Funghi velenosi, famiglia avvelenata: morti marito e moglie, gravi altri tre a Rocca di Papa

La tragedia è avvenuta a Rocca di Papa dove un gruppo di persone sono rimaste gravemente intossicate dopo l’ingestione di Funghi velenosi. Purtroppo due di queste, il nonno di 78 e la moglie di 74 anni, sono decedute mercoledì sera al Policlinico Gemelli a causa dell’avvelenamento che ha prodotto un’insufficienza multiorgano acuta provocata dall’ingestione dell’Amanita Falloide. Le altre quattro donne della famiglia restano ricoverate in ospedale in condizioni gravi.

Stanno ancora malissimo altri quattro componenti della famiglia, tutte donne: tra loro c’è un’anziana di 74 anni, una donna di 46 anni e sua figlia di 16 anni. La più piccola è ricoverata all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che nei giorni scorsi ha pubblicato un decalogo di regole per difendersi dai funghi velenosi.

Avvelenati da Amanita falloide (o Tignosa verdognola)

Il nonno della famiglia di Rocca di Papa avrebbe raccolto i funghi per lui fatali tra gli alberi degli ‘Orti di Barbarossa’, un bosco che si trova tra Rocca di Papa e Frascati, località dei Castelli Romani. Pensava che fossero dei prelibati e pregiati ovuli, ma in realtà si trattava di esemplari di Amanita falloide (conosciuta anche con il nome di Tignosa Verdognola), probabilmente il fungo più velenoso di tutti. Si tratta infatti di quello che provoca più decessi per avvelenamento. I sintomi compaiono da 6 a 20 ore dopo l’ingestione e tra questi c’è la sindrome falloidea, che comporta ripetuti episodi di vomito e diarrea, epatite, acuta con possibile necessità di trapianto. E’ potenzialmente mortale.

Queste le regole pubblicate dal Bambino Gesù per difendersi dai rischi di avvelenamento da funghi:

1) Non raccogliere i funghi se non si è in possesso del tesserino autorizzativo

2) Tutti i funghi raccolti – e non acquistati – vanno sottoposti al controllo di commestibilità degli Ispettorati Micologici delle ASL, disponibili in tutto il territorio nazionale

3) Per la raccolta utilizzare contenitori idonei e aerati come i cestini. Non usare buste di plastica

4) Non consumare funghi raccolti lungo le strade o in luoghi che potrebbero essere contaminati (industrie, campi agricoli)

5) Non è vero che i funghi che crescono su gli alberi non sono tossici

6) Consumare funghi in quantità moderate

7) Cuocere i funghi sempre senza coperchio allo scopo di far evaporare le tossine termolabili

8) Nei funghi sott’olio si può sviluppare la tossina botulinica: attenzione alla conservazione

9) Non somministrare funghi a bambini in età prescolare, per la loro immaturità digestiva verso questi alimenti

10) Non ingerire funghi in gravidanza

La sindrome Gastrointestinale è la più frequente; molti funghi la possono determinare (soprattutto Entoloma lividum, Russula emetica, Boletus satanas ecc.), i principi attivi responsabili sono molteplici e non sempre noti. I sintomi compaiono già al termine del pasto o entro 3-4 ore e sono proporzionali alla quantità di funghi ingerita; il vomito, la diarrea e i dolori addominali regrediscono spontaneamente entro 24-48 ore; è spesso necessario il reintegro delle perdite idriche.

• La sindrome Pantermica è data soprattutto dall’Amanita muscaria e dall’Amanita pantherina, in rapporto alla quantità di tossine ingerite (acido ibotenico, muscimolo e muscazone) si ha un quadro clinico che va dal capogiro, barcollamento, euforia, tremori, stato confusionale, sino alle crisi convulsive accompagnate da allucinazioni e sopore.
• La sindrome Muscarinica è dovuta alla muscarina (isolata dall’Amanita Mu- scaria), ma presente in maggior quantità nelle Clitocybe e Inocybe è caratterizzata da un quadro clinico con cefalea, dolori addominali, ipersalivazione, intensa sudorazione, lacrimazione, tremori e bradicardia che compaiono da 15 a 60 minuti dall’ingestione. La terapia, oltre alla decontaminazione gastrica, prevede l’uso di atropina.
• La sindrome Psicodisleptica, i funghi responsabili della sindrome appar – tengono ai generi Psilocybe, Panaeolus, Stropharia ed hanno proprietà simili all’LSD. La sintomatologia insorge entro 1 ora dall’ingestione ed è caratterizzata da disturbi della visione distorsione della percezione dei colori e delle forme e possono essere presenti, disorientamento, agitazione ed aggressività.
• Il Coprinus atramentarius produce una tossina che interagisce con l’eta- nolo e determina la sindrome Coprinica caratterizzata da vasodilatazione cutanea, ipotensione, tachicardia, cefalea; il trattamento è sintomatico.
I sintomi delle sindromi a breve latenza durano dalle 6 alle 24 ore, se non gravi, regrediscono con il solo uso di farmaci sintomatici.

