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Vai ad immaginare che con l’Inter alle porte Allegri si metta a pensare allo YoungBoys? Eccome se lo fa: «Mercoledì in Champions per noi è molto più importante,ci giocheremo il primo posto. Con l’Inter è solo una partita…». Ora: nulla in casa Juve sarà mai lasciato al caso, non è la storia del club e non è la storia di Allegri. Però la distinzione l’ha tirata fuori proprio il tecnico, che poisi concentra su una settimana importante: «Un passo alla volta, tra Inter,coppa e derby avremo tre partite delicate e servirà che tutti si facciano trovare pronti». Infine ecco l’impegno di giornata, il suo 240º da allenatore bianconero: «Contro i nerazzurri sarà una partita bella e importante. Loro hanno giocatori bravi, tecnici, che tendono a far allungare gli avversari. E noi a Firenze a volte ci siamo trovati con la squadra spaccata, i tre davanti esette a difendere. Questo aspetto adesso va migliorato. Dovremo metterci impegno e attenzione, sennò si rischia».  


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 PRIMATO. L’Inter insegue, Allegri ci pensa il giusto: «Il campionato non va ammazzato, va vinto. Servono più o meno 30 successi quindi è impossibile che in 14 giornate la Juve oggi abbia ammazzato la serie A, è una questione matematica. Tutti tifano contro di noi? Ci sta, perché per il Napoli è un turno favorevole e potrebbe avvicinarsi, è normale che in tanti si aspettino che ci sia più battaglia. Ma dico che ci sarà lo stesso, il percorso è ancora lungo.Per fare 90 punti o quelli che servono dovremo essere bravi a dare continuità ea migliorare le prestazioni. Ancelotti giustamente dice che il Napoli ha tante possibilità, ma per me le stesse le ha anche l’Inter. Noi dobbiamo solo concentrarci su una partita alla volta e non pensare a ciò che dovrà venire.Anche perché mancano ancora gli scontri diretti che potranno fare la differenza». 
 
ETNIA. Un toscano di Livorno contro uno di Certaldo. La sfida tra Allegri eSpalletti è tra i motivi di attenzione. Max ci ride: «Stessa regione ma io vedoil mare e lui le colline… Poi di diverso c’è che lui i capelli non ce li hapiù e io… quasi. Scherzi a parte gli vanno fatti i complimenti per ciò che hafatto e che sta facendo. Sì, è vero, la Toscana produce buoni allenatori ma nonso da cosa dipenda. La partita contro la sua Inter si prepara da sola, non c’èbisogno di dire granché ai giocatori». Ad Allegri, poi, viene ricordato che èil compleanno numero 43 del presidente Andrea Agnelli: «Lui è un decisionista -commenta Allegri che lo conosce da cinque anni – questa penso sia la qualitàmigliore come dirigente. Poi è normale che oggi abbia un’autorevolezza diversarispetto al primo anno in cui è arrivato alla guida del club». Una dellemigliori decisioni di Agnelli? Proprio quella di puntare su Allegri, nel momentocomplicato dell’addio traumatico di Antonio Conte. 
 LucianoSpalletti non fa sconti e soprattutto non ha paura. Rispetta la Juventuscampione d’Italia e capolista, ma non la teme. «La partita la vince chi la fa,non chi la subisce e per questo andremo a Torino a fare la gara. E’ in incontricome questi che hai la possibilità di diminuire il gap non solo in classifica,ma anche rispetto alla forza che la Juve ha mostrato finora». Eccolo il suomanifesto programmatico alla vigilia di una trasferta complicata per inerazzurri e anche per lui che con i bianconeri ha un bilancio da brividi (19 koin 25 match, compresa la Coppa Italia). Il precedenti negativi, però, non hannointaccato il suo ottimismo. «Dopo il pareggio contro la Roma mi porto dietropiù certezze perché ho una squadra che cresce e che ha un atteggiamento semprepiù giusto. Ultimamente abbiamo disputato delle buone gare anche se ci èmancato un briciolo di attenzione che ci avrebbe fatto rasentare la perfezione.Siamo un’ottima squadra sia come rosa sia per interpretazione degli incontri edobbiamo essere orgogliosi di ciò che stiamo facendo. A Torino andiamo condelle certezze perché arriviamo a questa sfida nel migliore dei modi ovvero inottime condizioni sia fisiche sia mentali. E’ una partita difficile perchégrazie alla classifica loro hanno più tranquillità. Per questo dico chedobbiamo mostrare la nostra mentalità, il nostro essere collettivo». 
 

