Rivoluzione dell’età, si diventa anziani dopo i 75 anni

Gli stereotipi sono duri a morire, ma la realtà è testarda e alla fine ottiene la meglio sul luogo comune. Diciamo che proprio da questa data, 30 novembre 2018, la popolazione italiana può considerarsi più giovane: si è ufficialmente anziani dai 75 anni in su.

Una nuova prospettiva legata all’età biologica degli individui arriva dal congresso nazionale della Società italiana di gerontologia e geratria.

“Un 75enne invece ha la forma fisica e mentale di un 55enne del 1960”, prosegue. “Non solo, larga parte della popolazione tra i 60 e i 75 anni è in ottima forma e priva di malattie – aggiunge – per l’effetto ritardato dello sviluppo di malattie e dell’età di morte”.

Ad avallare la scelta anche le ultime indagini statistiche secondo cui oggi, in media, una donna in Italia vive fino agli 85 anni e un uomo fino a 82-83.

Insomma il concetto di anzianità non è qualcosa di statico, bensì risente delle: “mutate condizioni demografiche ed epidemiologiche“.

La terza età va dai 75 anni. “Puoi cambiare il tuo nome, puoi cambiare sesso, perché non la tua età?”, ha detto Emile Ratelband.

Non solo, la denatalità e l’aumento del numero di persone in pensione hanno un peso notevole sugli assetti delle famiglie e della società. Una presa d’atto, quella dei geriatri, che pero’ ha enormi ripercussioni sul piano politico ed economico: “Sappiamo che questa posizione non piacera’ ai sindacati – ammette Marchionni – e nemmeno a chi fa una bandiera dell’abolizione della legge Fornero, ma va considerato che abbiamo una vita media molto lunga e in grande efficienza, gli anziani andrebbero considerato una risorsa e non come un peso”. La cura degli anziani deve essere ottimizzata, bisogna promuovere l’assistenza geriatrica.

In poche parole? Sono felici e soddisfatti della loro vita.