M5S vuole abbassare l’Iva al 10% sui profilattici

Per quanto riguarda l’utilizza dei metodi contraccettivi, rispetto ad un’indagine fatta dall’Istituto superiore di sanità nel 2010, rimane stabile la percentuale di chi non usa alcun metodo (10%), mentre aumenta l’utilizzo del profilattico (77%) ma anche quella del coito interrotto (26%) e del calcolo dei giorni fertili (11%).

Per il senatore Marinello i preservativi costano troppo a causa, anche, dell’Iva al 22%. La famiglia però non è ancora il centro di riferimento per i ragazzi che non riescono a confrontarsi su questi argomenti con i genitori con cui difficilmente affrontano argomenti quali “sviluppo sessuale e fisiologia della riproduzione”, “infezioni/malattie sessualmente trasmissibili” e “metodi contraccettivi”: solo il 10% parla in famiglia di questi argomenti in maniera approfondita.

La misura consterebbe circa 50 milioni all’anno ed è rivolta soprattutto ai giovani. In particolare, si legge nella ‘sintesi’ di presentazione della pdl, “si stima che più di 500 milioni di persone abbiano un’infezione genitale dovuta a virus herpes simplex, mentre oltre 290 milioni di donne hanno un’infezione da papillomavirus umano, una delle IST più letali”. Marinello cita pure gli ultimi dati diffusi dal Censis sulle “conoscenze in materia di sessualità e rischi connessi nel mese di febbraio 2017“.

“E ancora: “l’età media al primo rapporto sessuale è di “‘16,4 anni, 17,1 anni è l’età media al primo rapporto completo'”. “Il “‘92,9% di chi ha avuto rapporti sessuali completi dichiara di stare sempre attento per evitare gravidanze, ma una quota minore (il 74,5%) si protegge sempre per evitare infezioni e malattie a trasmissione sessuale'”.

Comodo da indossare, sicuro, gradevole nell’aspetto, che non intacchi la sensibilità e, (perché no?), capace di regalare un piacere ancora più intenso. È il condom del futuro, possibilmente “perfetto”. Sotto ogni punto di vista. E di tatto. In Italia, come negli States e (per altre ragioni) nei paesi del terzo mondo, si utilizza poco o male. In gioco ci sono la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse (circa 350 milioni di casi in tutto il pianeta) e la limitazione delle nascite indesiderate.

Soprattutto in Africa, dove Aids e gravidanze tengono sotto scacco qualsiasi progetto assistenziale. Necessario, ma snobbato: lo indossa solo il 5% degli uomini, mentre ogni anno si registrano due milioni e mezzo di nuovi casi di infezione da Hiv. E se in Italia la pubblicità e la commercializzazione devono fare i conti con un’etica ecclesiastica a volte troppo intrusiva e spesso strumentalmente cavalcata dalla politica, al contrario in America c’è chi aspira a un preservativo che diventi di uso comune. Ed è ispirandosi a principi di solidarietà sociale che la “Bill Gates Foundation” ha annunciato un premio di 100mila dollari da assegnare al ricercatore che svilupperà un profilattico totalmente innovativo. A basso costo e ben accetto dai consumatori.

Il condom ideale, ironizza Jeff Spieler, consulente di Salute riproduttiva nell’Agenzia statunitense per lo Sviluppo internazionale, sarà quello per il quale chiunque esclamerà «accidenti, ho fatto sesso meglio con il preservativo che senza…». Ma come dovrebbe essere il “nuovo”? Sul web pullulano le idee. E i risultati sperimentali. Dallo spray con erogatore di lattice liquido per sagomare il preservativo direttamente sul pene, al modello a “cappello” che si adatta solo al glande per garantire il massimo di sensibilità. E fino all’ultimo nato, l’Origami-condom: tutto in silicone e con creste interne che fanno da stimolante.

L’ambizione di mister Microsoft si realizzerà quando dal profilattico tradizionale (da 20 anni l’innovazione è al palo) si arriverà a un prodotto rivoluzionario per sicurezza e piacere. L’attuale disaffezione nei confronti del condom non si spiega soltanto col timore di “sentire meno”, ma anche con il miglioramento delle cure. La gente sa che non si muore più di Aids. Come spiega Enrico Girardi, direttore di Epidemiologia allo Spallanzani di Roma, oggi c’è fiducia nella «ridotta infettività. Ed è ovvio che identificare e trattare le persone sieropositive, ad esempio rendendole poco o non contagiose, significa anche tenere sotto controllo l’epide mia. È vero, ma è improbabile che questo basti. L’approccio combinato, comportamentale e farmacologico, rimane il più giusto.

Quindi, il condom è fondamentale». Ma il profilattico espone ad errori. Come quello di applicarlo solo a un certo tempo e non durante tutto il rapporto. «È una pratica poco sicura», sottolinea Girardi, «perché anche le possibili pre-eiaculazioni mettono a rischio-gravidanza. E sarebbe anche consigliabile interrompere l’amplesso subito dopo l’eiaculazione, visto che con la perdita dell’erezione il profilattico si può sfilare, consentendo l’accesso degli spermatozoi. Infine, la precauzione iniziale: l’estremità del condom dove ha sede il serbatoio per il liquido seminale, andrebbe schiacciata per evitare di farla riempire d’aria ed esporla a rottura».

Altrettanto influente è il fattore culturale che riconosce una gestione del preservativo più che altro maschile, con la donna priva di potere contrattuale. Della serie, se lui si rifiuta lei non è in grado di imporne l’utilizzo. Tra le malattie, l’epatite C è meno trasmissibile per via sessuale, rivela lo specialista, perché ha contagiosità più bassa, ma non è da escludere: «Negli ultimi anni si è registrato un incremento di patologie classiche come sifilide, vere epidemie che non hanno risparmiato l’Italia. L’epatite C, favorita dall’esposizione al sangue, coinvolge soprattutto gli omosessuali ma non è escluso il contagio tra etero». Non tutti sanno che il gel, spesso utilizzato solo come lubrificante, potenzia la sensibilità. Ma è necessario affidarsi a quelli a base acquosa e non oleosa: alcune sostanze possono danneggiare il condom, fino alla rottura. Il mercato italiano, osserva Adriano Tandoi, socio di Toptalia, azienda leader nella vendita on-line di profilattici, lubrificanti e gadget erotici, è «protezioni stico e non facilita la diffusione del prodotto.

Dovrebbe bastare il marchio Cee a renderlo commercializzabile, e invece da noi è obbligatoria l’autorizzazione del ministero della Salute». I margini di guadagno? Enormi per le holding (in Italia, Durex rappresentato da ReckittBenckiser, Control di Artsana e Akuel di Ansell Ltd) con un giro d’affari, rivelano dalla Nielsen, azienda che ha il polso del mercato nelle farmacie, parafarmacie e market, di «circa 82 milioni di euro per 91 milioni di pezzi». Ma quanto costa alla fonte un preservativo? «Oscilla tra 3 e 4 centesimi», risponde Tandoi, «ed è venduto a circa 90 centesimi… ».