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MOMENTO CHIAVE. Spalletti sa bene che in 4 giorni, tra Juventus in Serie A ePsv in Europa, la stagione dell’Inter può prendere una piega ben precisa, ma seAllegri è convinto che tra campionato e Champions il confronto più importantesia quello di mercoledì contro lo Young Boys, il tecnico toscano ha un pensierodiverso: «Per noi i prossimi impegni sono entrambi importanti e, se loro sononella condizione di scegliere, i miei uomini ed io non lo siamo: dobbiamo farlebene entrambe le partite, ma concentrandoci su una alla volta. Perché se si fail primo passo in modo corretto e deciso, si può prendere la spinta per ilsecondo e per i successivi. Dobbiamo essere convinti che chi ci precede non siacosì forte e bravo da impedirci di andare avanti nel nostro percorso. Noi si vadritti per la strada in cui siamo». 
 
JUVE E CR7. Per i bianconeri non sono mancati i complimenti: «La Juve hagiocatori fortissimi, l’allenatore numero uno nel gestire un gruppo e unamentalità forte. Dovremo stare attenti a tutto e non dimenticarci di guardareanche gli specchietti retrovisori. Pensare che hanno solo Cristiano Ronaldosarebbe un errore perché ci sono anche GC3, ovvero un super difensore comeChiellini, Pjanic e tanti altri campioni. Punti deboli? Non ne dico per nonessere presuntuoso, ma credo che se giochiamo in maniera continuativa per 90’,se pressiamo, togliamo loro lo spazio per le giocare e non li facciamo ragionare,potremo far bene. Per noi questo è un banco di prova e non intendiamosbagliarlo».  
 
La base,almeno come schieramento, è la Juve di Firenze. Perché ha vinto 3-0, perché hadato buoni segnali e perché oggi la formazione considerata migliore prevedeDybala alle spalle della coppia d’attacco formata da Ronaldo e Mandzukic.Quella contro l’Inter, anche se Allegri cerca di scaricare la tensione, è unapartita molto importante e il livello dell’avversario di mercoledì – lo YoungBoys – permette al tecnico di fare i suoi calcoli nonostante in Champions cisarà in palio il primo posto del girone. Per stasera, quindi, dentro i miglioricon un solo cambio rispetto al Franchi: a metà campo a guidare la Juve torneràPjanic con conseguenti passaggio in panchina di Cuadrado e sul centrodestra diBentancur. Proprio Bentancur arriva da un paio di giorni di allenamentidifferenziati: l’uruguaiano si era bloccato per problemi alla schiena ma nelleultime ore sembra aver dato buoni segnali e garanzie sulla tenuta, quindidovrebbe essere regolarmente in campo. 
 
REGIA. Con Pjanic la Juve è sempre più ordinata: giocano meglio tutti, compresii due centrali di difesa spesso impegnati nel triangolo basso proprio con ilregista bosniaco. A proposito di difesa va detto che sugli esterni agirannoancora De Sciglio e Cancelo ma stavolta lo faranno a fasce invertite: il primoa sinistra, al posto dell’infortunato Alex Sandro, e il secondo a destra, nellasua posizione naturale. 
 
NOVITA’. La bella notizia arriva dalla presenza in panchina di Emre Can. Ilmediano tedesco era fermo dal 20 ottobre, quando nell’1-1 casalingo con ilGenoa rimase in panchina per 90 minuti. Poi l’operazione alla tiroide perl’asportazione di un nodulo e la lunga attesa: oggi, poco più di un mese emezzo dopo, l’ex Liverpool e pedina bianconera molto importante, sarà di nuovoa disposizione di Allegri. 
 
L’Inter haraggiunto Torino ieri sera in pullman poco prima dalle 20. Attorno all’hoteldella squadra il calore di tanti tifosi e un attento servizio d’ordine.Spalletti non ha convocato per la trasferta Nainggolan e Dalbert che sialleneranno alla Pinetina anche oggi. Il Ninja poi raggiungerà la squadra aTorino esattamente come ha fatto domenica scorsa a Roma nella speranza invecedi essere convocato per la sfida di Champions di martedì contro il Psv. Ancheieri ha lavorato a parte e le risposte della caviglia sono positive.  
 
