Steve Jobs: Con un libro la figlia smonta il suo mito

Forse è il sentirsi una figlia di serie B che ha spinto Lisa Brennan, primogenita di Steve Jobs, a scrivere un libro così inconsueto e spietato sul rapporto con il padre. O forse le eccessive stranezze di lui hanno segnato per sempre la vita dell’autrice. Fatto sta che la biografia esce il 4 settembre in contemporanea negli Stati Uniti e in Italia (da noi con il titolo Pesciolino, Rizzoli). Intanto le anticipazioni concesse da Lisa alla stampa americana fanno discutere.

Lei definisce il fondatore della Apple, ucciso nel 2011 da una malattia inguaribile,“avaro di denaro, di parole e di affetto”: un ritratto ben poco lusinghiero. Ma nello stesso tempo dichiara di non volerlo condannare, anzi di perdonarlo per tutte le difficoltà del loro rapporto.

Lisa è il frutto del legame sentimentale iniziato al liceo di Cupertino, in California, tra lo studente Steve Jobs e la compagna di scuola Chrisann Brennan, poi divenuta pittrice. Nel 1978 dalla relazione nasce una figlia, ma lui, che pure partecipa alla scelta del nome, si rifiuta di riconoscerla. All’epoca ha 23 anni e dice di essere sterile. Per allevare Lisa, Chrisann si adatta a lavorare come donna delle pulizie e cameriera, mentre Steve non vuole contribuire. Solo quando un test genetico imposto dal tribunale stabilisce la sua paternità si adatta a versare piccole somme come alimenti. Il primo incontro tra Lisa e il padre è rievocato così nel libro: “«Sai chi sono?», mi chiese. Si tolse i capelli dagli occhi. Avevo tre anni, non risposi. «Sono tuo padre, una delle persone più importanti che tu possa mai conoscere»”.

A 8 anni la bimba viene riconosciuta finalmente da Steve, adotta anche il suo cognome e inizia a vederlo più di frequente. Lui passa a prenderla con la sua Porsche nera. Un giorno Lisa gli chiede candidamente se siano vere le storie sul fatto che cambi l’auto con una nuova identica anche solo per un graffio. “«Tu non avrai niente, hai capito? Niente», disse. Intendeva la macchina o qualcosa di più grande? Non lo sapevo. La sua voce era acuta, dritta nel mio petto”, rievoca il libro.

La freddezza è connaturata in Steve, abbandonato dai genitori biologici, studenti ventenni, e adottato ancora in fasce dai Jobs. Duro con se stesso e con gli altri, è noto per le intemperanze nei confronti dei dipendenti. Nel 1991 si sposa con la studentessa universitaria Laurene Powell, che gli darà tre figli. Per un certo periodo Lisa, in crisi con la madre, va a vivere con loro. Nel libro racconta una seduta terapeutica con il padre e la matrigna, dove dice di sentirsi sola e chiede a entrambi la promessa di darle la buona notte. Laurene risponde: «Siamo solo persone fredde».

Ma lei e Steve si dimostrano fin troppo caldi in altre situazioni. Le pagine più controverse di Pesciolino descrivono gli approcci focosi tra i coniugi in presenza di Lisa. «Rimani, è un momento di intimità familiare, è giusto condividerlo», le dice il padre. Lisa le definisce “scene inappropriate”, ma dovute solo ai modi impacciati di Jobs, e sottolinea di non essersi mai sentita minacciata da lui. Dice anzi: «Vorrei che le scene del libro dove pattiniamo e ridiamo insieme diventassero virali, come quella di lui quando mi dice che non erediterò nulla».

Tuttavia gli episodi positivi sono pochi. Anche quando l’autrice prova a inserirne uno, l’ambiguità di fondo ne rovina l’effetto. Per esempio, Lisa informa che uno dei primi computer della Apple venne chiamato con il suo nome, ma che Jobs lo negò per anni, dicendo che fosse solo una sigla casuale. Anche qui è il comportamento negativo che viene sottolineato. Destano perplessità ancora maggiori le pagine che raccontano gli ultimi mesi della vita di Steve. Lisa, che va a trovarlo spesso, un giorno spruzza nell’aria un deodorante per ambienti presente in bagno. Lui osserva implacabile: «Odori come un cesso!». «Era onesto», commenta lei. Un’altra volta guardano insieme la Tv e Steve le chiede all’improvviso: «Scriverai di me?».

«No», dice Lisa, all’epoca già nota giornalista che collabora con molte testate americane. «Bene», risponde lui sollevato. Perché allora tradire quella promessa?

Laurene e i figli Reed, Erin ed Eve non l’hanno presa bene. «Lisa fa parte della nostra famiglia, quindi è stato con tristezza che abbiamo letto il suo libro, che si distacca notevolmente dai nostri ricordi di quei tempi», affermano. «La figura di Steve non è quella del marito e del padre che conoscevamo. Steve amava Lisa e si rammaricava di non essere stato il padre che avrebbe dovuto essere durante la sua infanzia». Per la cronaca, Lisa ha ricevuto la stessa eredità milionaria dei fratelli.