Ma non solo: impatto fisico, duttilità tattica (Max lo inventò esterno a sinistra nel 4-2- 3-1), spirito di sacrificio. Un lottatore, un trascinatore dei compagni; un idolo per i tifosi. Lo scorso anno era stato un fattore fondamentale nella prima metà di stagione, abbattendo tutte le grandi negli scontri diretti, un colpo di testa da tre punti dopo l’altro. Decisamente meno nella seconda parte, quando le forze sono venute meno (era l’anno dopo il Mondiale) e qualche infortunio ha fatto il resto.

FUORI DAL PROGETTO. Con il nuovo corso sarriano, Mandzo si è scoperto non più intoccabile. Semplicemente, non rientrava più nel progetto. La Juve lo ha messo sul mercato ma Mario ha detto no al Manchester United ad inizio agosto; il ritorno in Germania (Borussia Dortmund o Bayern Monaco) è via via scemato mentre nel rush finale del mercato pure le ipotesi Psg, Barcellona e Qatar non avevano incontrato il favore dell’attaccante. Mario ha preferito rimanere alla Juve, anche a costo di compromettere la stagione e di vedersi chiudere in faccia la porta della Champions League. E così è stato: non è stato inserito in lista Uefa (come Emre Can). VIA? Ora la storia sembra davvero essere ai titoli di coda. La prospettiva Qatar è tornata viva, Mandzukic la sta considerando già per l’immediato, anticipando le mosse che sarebbero state in programma a gennaio. Lì il mercato chiude il 30 settembre (come negli Emirati Arabi) ed entro tale data tutto sarà necessariamente più chiaro.

È tutto pronto, per il Franchi delle grandi occasioni. Scenografi a e migliaia sugli spalti a sperare e trascinare la squadra. Sarà la carica dei circa quarantamila che inciteranno la Fiorentina dal primo all’ultimo minuto per centrare l’impresa tanto attesa contro la rivale più rivale di tutte. Le code perenni ai botteghini, da quando i tagliandi sono stati messi in vendita, dimostrano la voglia di partecipare a quella che per la città è un vero evento. Arriva la Juve. E niente può essere come tutte le altre volte. Tutto diverso, tutto particolare. L’EVENTO. Fiorentina-Juventus sarà una partita visibile in tutto il mondo. Per questa sfida ci saranno tantissime testate accreditate, dall’Africa come Algeria e Ghana, ma anche Belgio, Francia, Germania, Serbia, Kosovo, Repubblica Ceca e Inghilterra. E anche giornali ed emittenti televisive: da L’Equipe a Canal Plus, passando per la Bild, Kicker ed Espn. Del resto alcuni protagonisti in campo, al di là dei club, richiamano l’attenzione mediatica internazionale per campioni come Cristiano Ronaldo da una parte e Franck Ribery dall’altra. La sfida nella sfida che accende la fantasia di chi ama il calcio. Nelle ultime ore erano ancora disponibili alcuni biglietti in curva Ferrovia, pochi di Tribuna e nei posti a ridotta visibilità in Maratona. AUTORITÀ. Ricco anche l’elenco delle presenze vip. In tribuna d’onore oltre a Rocco Commisso, ci sarà il sindaco di Firenze Dario Nardella che per nessuna ragione vuole perdersi la gara in compagnia del figlio maggiore. In più il ct dell’Italia Roberto Mancini. Il Viola Club New York invece ha organizzato negli USA una colazione alle 9 del mattino (in Italia saranno le 15) per permettere ai soci della Grande Mela di vivere insieme lo spettacolo. Mentre a Firenze arriveranno circa 2.500 tifosi bianconeri con pullman treni e mezzi privati e le forze dell’ordine saranno mobilitate già dalla mattinata. PRECEDENTE. Lo scorso anno, il primo dicembre del 2018, allo stadio Franchi sugli spalti fu uno spettacolo condito da giochi di luci, scenografi a della Fiesole fino ad arrivare alle maglie speciali ideate per i 100 anni dalla nascita di Nelson Mandela . Alla fine come spettatori fu superato il muro dei 40 mila, esattamente 40.862 di cui 21.219 abbonati. In questa stagione la base è più alta visto che le tessere sono circa 26 mila a cui si aggiungeranno i paganti e la cifra finale non sarà molto diversa da quella dello scorso anno e sfiorerà i quarantamila