Capitolo formazione. Il tecnico toscano qualche dubbio lo ha e la seduta diieri non li ha certo fugati perché come al solito ha mischiato le carte. Seperò a Roma contro i giallorossi ha puntato su una mediana tutta tecnica epalleggio, nella quale non hanno trovato posto né Gagliardini né Vecino, non vaescluso che all’Allianz Stadium faccia esattamente l’opposto ovvero chescommetta su l’azzurro e l’uruguaiano, con Borja Valero e Joao Mario inpanchina. Altri dubbi in difesa e in attacco: a destra D’Ambrosio, in grandespolvero all’Olimpico, è in vantaggio su Vrsaljko che è recuperato e magariavrà spazio in Champions contro il Psv, quando ci sarà necessità di spingeresugli esterni per andare alla ricerca del successo, mentre in attacco,nonostante l’ottimo momento di forma Keita potrebbe lasciare il postodall’inizio a Politano per evitare a Perisic di giocare a destra. Esiste anchel’ipotesi dell’esclusione del croato, non al meglio del rendimento, chepotrebbe rifiatare in vista della Champions League, ma nei big match finoraLuciano Spalletti non ha mai rinunciato a lui. Perisic in questa stagione hagiocato fin qui 18 partite (13 in campionato e 5 in Champions), segnando 2 gol,a Torino e Bologna, a inizio stagione. 
 
Sono i piùforti, nel vero senso della parola, per qualità tecniche e struttura fisica.Mica solo Cristiano Ronaldo e talento infinito. Solidità, altezza, muscoli. Unmuro invalicabile, ecco la diversità della Juve. Dominano, sono completi, tiincartano con il palleggio e ti mettono sotto nel corpo a corpo. Toccheràall’Inter, stasera all’Allianz Stadium, stabilire se questo campionato puòavere ancora un senso e se la Signora può essere almeno contrastata. Suibianconeri ci sbatti, puoi quasi esserne respinto. Allegri, chef stellato,vince di peso. Ha scelto il fisico e riesce a miscelare ogni volta un piattodiverso con sapienza tattica: la velocità di Cuadrado e Douglas Costa, l’ordinedi Pjanic, le invenzioni di Dybala, gli slalom di Cancelo portano agilità e soluzioni dentro un impianto costruito sul cemento armato. I pilastri sichiamano Chiellini, oggi definito il miglior difensore del mondo, Bonucci,Mandzukic e Matuidi. Il francese ha in parte tappato la falla “muscolare”aperta due anni fa dalla cessione di Pogba. Quando si è fermato Khedira, unaltro gigante, Allegri ha sganciato Bentancur in attesa di Emre Can, ormai pronto. Il senso della concretezza non sfugge mai alla Signora pur essendo firmata e identificata CR7. MUSCOLI. Un dato illumina la classifica della Serie A. La Juve è la squadra più “pesante” del campionato: 80,1 chilogrammi la media per giocatore, considerando tutti quelli impiegati sinora (almeno una presenza) da Allegri. Alti, ben piazzati, con qualità tecniche eccellenti. Nessuno arriva aquel peso, ancor meno tra le grandi. Udinese, Bologna, Frosinone e Atalanta sono appena sopra i 77 chili. L’Inter, assai più agile e leggera (75,7 kg di media), è distante e il Napoli, l’altra concorrente per lo scudetto, chiude la classifica a quota 73,7. Dato indicativo. Sono i più piccoli e leggeri, eredità del guardiolismo di Sarri. GIOCO AEREO. Sinora non c’è stata partita, tutti si sono inchinati allo strapotere fisico e tecnico bianconero. Ha pagato il conto la Fiorentina di Pioli al Franchi sabato scorso, crollando dopo 70 minuti ad altissima corsa e intensità. Ora tocca all’Inter, forse l’unica big del campionato a poter reggere e assorbire l’urto fisico della Juve. Se Allegri vince di peso, Spalletti domina di testa, non solo ricordando i gol di Vecinonello spareggio Champions con la Lazio (20 maggio scorso) e con il Tottenham aSan Siro. E’ difficile riuscire a mettere il piede tra due colossi come De Vrije Skriniar. Hanno cancellato Higuain e Immobile in Serie A, Kane e Suarez inChampions. Stasera si misureranno con i gomiti di Mandzukic e la furbizia diCR7. L’Inter domina nel gioco aereo. In 14 partite di campionato ha realizzatoben 7 gol di testa (Icardi 3, Lautaro Martinez 2, di Nainggolan e De Vrij glialtri due), più di tutte. Non mancano i colpitori a Spalletti. Un pregio da mettere a frutto, tenendo conto del punto debole della Juve: di testa il 38%delle reti incassate in campionato (3 su 8). Occhio alle palle inattive. Juve (9gol) e Inter (8) sono le due squadre della Serie A ad averne approfittato dipiù. Allegri, diverse volte, ha richiamato i suoi giocatori. Sono vulnerabili sulle punizioni laterali e sui calci d’angolo a sfavore. E’ un tema del derbyd’Italia. CONTRASTO. Stesso discorso per la propensione bianconera al corpo acorpo. La Juve è la squadra con la più alta percentuale di duelli vinti(53,5%). Non può esserlo in valore assoluto (quindicesimo posto con 136contrasti vinti) per un motivo semplice. Tiene palla, controlla il gioco e lamanovra, non ha bisogno di randellare, ma quando serve il peso di Chiellini,Bonucci e Mandzukic (85 chili l’uno) si sente, è ben distribuito sul campo.Diventa un deterrente. Senza contare alternative di peso come Benatia (94) e Khedira(90). La Juve ha il possesso palla più alto del campionato (59,3%), quasi allapari con l’Inter (59,2%). Stasera proveranno a giocarsela, sul filodell’equilibrio e della tecnica. Poi conteranno le diversità. Allegri di peso,Spalletti di testa. Andiamo a vedere. 
 
