Milan – Torino come vederla Streaming gratis diretta live TV Serie A

Con la Juventus non è mancato solo Zlatan Ibrahimovic a Stefano Pioli. Non c’era nemmeno Ante Rebic. Il titolarissimo e il sostituto, l’incaricato a prendere il posto da prima punta quando lo svedese non c’è. E Ibra ormai manca dal minuto 79 della gara del San Paolo contro il Napoli.

Data della sua ultima doppietta. Un’assenza che per fortuna non è pesata se non con la Juventus. Pesata anche perché non c’era nemmeno l’attaccante croato, fermato nella notte dalla notizia della positività al covid-19. E contemporaneamente i due attaccanti sono mancati a Pioli per tre gare in campionato e tre in Europa League (due nei preliminari e una nella fase a gironi). Zlatan e Ante sono rimasti a guardare uno di fianco all’altro contro lo Spezia (3-0), con il Sassuolo (1-2) e proprio con la Juventus, la gara più importante, non ancora decisiva, ma quella che era meglio non perdere. Due vittorie e una sconfitta per sei punti complessivi (2 punti di media a gara).

Con loro o almeno uno di loro nell’undici di Pioli, i punti presi sono stati 31 nelle restanti tredici partite di campionato per una media di 2,38 punti conquistati a gara. Numeri che confermano ancora come questo Milan sia cresciuto e indipendente da un singolo giocatore. Un grande passo in avanti confermato anche nel cammino europeo: 13 punti complessivi nelle sei gare disputate dove almeno uno dei due in campo, tra queste anche la dolorosa sconfitta in casa contro i francesi del Lille. Media punti 2,16 a gara. Decisamente meglio senza di loro: sette punti conquistati tra Bodo/Glimt, Rio Ave e nella decisiva sfida contro lo Sparta Praga con una media punti a partita di 2,33.

Ti stai chiedendo dove si vede Milan Torino in diretta streaming e TV? Vuoi sapere se Milan Torino sarà trasmessa da Sky o DAZN? Vuoi sapere a che ora si gioca la partita Milan Torino? Vuoi conoscere le formazioni ufficiali di Milan Torino? Cerchi un modo per vedere Milan Torino in streaming gratis?

Nessun problema, di seguito trovi tutte le risposte che cerchi.

In questo articolo vedremo come e dove si vede Milan Torino in diretta TV e in diretta live streaming sul tuo PC, Smartphone, Tablet o Console, vedremo le formazioni del match, l’orario della partita e tutti gli altri dettagli su questo match Milan Torino di Serie A.

Giù si alza l’asticella, più si abbassa l’età lì davanti. Perché il conto alla rovescia per rivedere Ibra il saggio al centro dell’area è vicino alla fine, ma i tempi non sono ancora del tutto maturi: «Ha lavorato in parte col gruppo, ma non credo ci sarà», dice Pioli, più probabile vederlo martedì in coppa.

E allora il Milan che stasera torna all’attacco dello scudetto dopo il primo k.o. con la Juve non potrà che essere verde, verdissimo. Castillejo, Brahim Diaz, Hauge e Rafael Leao il quartetto in cerca di gol contro il Torino: l’età media recita 22 anni e 7 mesi. Non sarà l’attacco più giovane in assoluto schierato da Pioli – i 20 anni e 7 mesi toccati contro lo Spezia, con Colombo in campo dal 1’, restano la soglia più bassa – ma sarà comunque il reparto avanzato più giovane tra quelli delle capoclassifica d’Europa. Alle spalle, i quattro si mettono gli attacchi titolari di chi comanda negli altri campionati che contano, dalla coppia Liverpool-United in Premier (28 anni e 10 mesi per Salah e compagni, 23 anni e 6 mesi per i Red Devils) all’armata Bayern in Bundesliga (28 anni e 5 mesi). Fino allo stesso quartetto titolare del Milan: a ranghi completi, il classe ‘99 Saelemaekers è il ragazzetto che si imbuca alla festa dei più grandi e raggiunge Ibra, Calhanoglu e Rebic, per un totale di 28 anni e 7 mesi di età media.

Per capirci, tre dei quattro attaccanti che si daranno da fare dalle parti di Sirigu non erano neanche nati quando Gala scalava le classifiche con Freed from Desire, il tormentone che adesso spopola sul pullman del Milan dopo ogni vittoria con la versione aggiornata in «Pioli is on fìre». Quando Gala passava in radio, Castillejo aveva un anno: questa sera sarà lui l’anziano in zona gol. Quel pezzo dance diventò una hit in pochissimo tempo.

