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Un passo alla volta. Su tutto. Sul passaggio del turno di Champions, per il quale basta un pareggio: «Chiudiamo il discorso – si raccomanda Allegri – al primo posto penseremo all’ultima in casa dello Young Boys». Sul programma mentale da seguire: «Per vincere qualcosa, o speriamo… tutto, dovremo essere pronti a marzo, ora dobbiamo solo pensare a fare bene nelle importanti partite che ci mancano fino al 29 dicembre, quando andremo in vacanza». Sulle cose di campo che più gli premono: «Contano l’attenzione e la disponibilità che i giocatori hanno tra di loro. Stiamo crescendo, siamo migliorati anche nella velocità con cui attacchiamo, però si può ancora far meglio nei tempi di gioco senza concedere agli avversari il tempo per risistemarsi». E infine sulle scelte: «Quattro, tre e poi vediamo…».

TATTICA. Quest’ultimo passaggio di Allegri merita un approfondimento. Significa che il 4-3-3 non è schema rigido come ai tempi dello Zeman anni 90. Il tecnico bianconero analizza le doti dei suoi: «Lì davanti girano tutti, abbiamo un disordine che generalmente non piace ma a me piace tanto. Così non diamo riferimenti agli avversari. Penso giocherà Dybala dietro a Mandzukic e Ronaldo. Paulo? Mi aspetto una buona partita. Ronaldo come Pelè? Un bel paragone… Ma ora il calcio è diverso. Io posso dire che la forza di Cristiano, a parte la tecnica, è a livello mentale. E’ competitivo tutti i giorni, si allena sempre al massimo e questo è un vantaggio per noi perché ha fatto crescere il livello mentale tutta la squadra. Gol o assist è lo stesso, preferisco che giochi come sa…». Dopo gli attaccanti, più in generale, il punto sul gruppo: «La squadra sta bene mentalmente e fisicamente, lasciare fuori qualcuno sarà dura». Lo aiutano un po’ un paio di problemi fisici: Bernardeschi ancora out (ci sarà a Firenze) e De Sciglio che ha preso una botta. Ma in tutto ciò il Valencia, battuto agevolmente 2-0 all’andata con doppio rigore di Pjanic, che avversario è? «Nelle ultime dieci ha perso solo una volta – dice Allegri richiamando l’attenzione di tutti – ciò significa che ha dei valori. Proveranno a vincere per non essere eliminati e a livello psicologico sono in una situazione totalmente differente rispetto all’andata, hanno molta più fiducia nei loro mezzi».

PENSIERI. Gli chiedono di Neto: «Io ero contento nei due anni in cui è stato con noi – racconta Allegri – per lui non era facile perché aveva davanti il più grande portiere della storia del calcio. Poi sono state fatte altre scelte e Neto sta continuando a dimostrare il suo valore». E alla fine il pensiero rivolto a Vialli: «Gli mando un grande in bocca al lupo. Il suo è stato un messaggio straordinario. la vita non regala niente a nessuno e quella è la partita più difficile. Ci vogliono carattere e coraggio per sconfiggere il male e lui ha dimostrato di averli».

Condannato a vincere. Il Valencia non ha alternative per tenere viva la speranza di qualificarsi agli ottavi e poi giocarsi tutto tra due settimane al Mestalla contro il Manchester United. Altrimenti si dovrà ragionare sull’Europa League. C’è voglia di impresa e grande carica arriva da Norberto Neto, per due anni vice-Buffo e adesso ex un po’ polemico.
«Non so se con altre scelte personali, ora sarei io il titolare e non Szczesny – spiega il portiere brasiliano -. Sono stato qui due anni e non mi trovavo bene, non volevo proseguire in quella maniera. Perciò sono andato via, ho fatto la migliore scelta per me; sono contento e spero che le mie qualità possano aiutare il Valencia a fare risultato, che sarebbe la cosa più importante».
Tutto o niente in una notte, quindi, per gli spagnoli. «Vogliamo vincere perché dalla nostra vittoria dipende il nostro futuro in Champions», rileva il tecnico Marcelino Garcia. La speranza è di ‘copiare’ il Manchester United, che ha fatto bottino pieno allo Stadium con due gol nel finale. «Mi piacerebbe avere la capacità di fare centro come hanno fatto loro, a prescindere dai meriti – riflette l’allenatore spagnolo -. La Juve era stata superiore, ma vince chi fa più gol anche se magari ha giocato peggio. Servirà pazienza per contrastare la potenza fisica dei bianconeri». Servirà anche un piano anti-Ronaldo? «Ci preoccupa tutta la Juve non il singolo. Cristiano è un giocatore straordinario, con un’ambizione smisurata di essere sempre il migliore e di vincere sempre. Non penso di trovare un Ronaldo diverso da quello cui eravamo abituati in Spagna».