Mancavano 33gol e con l’arrivo di Ronaldo si era capito che sarebbe stata solo questione di tempo. Puntualmente, in 14 giornate, la Juve è arrivata a due passi dalla cifra tonda: 4.998 reti in serie A per i bianconeri, ancora due e saranno 5.000 tonde tonde. Stasera c’è l’Inter, squadra forte e con difesa di ferro o quasi. Però i bianconeri dal 18 agosto hanno messo sotto questo torneo, segnando anche con regolarità e variando spesso i nomi sul tabellino dei marcatori: quale migliore occasione di uno scontro diretto così importante per festeggiare il traguardo-gol di campionato? 
 
SPINTA. Certo, oggi tutti si aspettano un CR… 5.000. Ma all’inizio non è stato così. Perché Ronaldo faticava a sbloccarsi e la Juve – pur vincendo -stava cercando la sua migliore fisionomia possibile. Stasera, dopo poco meno di quattro mesi dal 3-2 in casa del Chievo, Spalletti e i suoi si troveranno davanti una squadra che ha imparato a conoscersi e che come punti (i 40 attuali sono già un record) e strisce positive (in campionato non perde da aprile: 18partite) sta volando. La Juve, insomma, non sembra conoscere crisi al di là di qualche piccolo difettuccio di distrazione, i 5.000 gol da raggiungere non possono essere che uno stimolo ulteriore per dare un’altra spallata alla corsa scudetto superando l’Inter, l’altra (oltre al Napoli già battuto a Torino) cheresta più o meno in scìa se di scìa si può parlare (-11 prima del match di stasera). 
CORSA. I bianconeri hanno aperto le danze con Khedira, un autogol di Bani delChievo e Bernardeschi. Da quel momento – era il 18 agosto – è partita la corsaai trenta gol che mancavano per la cifra tonda che oggi è più che alla portata.Undici marcatori diversi: il capocannoniere Ronaldo ovviamente (10 reti in A);ma anche il nuovo-vecchio centravanti Mandzukic (6 gol), Dybala, Bernardeschi,Matuidi e Bentancur (tutti a 2); e Khedira, Pjanic, Bonucci, Cuadrado,Chiellini (un gol a testa); nel conto, infine, anche due autogol. Il tutto conuna semplicità a volte disarmante, quasi con noia, attraverso partite controllate e poi aperte e chiuse nei modi più graditi. Graditi alla Juve,naturalmente. Per questo stasera in Italia tutti – juventini e milanisti a parte – tiferanno Inter. Ma il gruppo di Allegri ora viaggia con la sicurezza dei grandi e sa che con 2 gol quasi certamente farà sua un’altra partita importante e raggiungerà quota cinquemila. 
 
ATTESA. L’obiettivo, comunque, ormai è lì. Significa che la Juve sta per tagliare il prestigioso traguardo. E se non sarà stasera il brindisi potrebbe essere rimandato di qualche giorno, magari sabato 15, quando è in programma il derby con il Torino. Ovviamente c’è attesa anche per sapere chi sarà il marcatore del gol bianconero numero 5.000 in serie A. Sì, il lieto fine porta sempre lì, a Cristiano Ronaldo, se non altro perché il re dei cannonieri è ancora lui (11 gol stagionali, in A è capocannoniere con Piatek). Ma sarà motivo di festa per tutta la Juve, che oggi è anche molto di più di Cristiano Ronaldo. Un meccanismo perfetto con l’indiscutibile regia di Max Allegri, una regolarità impressionante. Il percorso è quasi completato, ancora due gol e il gioco sarà fatto: 5.000 reti, una storia lunga iniziata il 6 ottobre del 1929,con un 3-2 al Napoli. Novant’anni di gol bianconeri. In pratica è la storia di una vita.