Bella e sudata. E non è dipeso solo dal gran caldo. «Ottima reazione, una vittoria così era ciò che ci voleva». Allegri scarica l’adrenalina dopo il successo ottenuto quando mancavano solo due minuti. Nel finale il tecnico bianconero non si è mai seduto: urlava e si sbracciava per chiamare i suoi, prima chiedendo di non mollare dopo il gol annullato e poi indicando la migliore via difensiva per portare a casa il preziosissimo 3-2. «La condizione non è al meglio, in queste tre partite (la prima era quella di ieri, poi ci sono quelle con Lazio e Rarma, ndi) l’obiettivo è prendere i tre punti. E’ passata solo un settimana da quando lavoriamo tutti insieme, diciamo che le difficoltà incontrate ci serviranno per capire il dima. E attenzione perché quest’anno vincere lo scudetto sarà più difficile».
TEMPI. La Juve crescerà, non c’è dubbio. Allegri studia i minimi dettagli: «Abbiamo fatto bene per 5060 minuti, poi abbiamo abbassato l’attenzione e se lasci campo e spazi agli avversari loro giocano e fanno gol. Cancelo? Dopo il fallo da rigore sembrava volesse pugnalarsi, invece le partite non finiscono dopo alcuni episodi. Il Chievo si è difeso bene ed ha sfruttato le sue occasioni. Nessuno deve abbattersi durante la partita». Poi un commento su Khedira, l’altro bianconero ex del Real che a parte il gol del vantaggio ha combinato pochissimo: «Ma uno come lui non si può discutere – reagisce Allegri – viene da un anno importante e ha grande esperienza internazionale, poi quando mancano giocatori del suo calibro si sente». In generale la sensazione che la Juve avrebbe potuto chiuderla prima. Allegri è sicuramente di questo parere: «Dovevamo sfruttare le occasioni avute e segnare il secondo gol. Poi è calata la concentrazione, Giaccherini sul cross del pareggio ha potuto stopparla, toccarla, ritoccarla. Troppo. Però vedo anche che abbiamo fatto 26 tiri, di cui 10-12 nello specchio…». Ha ragione, il tecnico: la Juve non faceva tanti da quasi due anni, da ottobre del 2016 contro l’Empoli.
GIUDIZIO. Ovviamente gli chiedono di CR7, l’uomo più osservato dagli oltre 30.000 del Bentegodi: «Ronaldo miha impressionato, dalla panchina si vede che è un giocatore diverso. Ha fatto bene, anche se a volte non è stato servito nella maniera giusta. I suoi movimenti andavano bene. Si è calato nella nuova realtà con i modi corretti. Fbi dipende anche da con chi gioca, perché davanti abbiamo tante soluzioni e possiamo variare anche durante una sola partita. Cristiano all’inizio con Dybala doveva fare dei movimenti, poi dopo con Mandzukic centravanti è andato a sinistra e la squadra ha trovato maggiore profondità». Nessun mugugno per il gol che non è arrivato: «Era felice e sorridente per la vittoria della squadra». Fbi, poco prima di ripartire per Torino, Allegri chiude con un pensiero personale: «l’accoglienza che abbiamo ricevuto è stata eccezionale, dispiace solo che eravamo nel giorno del lutto nazionale per il dramma di Genova. Il dima era un po’ strano».