Se il Diavolo vorrà mantenere il 1° posto in classifica e magari allungare su qualche inseguitrice, la band allestita da Pioli nell’emergenza dovrà
seguire lo stesso ritmo: da inedito a successo in 90 minuti. Perché è di questo che si tratta: Castillejo, Brahim, Hauge e Leao hanno condiviso spezzoni di partita e contribuito alla causa in A con reti (7) e assist (4), ma insieme dall’inizio non si sono mai visti. Nemmeno in Europa League. Si va dal “minimo” di Hauge, che con la Juve ha giocato la sua prima da titolare in A e che in campionato ha messo insieme 282 minuti, al “massimo” di Leao, 856 minuti. Il portoghese è l’attaccante rossonero con il minutaggio più abbondante, ma è inutile sottolineare
come gli infortuni di Ibra e Rebic abbiano inciso nelle scelte dell’allenatore. Leao è cresciuto, segnando reti pesanti come quella flash contro il Sassuolo o la perla al Benevento, ma a ranghi completi, con Zlatan e Rebic a disposizione, resterebbe difficile trovargli un posto assicurato, anche se Pioli spiega che ha trovato l’intensità giusta e che si aspetta di vederlo crescere an-
cora. Il poker per la riscossa, però, somiglia più al lato B dell’attacco. Le rotazioni di Pioli -molte delle quali obbligate da infortuni e Covid – hanno concesso spazio ai giovani talenti, e i piccoli diavoli finora hanno risposto con molta personalità e qualche naturale passaggio a vuoto. Contro la banda Giampaolo, però, occorreranno meno fronzoli e più sostanza. A suo modo, il k.o. con la Juve ha acceso una spia anche in questo senso: la rete milanista è sbocciata dal destro di Calabria, terzino prestato al centrocampo.

Pioli coccola Calhanoglu («per il suo rinnovo e quello di Gigio c’è una trattativa ma credo ci sia volontà da entrambe le parti») ma dovrà fare a meno delle sue invenzioni tra le linee. Ecco un altro inedito che caricherà di pressione Leao e i suoi fratelli. In queste prime 16 giornate, chi ha giocato ha dimostrato di poter rimediare all’assenza di Ibra o degli altri titolari del gol, ma da quando lo svedese è tornato in A un Milan senza di lui e senza Calha nella stessa partita, dal fischio di inizio a quello finale, non si è mai visto. C’è aria di salto nel buio, insomma. O di un nuovo decollo, magari grazie l’incoscienza dei giovani.

Stefano Pioli, in base a quelle che saranno i risultati degli ulteriori controlli medici che verranno effettuati oggi, deve fare davvero la conta dei disponibili per la partita di domani sera contro il Torino. La parziale buona notizia è il rientro a disposizione di Sandro Tonali, più che degnamente sostituito da Davide Calabria contro la Juventus al fianco di Franck Kessie. Il regista lodigiano ha guardato la partita dalla tribuna a causa dell’espulsione rimediata contro il Benevento, ma adesso – con un Milan in piena emergenza di uomini – sarà chiamato ad un atto di responsabilità in più. Perché se anche Hakan Calhanoglu rischia di rimanere fuori contro i granata (botta alla caviglia sinistra già malconcia), ecco che qualcuno dovrà prendere in mano le redini della manovra della squadra e Tonali, nelle sue corde, ha quel tipo di gioco ed è arrivato il momento di tirarlo fuori dal baule. La sfida di domani sera è troppo importante per i rossoneri, che nonostante tutto vogliono reagire al ko con i bianconeri riprendendo a fare punti per cercare di girare, al termine del girone d’andata, oltre quota 40 punti. L’obiettivo primario rimane la qualificazione in Champions League, ma va anche detto che stare lassù – anche se la parola scudetto non è mai stata pronunciata da nessuno a Milanello – fa piacere ai rossoneri, sia come gruppo squadra sia come società.

CARICO E RESPONSABILE

Tonali, dentro questo Milan, ha dimostrato di poterci stare anche se ha fatto un po’ più di fatica del previsto ad entrare nei meccanismi di gioco di Pioli. La questione è ovvia ed evidente. A Brescia, tra Serie B e Serie A, ha sempre giocato in un centrocampo a tre e riadattarsi subito ad una mediana a due, con i ritmi che necessita il calcio proposto dal Milan, non è semplice. Ma Tonali, dal quale tutti si aspettano tanto anche in ottica nazionale, si è applicato in allenamento, ha grande considerazione dell’allenatore e dell’ambiente ed è carico perché non aver giocato contro la Juventus gli ha dato ulteriori stimoli per affrontare al meglio la partita con il Torino. Non ha paura di prendersi le sue responsabilità ed è voglioso di fare bene, in primis per la squadra e poi anche per se stesso. In un contesto di grande competitività, ha accettato la sfida e giornalmente cerca di meritarsi la grande fiducia che mister e compagni hanno nei suoi confronti. L’espulsione di Benevento è stata una lezione che ha imparato e che ha già immagazzinato. Adesso il suo focus mentale è sul Torino, perché sa bene che le geometrie della squadra passeranno anche dai suoi piedi, oltre a quelli di Kessie.

FALSI MITI

Nel corso delle settimane, sono state due le teorie che sono state appioppate sulla schiena di Tonali. La prima è quella del peso della maglia della squadra che tifava sin da bambino, la seconda quella della valutazione del suo trasferimento. Sandro è stato pagato dal Milan 25 milioni più 10 di bonus (divisi per obiettivi), che i rossoneri sarebbero ben felici di riconoscere al Brescia visto che si attiverebbero nel caso in cui si verificassero o una serie di qualificazioni in Champions League oppure, meglio ancora, la conquista dello scudetto che manca al Milan da dieci stagioni tonde tonde (l’ultimo è quello del 2010-11 con Allegri in panchina). In quell’occasione Tonali festeggiò da tifoso, oggi invece vuole provare a esultare per uno dei due traguardi sopradescritti da protagonista di una squadra che, adesso, ha bisogno di lui. E Sandro vuole farsi trovare pronto e far vedere, in campo, quello per cui è stato acquistato. Il Torino sarà un test di valutazione indicativo, perché il Milan è in difficoltà e avrà bisogno anche del suo giovane metronomo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *