Highlights Juventus – Lazio 2-0 Sintesi, video e gol

VIDEO HIGHLIGHTS JUVENTUS LAZIO 2-0 –Il popolo bianconero è pronto a riabbracciare i propri beniamini, il popolo bianconero è pronto a dare il proprio benvenuto a Cristiano Ronaldo. È tutto pronto per la prima casalinga di Madama, in programma c’è Juventus-Lazio. Vivi con noi, in diretta, tutte le emozioni della partita dello Stadium.

Cristiano Ronaldo ha portato ieri alla Juve il suo primo sostanzioso regalo: il titolo in borsa della società bianconera ha sfondato per la prima volta il miliardo di euro di capitalizzazione, superando la soglia di un euro per azione e arrivando a un massimo di 1,028 e chiudendo a 1,024. È il record di capitalizzazione sul mercato nella storia del club, che fu quotata il 20 dicembre 2001.

Il valore della singola azione all’epoca era più alto – 1,30 euro – ma il titolo venne poi rettificato con l’aumento di capitale del 2011. La crescita così rapida del valore della squadra di calcio regina in Italia è sicuramente legata all’acquisto di Ronaldo. Il primo giugno scorso infatti il valore dell’azione- a campionati finiti e campagna acquisti da iniziare – era di 0,604 euro, e la capitalizzazione di borsa di 608,7 milioni di euro. Da allora ad oggi il valore del titolo è aumentato di 412 milioni di euro, qualcosa in più della stima del costo lordo pluriennale complessivo per l’acquisto del campionissimo portoghese. E l’azionista di maggioranza – Exor, del gruppo Agnelli- a ieri ha visto aumentare di 263 milioni di euro il valore del proprio pacchetto azionario in meno di un trimestre.

https://www.youtube.com/watch?v=TG1cQNlZR_Q

ANALISTI STUPITI C’è sempre stata una certa volatilità nei titoli delle squadre di calcio, e in particolare di quelle italiane (Juve, Roma e Lazio), quindi per fare bene i conti bisognerà vedere su quali livelli si assesteranno le azioni e se gli analisti fisseranno un nuovo stabile target price. Ma intanto la fiammata estiva c’è e fa capire che l’acquisto di Ronaldo sarà pure sembrato eccessivo per un campionato come quello italiano che non era abituato a cifre così alte, ma non è stato certo un colpo di testa da parte degli amministratori della squadra torinese.

Solo a maggio gli analisti di Banca Imi, che seguono stabilmente le quotazioni della Juventus, avevano fissato in mercato positivo come obiettivo massimo alla portata delle quotazioni il prezzo di 0,70 euro per azione, ed è invece del 50% più alto. Fino ad oggi nella borsa italiana sono stati i risultati sul campo a condizionare l’andamento del titolo,e soprattutto quelli internazionali che effettivamente sono in grado di incidere di più sulle entrate dei club fra premi e diritti tv. Quando i risultati internazionali sono stabili e soprattutto al top, i titoli delle 24 squadre di calcio oggi quotate in Europa sono molto meno volatili di quanto non accada sul mercato italiano. Soprattutto perle regine di borsa,Manchester United e Real Madrid, che oggi valgono comunque 3-4 volte il record di capitalizzazione dei bianconeri e possono contrare su entrate fisse enormemente più alte, soprattutto sulla vendita di gadget e commercializzazione del marchio. La Juve, che comunque era già entrata stabilmente nella top ten mondiale del calcio, ha negli ultimi anni quasi raddoppiato le entrate fisse,che nell’ultimo bilancio (quello nuovo verrà approvato fra un paio di settimane) avevano superato quota 500 milioni di euro. Ma la parte del leone l’hanno sempre fatta i diritti tv e radiofonici, che portano in cassa alla società quasi la metà di quella somma. Poco meno di 80 milioni di euro l’anno arrivano dagli sponsor e circa 60 milioni dalla vendita dei biglietti, che questa stagione sicuramente lieviteranno, perché Ronaldo oltre a garantire il pienone all’Allianz Stadium ha fatto digerire già un maxiaumento del costo degli abbonamenti così come dell’affitto dei palchetti speciali per vip e aziende interessate.