Ecco qualche suggerimento:

  1. Svezia con l’emittente Modern Times Group;
  2. Turchia con l’emittente Turkish Radio and Television Corporation;
  3. Slovacchia con l’emittente Slovenská Televízia;
  4. Portogallo con l’emittente Rádio e Televisão de Portugal;
  5. Repubblica Ceca con l’emittente Ceca Ceská Televize;
  6. Serbia con l’emittente Radio-televizija Srbije;
  7. Suriname con l’emittente Surinaamse Televisie Stichting;
  8. Paesi Bassi con l’emittente Sanoma Media Netherlands;
  9. Paraguay con l’emittente Sistema Nacional De Television;
  10. Svizzera con l’emittente Schweizer Radio und Fernsehen.

DYBALA, IL MODELLO… Paulo oggi è il numero tre della classifica cannonieri in Champions e un titolare sicuro della Juve .Ventidue anni fa, di questi tempi, Del Piero segnò il gol con cui la Juventus vinse l’Intercontinentale. Ale è il principale modello di Dybala, che indossa il suo 10 e ha come obiettivo regalare un trofeo internazionale alla Signora. La sua crescita europea è stata graduale e non sempre continua,con alternanza di partite eccezionali (la doppietta nel 3-0 al Barga nei quarti 2016-17) e altre in chiaroscuro (la finale di Cardiff). Spesso gli è stato rimproverato di essere più incisivo in campionato che in Europa, ma quella sera di Valencia gli ha dato la spinta per alzare il livello. Contro lo Young Boys ha approfittato dell’assenza di Ronaldo per segnare una tripletta, a Manchester ha firmato il gol partita. Rispetto all’inizio della stagione è un altro giocatore, come dimostrano l’assist e il gol, il primo, con l’Argentina.

… E IL MOMENTO Paulo sabato non ha giocato con la Spai perché è stato l’ultimo a rientrare e doveva smaltire il volo intercontinentale. In compenso, è tornato carico e con l’intenzione di bissare le prestazioni in nazionale: in stagione con la Juve è ancora a zero assist, una stranezza per lui. «Dybala è in un buon momento ed è straordinario, ma non è l’unico della Juve che mi preoccupa», ha detto l’allenatore del Valencia, Marcelino. «Mi aspetto che faccia una buona gara – ha aggiunto Allegri -. Penso che giocherà dietro a Ronaldo e Mandzukic».

Dybala è il miglior marcatore della Juventus in questa Champions, ha segnato 5 volte negli ultimi 5 match europei, tanti quanti ne aveva realizzati nelle prime 24 della competizione. Segno che il ragazzo è cresciuto parecchio.

CRISTIANO, IL NUMERO… Ronaldo, più semplicemente, con il gol allo United è tornato alle abitudini: la Champions è la sua coppa, per questo la serata di Valencia stona. Quella sera è sembrato un uomo in difficoltà di fronte ai capricci del caso, che gli ha messo sulla strada un episodio sfortunato, un pubblico fastidioso, un arbitro distratto. L’immagine di ieri è più tradizionale: un campione che gli allenatori avversari non voglio no irritare. «Cristiano è straordinario – ha detto Marcelino -. Il Valencia all’andata non gli ha fatto niente, non abbiamo deciso noi di mandarlo fuori». Sa anche lui che se si carica, è ancora più pericoloso. Anche perché l’ultimo numero uscito dai computer degli statistici impressiona: Ronaldo è entrato, con un gol o un assist, in 14 gol su 28 della Juventus. Forzando un po’, il titolo è facile: «Cristiano è il 50% della Juve».

…IL MOMENTO IImondo del calcio non smette di parlare di lui. Monchi ha detto che Cristiano è tornato («Ora vediamo il vero Ronaldo, aveva bisogno di un periodo di adattamento») e Costacurta addirittura lo ha avvicinato a Pelé, paragone che fa discutere ma di sicuro affascinante. Valdifiori però esagera. Il centrocampista della Spai ha commentato una foto del compagno Valori e CR7 con l’invidia del ragazzino che sogna uno scatto col campione. Ronaldo in foto abbozza un sorriso, che stasera non è atteso. Stasera, assieme ai buoni sentimenti, c’è una punta di vendetta.

In ogni caso Cristiano Ronaldo si consolerà a Dubai. Il Pallone d’Oro gli ha voltato le spalle? Il 3 gennaio sarà in lizza con i due francesi Kylian Mbappé e Antoine Griezmann per il titolo di Best Player nella decima edizione dei Globe Soccer Awards. L’esclusione di Varane e Mo- dric (già vincitore del Fifa Best Player) permette di dire che a nessuno quest’anno riuscirà il Grande Slam, centrato invece dal solo CR7 in due occasioni.

