SORRISO. Sotto al suo cappellino comunque Paulo Fonseca, alla tredicesima giornata di fila senza sconfitte sul campo in Serie A, può prendere il buono della serata piovosa di San Siro. Giocava in trasferta contro un avversario che era stato capace di conquistare 42 punti su 48 dopo il lockdown e ha avuto la forza di rimontare tre volte uno svantaggio. Nel processo di crescita di un gruppo che mira «a diventare grande», come l’allenatore aveva detto alla vigilia, la personalità della Roma ha impressionato positivamente. «E’ stata una partita molto equilibrata – osserva – siamo stati bravi a reagire sempre, con coraggio, uscendo con carattere dalla nostra area di rigore, nonostante la partenza a handicap. Purtroppo abbiamo commesso molti errori, specialmente nelle scelte offensive. Avrei voluto vincere questa partita ma siccome eravamo sempre di rincorsa, il pareggio va letto come un buon risultato».
PERCORSO. Sugli obiettivi della squadra, dopo l’esame contro il Milan, Fonseca ripete: «Vogliamo migliorare rispetto all’anno scorso». Cioè afferrare il quarto posto e quindi la Champions: «Beh penso che due squadre siano superiori, Juventus e Inter, per gli investimenti effettuati. Ma adesso dobbiamo pensare partita dopo partita. Già giovedì torniamo in campo contro il Cska. Per me è importante notare che la squadra gioca con fiducia e ambizione».
LA STRATEGIA. Aveva preparato con cura la linea difensiva, piazzando Mancini nel mezzo e Ibañez a destra per provare a contenere Leao. La mossa non ha dato i frutti sperati, anche perché Karsdorp non è stato sufficientemente solido sulla fascia di competenza: «Ibrahimovic è un attaccante centrale, per cui aveva bisogno di un marcatore puro, mentre Leao è molto veloce nell’uno contro uno. Perciò ho pensato che potesse essere Ibañez, che è rapidissimo, a contrastarlo meglio».
L’ARBITRO. Non infierisce con Giacomelli, che ha regalato un rigore per parte: «Sbagliamo tutti. E in questo caso l’arbitro ha penalizzato tutt’e due le squadre, quindi niente di grave». Da segnalare la protesta decisa di Edin Dzeko nel momento dell’assegnazione del rigore per il Milan, poi trasformato da Ibrahimovic. «Ma che rigore è, che siamo venuti a fare?» ha detto all’arbitro il capitano della Roma, indignato soprattutto dalla scelta di Giacomelli di non consultare il Var. Aveva fatto, anzi non fatto, la stessa cosa nell’altra area per l’altro rigore. Mah.