MAGLIETTE D’ORO Dal merchandising la Juve fin qui ha sempre ricavato meno di 20 milioni, e questa voce può sicuramente lievitare proprio grazie a CR7 che da solo vale quella cifra in magliette personalizzate. Certo quel miliardo raggiunto in borsa dovrà restare stabile e non risentire di eventuali battute di arresto della squadra sul campo e allora l’operazione Ronaldo (che sulla stagione 2018-19 ha un impatto di 116 milioni, il 50% del cartellino e il costo annuale lordo dello stipendio del giocatore) si potrebbe considerare completamente ripagata dai guadagni di borsa.

Sostiene Allegri che Cristiano Ronaldo contro la Lazio (alle 18 su Sky e Rojadirecta) giocherà, ma in futuro «potrà capitare che vada in panchina, perché dovrà rifiatare».Non è lesa maestà, ma l’intelligente e obbligatoria gestione di un fuoriclasse giunto per scolpire la differenza, e che per farlo deve quindi essere fresco e brillante. A prescindere dalla posizione in campo (più centrale con Dybala, decentrata con Mandzukic, che dovrebbe partire titolare contro i biancocelesti),Cristiano è il centro di gravità della Juve e va custodito come tale, ma il momento del riposo arriverà. Ora è invece il tempo dell’esordio all’Allianz Stadium,un fatto reincisivo sulle vittorie bianconere che può sommarsi alla confidenza con il gol di Ronaldo in casa: con il Real, tra Liga, Champions e Coppa del Re,al Bernabeu ha infatti segnato in media più di un gol a gara (1,15,contro lo 0,95 fuori casa). Vuol dire cominciare con un 1-0 potenziale, anche se va considerata la distribuzione eterogenea delle reti: nelle 196 partite casalinghe in blanco, Ronaldo ha segnato in 129 occasioni ed è andato in bianco nelle restanti 67. Tradotto: tra le mura amiche va in gol nel 65,8% delle gare, due partite su tre quindi. Ma è una tendenza comunque da marziano per cui è lecito che i tifosi si rechino allo Stadium attendendosi una rete del nuovo beniamino. Sarà accolto, CR7, da una coreografia organizzata dal club e da una seconda ovazione, 144 giorni dopo la prima durante Juve-Real, quando era un avversario. Allegri, però, come al solito sgombera il clima di festa, sottolineando che «la squadra ha il dovere di normalizzarsi e vincere». Lo stesso obbligo della Lazio, che lo scorso anno trionfò (2-1) all’Allianz interrompendo la striscia di 41 vittorie casalinghe della Juve, ma stavolta giunge all’appuntamento tra le nubi della discussione Lotito-Inzaghi («Ci siamo fatti una risata – minimizza il tecnico – Comunque riguardava i fisioterapisti che abbiamo già sostituito») e la sconfitta all’esordio contro il Napoli.

Le urla, stavolta, sono state di Simone Inzaghi. Urla, però, non figlie di uno sfo go, come quello di Lotito regi strato da uno smartphone galeotto. Urla di incitamento, invece. Urla che promettono battaglia. Urla che il tecnico ha distribuito a volontà ieri in allena mento a Formello. Il modo migliore per mettere da parte il polverone alzato dallo sfuriata, diventata virale sulla rete, del presidente nei suoi confronti. Ma, anche, il modo migliore per proiettarsi sulla partita con la Juve allo Stadium, che più delicata non si può.

VOLTARE PAGINA Il tecnico oggi dovrebbe chiudere il caso. L a sancire definitivamente la «pax» potrebbe essere lo stesso Lotito, annunciato a Formello. La Lazio, insomma, prova a voltare pagina dopo quelle urla che hanno aperto uno squarcio su un rapporto presidente-tecnico che non è e non sarà più lo stesso di prima. Un legame lunghissimo, che dura addirittura da quattordici anni, nel corso dei quali Inzaghi è stato prima giocatore, poi tecnico delle giovanili, quindi allenatore della prima squadra, con Lotito sempre presidente. Ebbene, chi conosce il patron sa che in un periodo così lungo è impossibile non avere con lui scontri, anche accesi, pure più accesi di quello finito sul web. Ne sa qualcosa lo stesso Igli Tare, un altro che con Lotito ha a che fare da parecchio tempo.