ANCHE ALLEGRI Nell ‘incantevole cornice del Madinat Ju- meirah ci sarà una parata di stelle. E molte saranno bianconere. Tra gli allenatori Max Allegri se la vedrà con Diego Simeone e Jurgen Klopp, ma soprattutto con due grandi juventini del passato: Zinedine Zidane per la Champions e Didier Deschamps per il trionfo Mondiale. E proprio il c.t, francese conferma la sua presenza negli Emirati con particolare soddisfazione: «E’ un privilegio unico aver vinto la Coppa del Mondo sia da giocatore che da tecnico, ma guardo al futuro. Ora penso a qualificarmi all’Europeo».

CLUB E AGENTI Invece l’Eca per la sezione dedicata ai club ha designato il Reai Madrid, l’Atletico e il Liverpool, Anche tra gli agenti si parlerà di Juve, visto che Jorge Mendes è segnalato per il colpo Ronaldo a Torino, mentre Stefano Castagna ha all’attivo il passaggio record di Alisson al Liverpool. A contendere loro la vittoria un colosso della Premier: Jonathan Barnett della Stellar Group.

C’E’ INFANTINO Dal 2010 in poi Globe Soccer ha calamitato i maggiori esponenti del calcio internazionale. Anche quest’anno ci sarà il presidente della Fifa Gianni Infantino, ma anche i vertici arbitrali (Collina e Busacca) con i fischietti della Coppa d’Asia in programma in quei giorni negli Emirati Arabi, un motivo di soddisfazione per Tommaso Bendoni (ceo della società organizzatrice), che evidenzia «il fonda- mentale supporto del Dubai Sport Council».

Parlare di numeri non gli è mai piaciuto. Massimiliano Allegri in matematica non è mai stato il primo della classe. E adesso che fa l’allenatore ai moduli preferisce il talento.

«Non sarà il solito 4-3-3 – dice il tecnico bianconero alla vigilia della gara col Valencia, quella che può regalare alla Juventus la qualificazione agli ottavi con un turno d’anticipo di sicuro sarà un 4-3 e poi vediamo che casino facciamo davanti». Dal pragmatismo esasperato al disordine creativo: ecco l’evoluzione dell’allenatore che ha già portato la Juventus due volte in finale di Champions e adesso vorrebbe fare l’ultimo step, anche perché ha un Cristiano Ro- naldo in più, acquistato principalmente per questo. Allegri però non vuole sentirsi dire che Madama è obbligata a vincere: «La Champions è una competizione a sé, il Reai stava molto peggio l’anno scorso e poi l’ha sollevata, le squadre devono essere pronte a marzo. Il Barcellona resta la favorita, poi subito dietro ci sono tre club, tra cui anche noi, che abbiamo l’ambizione di voler vincere e non di dover vincere».

TRIDENTE CREATIVO Leonardo quando allenava il Milan lanciò il 4-2 fantasia, Allegri ha scelto una nuova formula, che spiega nel dettaglio: «In attacco abbiamo giocatori che occupano tut ti gli spazi, danno fastidio e tolgono punti di riferimento. Questo disordine che non tutti apprezzano a me piace molto. Sui contropiede siamo migliorati molto ma possiamo ancora velocizzarci. Ci stimo lavorando, ma vista la qualità tecnica si può fare di più». Stasera saranno Dybala, Mandzukic e Cristiano Ronaldo a disorientare gli avversari, ma «lasciare fuori Douglas Costa, Cuadrado, Ru- gani e tutti quelli che andranno in panchina non sarà semplice, perché sabato hanno giocato tutti bene».

NON SI DORME Sull’undici di base non sembrano esserci molti dubbi: out Bernardeschi, Khedira ed Emre Can, tutti indisponibili, De Sciglio è convocato ma rischia la tribuna per una botta a una caviglia. Sarà la formazione migliore, con Chiellini accanto a Bonucci, Cancelo e Alex Sandro sulle fasce, Bentancur in mezzo con Pjanic e Matuidi più il tridente Dybala-Mandzukic-Ronaldo. Allegri però sa che, più delle gambe, conterà la testa, perché nell’ultima gara di Coppa allo Stadium la Juventus ha giocato meglio del Manchester, però ha perso. «Non dobbiamo addormentarci come negli ultimi 5 minuti con lo United. Ci vuole calma in ogni competizione. Il campionato è sempre aperto, a dicembre abbiamo scontri diretti con Inter e Roma. In Champions dobbiamo fare un passo alla volta, prendiamoci la qualificazione poi penseremo al primo posto. Il Valencia è in un buon momento e non è quello dell’andata. La sconfitta con gli inglesi però ci ha fatto bene, altrimenti rischiavamo di cadere a Milano. Non sono preoccupato ma voglio che i ragazzi rispettino gli avversari, perché niente è deciso». Toccherà al «4-3 e poi vediamo» chiudere la pratica.