Wolverhampton – Torino, diretta tv e live streaming gratis come vedere la partita Rojadirecta

Questa sera al Molineux, il Torino di Walter Mazzarri vorrà guadagnarsi all’accesso alla fase a gironi di Europa League, ma ovviamente per poterlo fare dovrà ribaltare il 3-2 subito dal Wolverhampton all’Olimpico Grande Torino. Alle ore 20:45 il Torino sarà impegnato quindi per il ritorno dei play-off di Europa League, la cui partita di andata è finita con una vittoria per 3 a 2 degli inglesi in casa dei granata. Adesso il Torino cerca l’impresa per entrare nella fase a gironi della seconda competizione per Club. Al fine di poter accedere ai gruppi di Europa League, il Torino dovrebbe vincere in trasferta con almeno due gol di scarto, oppure un gol di scarto ma dovrà segnarne 4 o più. Tutti gli altri risultati invece saranno a favore del Wolverhampton, visto che decreteranno la sua qualificazione.

La gara dell’andata, tolti i tre gol del Wolverhampton, è stata equilibrata: non siamo stati inferiori a loro. Daremo tutto”, ha dichiarato l’allenatore del Torino, riconoscendo che comunque non sarà una partita facile da giocare. Fino ad ora, il Torino ha superato ben due turni preliminari ed ha sconfitto dapprima il Debrecen con i seguenti risultati 3-0 e 4-1 e poi ancora i bielorussi dello Shakhtyor Soligorsk per 5-0 e 1-1. Sono invece quattro le vittorie su quattro per i Wolves, i quali hanno regalato Crusaders per 2-0 e 4-1 e Pyunik per 4-0 e 4-0.

Dove e come vedere la partita

La partita il cui calcio d’inizio è fissato per le ore 21:00 sarà visibile in diretta esclusiva su Sky sport Uno, Sky Sport Football e Sky sport 251. E’ previsto anche un ampio pre e post partita, all’interno di Calciomercato l’Originale ed ancora in simulcast su Sky Sport 24. Sarà inoltre disponibile la diretta streaming sulla piattaforma Skygo.

Probabili formazioni

Le squadre molto probabilmente scenderanno in campo con il modulo 3-5-2. Mazzarri sembra piuttosto intenzionato ad affidarsi alla coppia d’attacco formata da Belotti e Zaza mentre Esposito Santo dovrebbe puntare sul tandem offensivo Jota- Jimenez con Cutrone in panchina. Nella difesa granada mancherà Nkoulou e dovrebbero esserci Izzo, Bremer e Bonifazi. Contro un avversario che praticamente non perde in casa dallo scorso gennaio e che ha segnato 17 gol nei 5 precedenti match europei, i granada hanno deciso di affidarsi a Rincon in mezzo al campo. Aina torna invece a sinistra ed avrà il compito di disinnescare il tanto temuto Traorè che all’andata è stato praticamente uno dei migliori in campo ed ha dato del filo da torcere alla squadra di Mazzarri.

WOLVERHAMPTON (3-5-2): Rui Patricio; Vallejo, Coady, Boly; Traoré, Dendoncker, Neves, Moutinho, Jonny; Jimenez, Jota. Allenatore: Espirito Santo

TORINO (3-4-1-2): Sirigu; Izzo, Bremer, Bonifazi; De Silvestri, Meité, Baselli, Aina; Lukic; Zaza, Belotti. Allenatore: Mazzarri

ARBITRO: Gil Manzano (Spagna)

Brutto. Altro che fair play! Altro che la sportività britannica! Evaporano le tradizioni, di fronte all’episodio capitato ieri a un gruppetto di tifosi granata: due famiglie, padri e figli, capitanati, diciamo così, da Luca Asvisio, presidente dell’ordine dei Commercialisti di Torino e della Fondazione Filadelfia. Adulti e ragazzi tranquilli, civili, educati. La colpa? Avere una sciarpa granata al collo. Sono entrati in un pub, si sono seduti a un tavolino per ordinare qualcosa da bere e da mangiare, ma un cameriere li ha obbligati ad andarsene: «Non serviamo agli avversari. Non siete benvenuti, qui»: e poi ha mostrato loro un cartello (nella foto). «Siamo usciti a dir poco sconcertati, allibiti. Anche perché quello era un pub normalissimo, non una sede dei tifosi locali », ha detto Asvisio. Brutto, sì. Anche perché sono molti i pub e i bar, qui, che non accettano tifosi granata: a loro, ghettizzati, è stata consegnata in hotel una lista con l’elenco dei locali pubblici “open” a tutti.