DISTANZA Ciò nonostante, qualcosa si è incrinato nel rapporto con Inzaghi. Dopo che per anni Simone è stato per Lotito uno di famiglia, adesso sta diventando (è già diventato) «solo» il suo allenatore. E viceversa. Dopo che per anni Lotito è stato per Inzaghi molto più che un presidente adesso è «solo» il massimo dirigente con cui confrontarsi e scontrarsi, senza sentimentalismi. Perché si eresce, perché l’asticella degli obiettivi continua a salire ed inevitabilmente le rispettive esigenze si divaricano. Il casus belli è stata la sostituzione di alcuni fisioterapisti, ma lo scontro poteva esserci (e magari ci sarà pure stato) su altre questioni. Come sempre, in questi casi, sarà il campo a ricomporre le fratture. O a farle deflagrare.

UN ANNO DOPO E pensare che, fin qui, era stato un legame idilliaco. I due si conoscono nella caldissima (per la Lazio) estate del 2004. Lotito deve salvare il club, inzaghi è uno dei primi a dargli una mano, spalmando su più stagioni il suo oneroso in gaggio. In cambio ottiene la promessa che, una volta ritiratosi, diventerà tecnico delle giovanili. Sei anni dopo Lotito la mantiene. Di più. Segue passo passo la sua carriera nelle giovanili con l’obiettivo di affidargli un giorno la prima squadra. Giorno che arriva in un’altra estate calda per la Lazio, quella del 2016. Lotito sceglie Bielsa e a Inzaghi, traghettatore dopo l’esonero di Pioli, promette la Salernitana. Simone accetta (rifiutando una panchina di Serie A, quella del Crotone) perché comprende che qualcosa potrebbe cambiare. E il colpo di scena arriva: Bielsa rinuncia, la Lazio è di Inzaghi. Da lì inizia una cavalcata che tocca l’apice dodici mesi fa quando la Lazio targata Lotito- Inzaghi strappa la Supercoppa alla Juve. Un anno dopo quel- Timmagine felice non c’è più. Il rapporto, dopo quattordici anni, è cambiato. Sarà ancora vincente?

Sono numeri da scudetto. Sold out aU’Allianz Stadium, cinquantamila tifosi stasera al San Paolo per il debutto casalingo di Ancelotti contro il «suo» Milan e 60.000 presenze domani al Meazza per vedere se Timer può veramente puntare al titolo. Dopo aver fatto da spettatrice al Mondiale l’Italia del pallone riscopre il piacere di riempire gli stadi II tutto esaurito del club bianco nero non fa notizia. La prima di CR7 nella sua nuova casa è un evento. La società bianconera avrebbe riempito un impianto con una capienza doppia. Cristiano Ronaldo è un formidabile motore per la voglia di crescita, economica e sportiva, del club della famiglia Agnelli. Ancora non lia segnato in serie A. Ma, nei suoi primi passi in bianconero, ha comunque già realizzato tanti piccoli «gol». Con le sue parole, con i suoi gesti, con la sua normalità fuori dal campo. E’ un divo senza fare niente per esserlo. Allegri, presentando la gara contro la Lazio, ha detto che CR7, strada facendo, potrà anche andare in panchina. Vedremo, intanto oggi la sua presenza non è in discussione. Ci mancherebbe. La Juve non ha ancora un progetto tattico definito ma sulla spinta dell’effetto Cristiano vuole una partenza sprint. Tanto per ricordare alla concorrenza che la Champions è la sfida dell’anno ma che vincere l’ottavo scudetto consecutivo è un obiettivo altrettanto stimolante.

Ma non si vive di solo Ronaldo. I numeri delle presenze per questo fine settimana calcistico dimostrano che anche le altre tifoserie delle grandi sono in fibrillazione. Ci stiamo riprendendo un posto in copertina nel calcio europeo. Una bella sensazione. E ora c’è da capire se qualcuno riuscirà ad arrivare davanti al campione portoghese. Nessuno si aspetti una risposta immediata. Siamo ancora nel calcio di agosto. Ingannevole. Ma un calendario birichino ha proposto nelle prime due giornate tanti scontri diretti.