Australia, allarme autorità: farmaco dimagrante “brucia grassi” è mortale

Le autorità australiane hanno lanciato un appello al pubblico avvertendo della pericolosità del Dnp, una sostanza chimica utilizzata per perdere peso ma che può provocare gravi malattie e, in alcuni casi, condurre alla morte.

Sentirsi a proprio agio guardandosi allo specchio è un sentimento comune. Per fare questo però, molte persone tendono anche ad usare prodotti o medicinali potenzialmente pericolosi per l’organismo. In Australia, le autorità competenti hanno lanciato degli appelli avvertendo il pubblico riguardo una particolare sostanza chimica acquistabile on-line e usata per perdere peso, in genere sotto forma di capsule gialle. Nota come 2,4 dinitrofenolo, abbreviato in Dnp, è contenuto in alcuni farmaci ed è pubblicizzato come “shredder”, ovvero tritatutto, ed ha causato gravi malattie e in alcuni casi anche la morte.

Gli effettiNel 2013 un ragazzo inglese di 18 anni morì in seguito all’uso di alcune pillole contenenti il Dnp. Giocava a rugby, voleva perdere peso, ma la sostanza gli provocò un surriscaldamento corporeo. Altri decessi sono avvenuti negli ultimi anni. Ed è proprio in una nota diffusa dal Dipartimento di Sanità del New South Wales che vengono specificati gli effetti del Dnp: previene l’immagazzinamento di energia come grasso, diffondendola invece come calore, facendo così aumentare la temperatura corporea e danneggiando di conseguenza le cellule degli organi come reni e cervello.

La parola dell’esperto“Vi è un mito secondo cui se usato in piccole dosi è sicuro, ma il Dnp è una sostanza estremamente tossica”, queste le parole della tossicologa clinica Kylie McArdie del Poisons Information Centre di Sydney. “Non esistono antidoti e anche con le migliori cure mediche le persone possono morire se usano prodotti che lo contengono”, ha concluso.

Di seguito si riportano alcune informazioni disponibili sulla DNP: Il 2,4-dinitrofenolo rappresenta un nitroderivato del fenolo. DNP è un composto usato soprattutto nell’ambito della ricerca scientifica e nell’industria manifatturiera, per la preparazione di tinture, conservanti per legno, esplosivi e insetticidi, ecc. Come altri nitrofenoli, il DNP è altamente tossico e può causare avvelenamento per via inalatoria, dermica o orale. Inoltre, il DNP ha effetti embriotossici, carcinogenici e mutagenici. EMCDDA, 2009. In passato, il DNP era stato utilizzato nella produzione delle pillole dimagranti grazie alla sua capacità di disaccoppiare la fosforilazione ossidativa nei mitocondri e di rendere la produzione di ATP meno efficiente, conducendo ad un rapido consumo di energia. Tuttavia, tali pillole smisero di essere prescritte nei tardi anni ’30 quando vennero riportati casi di effetti collaterali quali la formazione di cataratte. Negli esseri umani, una somministrazione di 20-50 mg/kg può essere fatale. Sistema Nazionale di Allerta Precoce, Dipartimento Politiche Antidroga, Presidenza del Consiglio dei Ministri (Prot. EWS 36/09 del 26/08/2009). Farmacologia e Tossicologia La dose di 2,4-dinitrofenolo considerata letale per l’uomo è maggiore a 14 mg/kg. National Research Council. Drinking Water & Health, Volume 4. Washington, DC: National Academy Press, 1981., p. 237. Il DNP agisce attraverso il disaccoppiamento della fosforilazione ossidativa in uno studio in vitro. U.S. Dept Health & Human Services/Agency for Toxic Substances & Disease Registry; Toxicological Profile for Dinitrophenols  Toxic Profiles 64.

Available from, as of September 16, 2010: http://www.atsdr.cdc.gov/toxprofiles/index.asp Effetti I principali rischi rilevati nel contatto di 2,4-dinitrofenolo derivano dalle sue proprietà tossicologiche. L’esposizione per inalazione, ingestione o assorbimento dermico a questa sostanza dolciastra, giallastra e cristallina può avvenire in caso di impiego come pesticida sui prodotti di legno e come intermedio chimico nella produzione di tinture. Effetti dell’esposizione possono includere bruciature all’epidermide e agli occhi, cefalea, senso di affaticamento, nausea, ansia, perdita di coscienza e anche morte per collasso cardiaco o polmonare. Forte senso di affaticamento, sete, ampia sudorazione, nausea, vomito, dolore addominale e diarrea, ansia, eccitazione a volte accompagnata da convulsioni, aumento della temperatura corporea, proporzionale alla dose tossica con cui l’individuo è entrato in contatto. Può culminare in iperpiressia, tachicardia, dispnea, cianosi e crampi ai muscoli, perdita di coscienza, collasso respiratorio, morte. Osol, A. (ed.).

Remington’s Pharmaceutical Sciences. 16th ed. Easton, Pennsylvania: Mack Publishing Co., 1980., p. III-157 In una persona intossicata da 2,4-dinitrofenolo si può manifestare un aumento del consumo di ossigeno, della temperatura corporea, del ritmo respiratorio e del ritmo cardiaco. Poiché la circolazione e la respirazione non accelerano in maniera proporzionale alla domanda metabolica, si sviluppano anossia e acidosi. Il 2,4-dinitrofenolo è un corrosivo della pelle e delle mucose. Tuttavia, la sua capacità corrosiva risulta meno forte rispetto a quella del fenolo. Soluzioni concentrate della sostanze possono comunque indurre corrosione della membrana orofaringea, di quella esofagea e delle mucose gastriche. Se il paziente sopravvive alla fase acuta dell’intossicazione, generalmente le complicazioni successive vengono ben affrontate (es. insufficienza renale ed epatite tossica). L’intossicazione fulminante è caratterizzata da comparsa improvvisa degli effetti più gravi e, nel peggiore dei casi, da decesso entro le 24 ore. La morte è da ricondurre al collasso respiratorio e circolatorio. Altri fattori contribuiscono al collasso quali l’iperpiressia, la deidratazione, il rigore muscolare (dovuto a calore o acido lattico), e talvolta l’edema polmonare.

Il consumo di pastiglie dimagranti contenti 2,4-dinitrofenolo ha mostrato la comparsa di cataratta nell’1% dei casi. La cataratta compare diversi mesi dopo che si è iniziato ad assumere il farmaco. Nei casi riportati dallo studio di Grant W. M. (1986), le cataratte comparivano in entrambi gli occhi, manifestandosi dapprima nella corteccia anteriore e successivamente in quella posteriore con riflessioni speculari policromatiche. Al progredire della cataratta, il cristallino si gonfiava e le fessure embrioniche venivano separate da fenditure nere. Grant, W.M. Toxicology of the Eye. 3rd ed. Springfield, IL: Charles C. Thomas Publisher, 1986., p. 358 Descritti due casi di decesso avvenuti nel 2006, a seguito dell’ingestione di 2,4-dinitrofenolo. Un caso ha riguardato una donna che aveva ingerito la sostanza con l’intento di perdere peso. Il secondo caso, invece, aveva ingerito la molecola per suicidarsi. Entrambi i pazienti hanno presentato ipertermia maligna e insufficienza respiratoria