Piange sangue dagli occhi: shock per un italiano

Un italiano di 52 anni si è presentato al pronto soccorso poiché piangeva sangue da entrambi gli occhi, senza però provare dolore. L’uomo soffriva di emolacria e gli esperti dell’Humanitas, l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Milano, ci spiegano come sia possibile e quali siano le cause di questa condizione.

L’uomo che piangeva sangue. La dottoressa Alessandra Di Maria, sul The New England Journal of Medicine, riporta il caso dell’uomo italiano di 52 anni che si è presentato al pronto soccorso a causa di una lacrimazione piuttosto particolare: le lacrime infatti contenevano sangue. Il paziente ha raccontato di aver iniziato a sanguinare da entrambi gli occhi spontaneamente due ore prima di essersi recato al pronto soccorso, la lacrimazione è durata giusto qualche minuto e si è presentata senza dolore.

Cosa ha provocato la lacrimazione. Secondo quanto riportato dallo stesso paziente, l’uomo non aveva subito traumi orbitali, oculari o nasali, insomma non c’erano cause apparenti che potessero spiegare quella lacrimazione, inoltre non erano presenti sanguinamenti da altri parti del corpo, né lividi. Il paziente stava assumendo captopril, un trattamento per una lieve ipertensione e la sua pressione sanguigna era normale.

Dopo un’analisi clinica, i medici hanno riscontrato una leggera iperemia (aumento di flusso sanguigno in una determinata parte del corpo), ma senza edema periorbitale o palpebrale. Tra l’altro l’uomo non aveva difficoltà alla vista e riusciva a muovere gli occhi. Emolacria, cos’è. Gli esperti hanno evidenziato la presenza di emangiomi (tumore vascolare) all’interno d entrambe le palpebre e sono giunti alla conclusione che il sintomo riportato fosse dovuto da emolacria, una condizione rara che è caratterizzata proprio dalla presenza di sangue nelle lacrime e che si presenta in casi di infezioni, infiammazione, traumi agli occhi e tumori vascolari degli occhi. All’uomo sono state somministrate gocce oftalmiche per trattare gli emangiomi palpebrali e un anno dopo l’episodio non ha più avuto episodi di lacrimazione con sangue.

Parlando di fenomeno spaventosi, entrano a far parte del discorso anche le paralisi da sonno.

In precedenza ho descritto cosa sono le paralisi nel sonno e ho parlato delle allucinazioni che spesso le accompagnano (la maggior parte delle volte, ahimè, terrificanti). Ho già spiegato che questo fenomeno ha più probabilità di verificarsi quando si è molto stanchi e in carenza di sonno. È allora che la fase REM (responsabile dell’inibizione dei movimenti e dell’attività onirica) si innesca oltre i suoi normali tempi, anche nei primi e negli ultimi momenti del sonno, quando la mente è in dormiveglia. Ora descrivo più in dettaglio le cause che possono scatenare le paralisi nel sonno e i rimedi che si possono adottare per prevenirle.

Si stima che circa il 30-40% delle persone abbia avuto, nel corso della propria vita, almeno un episodio di paralisi nel sonno e allucinazioni. Avere ogni tanto un’esperienza di questo tipo è da considerarsi del tutto normale; se però queste allucinazioni si ripetono con una certa frequenza (anche più volte nel corso della stessa notte), possono disturbare il ciclo del sonno, creare ansia (la persona ha paura di andare a dormire), compromettere la concentrazione e le normali attività quotidiane. In tal caso è consigliabile consultare il proprio medico, perché all’origine di questo disturbo potrebbe esserci una patologia (ad esempio, la narcolessia); anche un consulto psicologico può essere senz’altro utile.

Le cause

Le paralisi notturne possono verificarsi a qualsiasi età, anche nei bambini, ma solitamente cominciano nell’adolescenza. L’insorgenza della paralisi nel sonno è in special modo legata a:

  • Ciclo del sonno alterato, tipico di persone che fanno turni di notte, hanno ritmi sonno-veglia molto irregolari e dormono in maniera insufficiente (ad esempio: infermieri, medici, panettieri, camionisti, tassisti, studenti universitari, genitori alle prese con un figlio neonato, viaggiatori che subiscono il jet-lag, ecc.)
  • Trauma cranico, alterazioni enzimatiche, particolari malattie (Parkinson, narcolessia).
  • Stress: può essere stress dovuto a cambiamenti, a eventi traumatici (PTSD: post traumatic stress disorders).
  • Attacchi di panico: alcuni studi hanno dimostrato che le paralisi notturne si presentano con più frequenza in chi soffre di attacchi di panico.
  • Depressione e periodi di crisi personale, persone che vivono un’emergenza spirituale (cercano risposte riguardo la spiritualità, la fede, ecc.)
  • Componente ereditaria: alcuni studi hanno messo in evidenza una certa familiarità nelle paralisi del sonno.

