La prossima legge di bilancio per la menzione 2019 continua a far parlare di sé, ieri sera mentre andava in onda la trasmissione televisiva DiMartedi c’è stato un forte dibattito sulla questione quota 100, apri social e volontaria con possibili correzioni all’attuale legge in vigore quella Fornero. L’ex ministro del lavoro, è intervenuta direttamente su questi argomenti, vediamo le sue dichiarazioni rilasciate dal conduttore Giovanni Floris.
Elsa Fornero è intervenuta ieri sera nella trasmissione condotta da Giovanni Floris e in merito alla pensione quota 100 ha voluto spiegare nel dettaglio chi ci guadagna chi ci perde:
” Ci guadagnano tutti quelli che secondo la riforma del nuovo Governo avrebbero ancora davanti 1-2-3 anni di lavoro prima della pensione, e se uno vuole andare effettivamente in pensione questo è un beneficio, ma ci sono molte cose che bisogna qualificare: per esempio è chiaro che restare al lavoro aumenta la pensione, ed oggi con il metodo contributivo continuare a lavorare vuol dire aumentare la pensione in maniera proporzionata. Con le pensioni di anzianità che saranno introdotte la pensione ad oggi è più bassa. Insomma rispetto a prima se uno esce con quota 100 prenderà una pensione più bassa”.
L’ex ministro che ha continuato giudicando le ultime misure introdotte come l’APE:
“L’ape social aveva cominciato ad aiutare le persone in difficoltà e l’ape volontaria permetteva a chi vuole uscire in anticipo di farlo a spese sue e senza mettere nuovamente il costo dei pensionamenti anticipati a carico di altri”. Poi prosegue: “C’è una cosa che gli italiani devono considerare, siamo sicuri che con una controriforma alla Fornero il sistema pensionistico tra dieci anni ci sarà ancora?”
Nel dibattito in studio è intervenuto anche Nicola Fratoianni di LeU che ha chiesto alla Fornero se la sua riforma è iniqua e se si può introdurre una retromarcia: “Abbiamo imparato troppo lentamente a distinguere tra le categorie, chi fa un lavoro usurante ha il diritto di andare in pensione prima, ma grazie a dio non tutti facciamo quei lavori e molte sono contente di continuare a lavorare e andare in pensione più tardi.
Infine la Fornero conclude: “Dobbiamo ricordare che quando facciamo pensioni anticipate, noi creiamo nuovi poveri. Per capire chi ha bisogno, si dovrebbe cercare un criterio di reddito e anche un criterio patrimoniale. Oggi molte famiglie giovani la casa di abitazione non ce l’hanno, Il problema riguarda soprattutto i giovani e le famiglie giovani, non gli anziani che da anni sono destinatari di risorse anche quando il paese non ne creava”.
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