Tanto tuonò che però non piovvero lacrime di pentimento. O anche solo di parziale ravvedimento, o come minimo di ragionevole riflessione. Nicolas Nkoulou, a ieri sera, non aveva chiesto scusa. A nessuno. Né a Mazzarri, né ai compagni, né a Cairo che quelle scuse ha pubblicamente, fermamente e insistentemente richiesto. E che ora pretende. Qualora non arrivassero – nottetempo, oggi, domani, nei prossimi giorni – il forte difensore centrale camerunese continuerà a rimuginare, nelle tribune dei vari stadi in cui si esibirà il Toro, sul clamoroso, inatteso, sconfortante ribaltone agonistico e ambientale che ha determinato con il proprio ingiustificabile comportamento. Dalle stelle alle stalle nel breve volgere di un rifiuto a giocare in campionato contro il Sassuolo, dopo averlo invece fatto – e piuttosto male – nell’andata di Europa League col Wolverhampton. Salvo poi dire al tecnico che già prima di quella partita non ci stava con la capa, perché turbato o comunque distratto dalle lusinghe della Roma ora gestita, sul mercato, dal suo ex ds e mentore Petrachi. Prima conseguenza: Nkoulou, non convocato, stamane non parte per l’Inghilterra. Il charter che condurrà il Toro nelle West Midlands decollerà da Caselle pieno solo di giocatori vogliosi di riscattare una brutta prestazione e tentare un’impresa che a sua volta ribalterebbe di nuovo tutto: ambizioni, mercato, umori. I compagni, peraltro, sono arrabbiati con lui quasi quanto lo è il presidente. Diciamo quasi giusto perché l’incavolatura di Cairo, domenica sera, ha toccato livelli finora mai registrati dai sismografi granata: è stato perfino un bene che tra il patron e Nkoulou non vi sia stato un incontro ravvicinato in quel contesto di rovente dopogara. Sarebbe invece un bene che tale contatto tra i due si riproponesse quanto prima nei prossimi giorni: non solo per reintrodurre l’elegante africano in una squadra che ne ha bisogno come il pane, ma anche per scongiurare definitivamente la possibilità di una sua cessione. Perché se è vero che la Roma si è ufficialmente, e prudentemente, chiamata fuori con un comunicato perentorio ai confini dell’inequivocabile, dirottando su Rugani e Lovren, è altrettanto innegabile che rimanga pronta ad accoglierlo nel caso in cui il Torino dovesse piegarsi ai desideri del giocatore. Questo al netto delle penali ventilate da Cairo. Del resto, se il club giallorosso cambiasse idea e accettasse di colpo la cifra di cessione “ad personam” che il Torino ha fatto pervenire all’aspirante acquirente (30 milioni; ben più di quanto Nkoulou adesso valga o comunque verrebbe chiesto ad altri pretendenti), aggiungerci 900 mila euro per pagarsi la soddisfa di un dispetto a Cairo non cambierebbe granché la portata e il senso di un’operazione quasi fuori mercato. Ma a quel punto deflagrante. Meno lo sarebbe, ma sempre altamente inopportuna, la vendita di Nkoulou a una squadra estera. Al momento non si sono però registrate da oltre confine proposte meritevoli per Cairo di essere prese in considerazione; né, a maggior ragione, dall’Italia, dove soldi ne girano molti meno (anche il Milan è rimasto sullo sfondo). Insomma, salvo sviluppi clamorosi dell’ultimo momento – ai quali, ribadiamo, non vogliamo credere stante la risolutezza mostrata a parole e soprattutto sguardi da Cairo – Nkoulou anche dopo il 2 settembre rimarrà un giocatore e un capitale del Toro, per quanto i due anni di contratto che avanzano comincino a diventare pochini, in prospettiva, qualora non scoppiasse una pace in grado di comportare addirittura un rinnovo. Insomma, quella linea alla Lotito qui auspicata ieri. Resta il fatto che, a fronte di un impegno tanto delicato e di una rosa così ristretta, tutto ci voleva, per Mazzarri e i tifosi, tranne che una grana del genere. Avessero confortato almeno gli esami ad Ansaldi: lesione al bicipite femorale, nuovi controlli tra 20 giorni, almeno un mese di stop; più facilmente, uno e mezzo. In bocca ai lupi, Toro.

State calmi e non odiate il Var. Nuno Espirito Santo vuol fare l’inglese e parafrasando il celebre “Keep calm and carry on” alla vigilia della sfida contro il Torino in Europa League ha invitato apertamente i tifosi a «non intonare canti contro il video assistente dell’arbitro» che nelle prime 3 giornate di Premier League è stato protagonista nel bene e nel male delle sorti della squadra. E dire che proprio lui aveva detto di odiarlo, il Var: «Non è calcio», disse dopo la sfida col Leicester. Ora cambia idea: «L’arbitro vede e provvede, va supportato». La partita in campo sarà arbitrata da Jesús Gil Manzano, uno spagnolo che in genere non soffre di sudditanza psicologica nei confronti di nessuno. Celebre l’episodio del 23 settembre 2018 quando dopo un 2-2 al Camp Nou contro il Girona, Leo Messi si rifiutò di andare a stringere la sua mano. Un fischietto a cui la stampa più vicina ai blaugurana ha sempre dedicato grande “attenzione”. Ma come prova a fare Nuno forse è bene, in vista della gara di ritorno, abbassare le pressioni sui direttori di gara, e magari ironizzare: il tecnico portoghese non ebbe nulla da dire quando fu fischiato da un connazionale, ora che arbitra un iberico di tutt’altra estrazione prova con gli zuccherini. Niente cori contro gli arbitri e il Var, insomma: i tifosi dei Wolves potranno magari esibirsi nel nuovo canto che hanno dedicato a Patrick Cutrone. L’attaccante ex milanista deve ancora segnare e imporsi ma ha già la sua canzoncina dedicata: “Va matto per la pizza, va matto per la pasta, questo ragazzo è magico”. Non grande fantasia, a onor del vero, ma certamente qualcosa di gradito dall’attaccante che dovrebbe partire anche in questa occasione dalla panchina, con Jota e Jimenez decisamente favoriti a prenderne il posto dall’inizio. Per il resto i Wolves non hanno fin qui subito contrattempi di sorta. Dovrebbero mandare in campo Rui Patricio protetto dal terzetto Vallejo, Coady, Boly. In mediana Dendoncker, Neves (escluso all’andata) e Moutinho con Traoré e Jonny sulle fasce. Ballottaggio possibile tra Traorè e Doerthy, ma le ultime indicazioni fanno propendere per una squadra che se all’andata si era difesa di più, questa volta proverà a fare la partita nonostante il vantaggio. Davanti tandem Jota-Jimenez con Cutrone, come detto, pronto a subentrare.