I rimedi: come curare o evitare la paralisi nel sonno

Come detto, se le paralisi nel sonno diventano molto frequenti, occorre consultare un medico, o meglio ancora rivolgersi ad un centro di medicina del sonno; uno specialista indagherà per diagnosticare correttamente la paralisi nel sonno, escludere altre malattie che possono avere sintomi simili, e vedere di che tipo di paralisi nel sonno si tratta: se è legata ad un altra malattia come la narcolessia, verrà trattata insieme alla malattia primaria; se si tratta di una RISP (Recurrent Isolated Sleep Paralysis), di solito si cura con farmaci antidepressivi.

Se invece si tratta di una ISP (Isolated Sleep Paralysis), un trattamento farmacologico non è necessario. Tuttavia molte persone cercano comunque delle cure per evitare la paralisi, perché le allucinazioni sono fastidiose e comportano molta ansia e paura. Anche se non esistono delle vere e proprie terapie, è tuttavia sempre possibile provare a evitare le paralisi nel sonno e ridurre il disturbo delle allucinazioni seguendo uno stile di vita regolare e il più possibile privo di stress. In particolare, segui queste buone norme:

  • Cerca di avere un sonno regolare: va a letto sempre alla stessa ora e dormi sempre lo stesso numero di ore.
  • Dormi a sufficienza.
  • Evita un uso smodato di caffè, alcol e sostanze stimolanti.
  • Evita lo stress, la fatica fisica e le forti emozioni.
  • Evita di dormire supino (a pancia in su), perché ciò può favorire il manifestarsi della paralisi del sonno e amplificare la sensazione di soffocamento. Alcune persone, per evitare di finire involontariamente in quella posizione muovendosi nel sonno, si sono cucite sulla maglietta una pallina da ping pong in corrispondenza della schiena, in modo da sentire ‘fastidio’ e girarsi subito.
  • Dormi al buio e senza rumori: eventualmente usa una mascherina nera sugli occhi e i tappi per le orecchie, in modo da isolarti dai disturbi esterni e dalle luci che eventualmente possono peggiorare le paralisi nel sonno e le allucinazioni. In effetti molte persone hanno più paralisi nel sonno durante il pisolino pomeridiano, perché la luce del giorno filtra nella stanza.
  • Tieni la tua stanza pulita e ordinata, in modo da favorire il rilassamento e il riposo.
  • Prova a fare degli esercizi di respirazione e rilassamento prima di addormentarti.

Come interrompere una paralisi nel sonno

  • Non spaventarti: nel momento in cui diventi consapevole di stare vivendo una paralisi nel sonno, la prima cosa da fare è mantenerti il più possibile calmo; pensa: “Ok, questa è una paralisi del sonno, ma non può accadermi nulla di male, niente di quello che vedrò esiste, perciò non devo preoccuparmi; tra un po’ sarà finita e mi sveglierò”. Se puoi farlo, chiudi gli occhi e cerca di ‘non vedere’. Alcune persone sono riuscite a trasformare la creatura spaventosa in qualcosa di positivo, sforzandosi di vederla come un messaggero amichevole, dandole il benvenuto e invitandola ad avvicinarsi.
  • Non resistere: invece che opporre resistenza e lottare contro le ‘creature’ che ti appariranno e proveranno a ‘schiacciarti’, cerca di assecondare la pressione che senti sul petto; vai ‘all’indietro’, segui la direzione. In questo modo soffri di meno, e può anche essere che ti riaddormenterai. Se invece cominci a lottare, il senso di pressione e schiacciamento diventerà ancora più forte.
  • Respira a fondo: concentrati sulla respirazione e inspira profondamente; questo ti aiuta a rilassarti, a non farti cadere nel panico. Questo sistema può anche aiutare la transizione verso un sogno lucido.
  • Pensa a qualcosa (o qualcuno) che ami, che ti conforta e che ti dà coraggio: può essere la fede in Dio, la persona amata, un genitore, un’idea che ti fa stare particolarmente bene, ecc.
  • Prova a muovere un dito di una mano, o di un piede: gli arti più periferici sono meno soggetti al senso di paralisi, si riattivano prima. Concentrati solo sul dito e sforzati di muoverlo: basta questo per svegliarti completamente.
  • Alcune tecniche per stimolare il risveglio: prova a fare a trattenere volontariamente il respiro o a respirare molto intensamente e velocemente, a fare una smorfia con il viso, o fare un colpo di tosse, toccarti il palato con la lingua, muovere gli occhi molto rapidamente per qualche secondo (gli occhi non sono interessati dalla paralisi: per definizione, durante la fase REM, gli occhi si muovono); prova tutti questi sistemi, dovresti riuscire a svegliarti.
  • Chiedi a chi dorme con te (marito, compagno, fratello, ecc.) di svegliarti quando si accorge che stai respirando con fatica.

Come interrompere paralisi nel sonno che si susseguono in una stessa notte

  • Apri gli occhi e accendi la luce in modo che tutta la stanza sia ben illuminata.
  • Alzati dal letto e fai qualche esercizio aerobico: anche salire e scendere le scale va bene.

Poi puoi tornare a letto; prova a rilassarti e a riaddormentarti; non sarà semplice, ma almeno queste attività ti consentono di resettare il tuo orologio biologico e di scaricare la tensione, scongiurando il rischio che la paralisi del sonno si ripeta.