Terrore nel salento, fulmine in spiaggia a Porto Cesareo: 3 feriti, grave un 13enne

Shock Salento. Un fulmine si è abbattuto in mezzo ai bagnanti in una porzione di spiaggia che parte da Porto Cesareo e Torre Lapillo, si riscontrano almeno quattro feriti purtroppo fra loro un ragazzino di 13 anni intenta a giocare in riva al mare, lui è il più grave ed è stato immediatamente trasportato all’ospedale Vito Facci di Lecce codice rosso, dove i sanitari l’hanno immediatamente sottoposto attacca.

Altri due bagnanti sono tuttora, di codice giallo. La potenza del fulmine si è schiantata su un gruppo di ragazzini senegalesi intenti a giocare a calcetto su una porzione di spiaggia libera. Fortunatamente cinque bambini solo un diciassettenne e soprattutto un tredicenne quest’ultimo della rianimazione.

I soccorsi
Andato in arresto cardiaco è stato rianimato grazie al pronto intervento del bagnino de “Le Dune”, accorso col defibrillatore, e da alcuni infermieri liberi dal servizio che si trovavano nello stabilimento balneare. Anche per il 17enne si è reso necessario il trasporto in ospedale, mentre gli altri tre ragazzini sono stati soccorsi sul posto dai sanitari del 118. Al momento dell’incidente non pioveva, ma in lontananza si avvertivano i primi tuoni. Sul posto sono intervenuti anche i militari della Capitaneria di Porto.

Un fulmine blocca i treni tra Bologna e Padova
Un fulmine ha pesantemente danneggiato la linea di alimentazione dei treni, a qualche chilometro della stazione di Bologna e ha provocato uno stop della circolazione tra il capoluogo emiliano e Padova. I tecnici di Rfi sono al lavoro per il ripristino. La linea è interrotta anche in un secondo punto, a Castel Maggiore, dove si stanno ancora cercando di stabilire le cause. Dalle 17.10 il traffico è rallentato: sospesi i regionali, mentre per l’AV sono state fatte deviazioni via Verona.

Fulmini, che fare in caso di scarica?

Il fulmine è forse uno dei fenomeni più spettacolari della natura e da sempre ha suscitato la fantasia e l’interesse degli uomini. Può purtroppo rappresentare per essi anche una grave minaccia, in particolare in montagna dove l’esposizione è in genere maggiore. Fortunatamente solo il 20-30 per cento delle persone colpite da un fulmine muoiono e le morti da fulminazione sono stimate in circa 1000 all’anno in tutto il mondo. Nel 2004 gli interventi per fulminazione eseguiti dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico sul territorio italiano sono stati 9 (0,2% del totale). Ciò non deve però far abbassare la guardia sul possibile e grave rischio di essere colpiti da un fulmine. Un soggetto può essere colpito da fulminazione diretta (quando, cioè, è il principale bersaglio del fulmine) oppure da fulminazione indiretta, cioè dalla corrente che si disperde nel terreno circostante al punto d’impatto del fulmine o che rimbalza dal bersaglio. Mentre la fulminazione diretta determina in genere la morte del soggetto, i danni da fulminazione indiretta possono essere più o meno gravi. I meccanismi con cui i fulmini determinano i loro danni dipendono principalmente da tre meccanismi: azione diretta della corrente sui tessuti, conversione dell’elettricità in energia termica, traumi secondari all’onda d’urto della scarica elettrica. La maggior parte degli incidenti mortali è il risultato di un arresto cardio-respiratorio immediato che si può verificare o per paralisi del centro respiratorio con arresto cardiaco secondario all’asfissia (cioè alla cessazione della respirazione) o, viceversa, per un arresto cardiaco (per fibrillazione ventricolare o asistolia) seguito da un danno secondario del sistema nervoso centrale (per cessazione dell’apporto di ossigeno), o per effetto contemporaneo della scarica elettrica su entrambi gli organi. Altre cause di morte sono costituite dai gravi traumi conseguenti all’onda d’urto prodotta dal fulmine o alle contrazioni muscolari involontarie indotte dall’elettricità, che possono scaraventare a distanza i malcapitati o far cadere gli alpinisti durante un’arrampicata. Le lesioni della cute possono essere localizzate agli strati più superficiali (ustioni, marchio elettrico) o interessare i tessuti più profondi fino alla completa carbonizzazione di un intero distretto corporeo. Inoltre la corrente può determinare gravi lesioni anche nei tessuti e negli organi interni che incontra lungo il suo percorso. L’elettricità spesso segue i grossi vasi sanguigni provocando un danneggiamento della loro parete, portando alla formazione di aneurismi, o la loro rottura con emorragie interne. Nei vasi più piccoli il calore determina invece la coagulazione del sangue e la loro occlusione. Non di rado si può determinare una rottura della membrana timpanica e, a livello oculare, la formazione di cataratta. A volte gli effetti possono essere transitori (minuti – ore) interessando prevalentemente il sistema nervoso (amnesia, confusione, perdita di coscienza, vertigini, paralisi sensitivomotorie) e/o i muscoli (debolezza generale, contratture muscolari). Le lesioni da fulmine possono essere ampiamente prevenute prendendo le opportune precauzioni: valutando accuratamente le previsioni del tempo prima di recarsi in montagna. Valutando continuamente le condizioni del tempo durante l’escursione. Evitando d’incamminarsi nelle ore pomeridiane, soprattutto nei mesi estivi.