SINDROMI A LUNGA LATENZA

Ben diversa, perché provoca una più alta incidenza di mortalità, è l’intossicazione da funghi che può manifestarsi con una sindrome tardiva, maggiore alle 6 ore (8-12). I sintomi inizialmente possono mimare una gastroenterite di tipo influenzale, così che il paziente e lo stesso medico curante sottovalutano il rischio, ricorrendo all’ospedalizzazione tardivamente e compromettendo a volte in maniera irreparabile lo stato di salute.
• La più frequente è la sindrome Falloidea, la cui tossicità è legata alla presenza di amatossine, è sufficiente anche un solo cappello, pari a circa 20 gr, a determinare gravi intossicazioni; i sintomi sono caratterizzati da frequenti episodi di vomito e diarrea che portano rapidamente a gravi stati di disidratazione e squilibri elettrolitici.
L’organo bersaglio è il fegato con il blocco della sintesi delle proteine (per inibizione dell’RNA polimerasi II) e conseguente morte cellulare; il danno può portare al trapianto o alla morte.
Tutte le gastroenteriti che compaiono dopo ingestione di funghi non controllati, con una latenza superiore alle 6 ore, devono essere trattate il più precocemente possibile con la decontaminazione (lavanda gastrica, carbone a dosi ripetute) e con un’infusione di liquidi, in considerazione del fatto che il trattamento è tanto più efficace quanto più è precoce.
• La sindrome Orellanica, determinata da funghi del genere Cortinarius orellanus e speciosissimus, può non dare manifestazioni gastroenteriche, ma già dopo 36 ore (a volte con intervalli di giorni o settimane), compaiono dolori muscolari, cefalea, brividi, inappetenza, seguiti da riduzione della quantità di urina; l’evoluzione verso un’insufficienza renale è possibile e spesso irreversibile. Per questo tipo di intossicazione l’unica terapia a disposizione è la dialisi, di supporto durante il periodo di sofferenza renale ed è previsto il trapianto di rene nei casi in cui l’insufficienza renale è irreversibile.
• Rara è la sindrome Gyromitrica, si caratterizza per la comparsa di sonnolenza, contratture muscolari, anemia emolitica, danno al fegato e reni, dopo ingestioni ripetute e di notevole quantità.

intossicazioni da funghi
cosa fare
NON consumare funghi non controllati da un micologo professionista! Conservare sempre i residui di pulizia dei funghi consumati da inviare ad un micologo per il riconoscimento della specie che ha causato disturbi. Rivolgersi immediatamente al medico: le cure, se praticate tempestivamente possono salvare la vita.
le cure
NON esiste alcun antidoto in grado neutralizzare le tossine mortali dei funghi, ma è necessario allontanarle prima possibile, dall’organismo: in caso di disturbi, per ingestione di funghi non controllati, recarsi in Pronto Soccorso.
Cure possibili:
LAVANDA GASTRICA: elimina i residui del pasto dallo stomaco attraverso una sonda, in questo modo si tenta di ridurre la quantità di tossine ingerite. CARBONE VEGETALE IN POLVERE: somministrato, subito dopo la lavanda, impedisce che le restanti tossine vengano assorbite e quindi ne facilita l’eliminazione con le feci.
FLEBOCLISI (infusione di liquidi per vena), necessarie per ripristinare la perdita di acqua e sali dovuta al vomito e diarrea.
In caso di intossicazione da Amanita phalloides e Cortinarius orellanus, può rendersi indispensabile il trapianto, rispettivamente del fegato e del rene.

FUNGHI SECCHI: pulirli accuratamente dei residui di terra, senza lavarli, affettarli e farli essiccare (sole, essiccatoio ecc.) su un canovaccio pulito e conservarli in luogo fresco e asciutto
CONGELATI : scegliere funghi giovani e non troppo grandi. Nel freezer domestico è consigliabile sbollentarli prima della conservazione (escluso i porcini)
SOTT’OLIO: Far bollire per circa 20 minuti, in una soluzione con 2/3 di aceto ed 1/3 di acqua (rischio botulino!), scolarli e farli asciugare prima di invasare con olio d’oliva.