Conto corrente, quanto costa aprirlo all’estero? Quelli online costano l’80% in meno

Conviene? Non è detto. Il parere degli esperti e come fare. Per un deposito online per famiglie si spendono in media 22 euro contro i 142 degli istituti tradizionali. Occhio però al prelievo

Crescono le richieste dei privati cittadini di aprire conti correnti all’estero, motivate dai timori sulla situazione economica italiana e la stabilità del sistema finanziario. Lo dicono le fiduciarie, lo conferma la ritrosia a parlarne delle banche italiane. L’operazione è legittima e non troppo complicata. Ma conviene? Non è detto. Per dirla con Fabrizio Vedana, vice direttore generale di Unione Fiduciaria: «Fate bene i conti, non è tutto oro quel che luccica». Perché i costi possono essere alti — 5 euro per un prelievo allo sportello automatico, per esempio, in Francia, 10 euro a Monte Carlo — e, comunque, la tracciabilità fiscale rimane. Inoltre può esserci il problema della soglia d’ingresso. Non sempre bastano poche migliaia di euro per aprire un conto. «Se l’obiettivo è tutelarsi dall’eventuale patrimoniale, che il denaro sia in Italia o altrove non sarà possibile aggirare l’ostacolo», dice Leo De Rosa, managing partner dello Studio Russo De Rosa. A meno di spostare davvero la residenza.

Conto Corrente: Equitalia e debiti fiscali prelievo coatto in banca

Dal primo luglio Equitalia confluirà nell’Agenzia delle Entrate che diventerà ricca di poteri;  nello specifico è stato riferito che l’ente che vorrà procedere al pignoramento presso terzi, ad esempio l’istituto bancario, dovrà attivare una procedura presso il tribunale.  Ma cosa cambierà effettivamente?  Dal primo luglio l’ente pubblico potrà avvalersi della procedura prevista dall’articolo 72 bis del DPR 602/1973, che prevede l’adozione diretta da parte di Equitalia su crediti del debitore detenuti da terzi.  Questo passaggio di consegne segna l’inizio di una nuova era nella lotta all’evasione fiscale, perché il nuovo ente costituito sarà di tipo pubblico, economico, strumentale dell’Agenzia delle Entrate.

Il nuovo organismo di riscossione che sarà interno all’Agenzia delle Entrate, avrà maggiori poteri tra i quali quelli di riscossione forzati in termini efficacia delle procedure e più informazioni a disposizione, grazie all’accesso a tutte le banche dati del fisco, compreso anagrafe, rapporti finanziari, anagrafe tributaria e Inps. Delle cartelle di pagamento cambierà solo l’intestazione: non leggeremo più Equitalia, ma Agenzia delle Entrate-Riscossione.  Duro colpo per i debitori visto che il fisco con questa manovra è pronta a mettere le mani in tasca ai contribuenti ed alle imprese ed a partire dal primo luglio scatterà il possibile pignoramento del conto corrente di chi non ha  pagato una multa, poi seguirà il prelievo diritto della somma da saldare.

Se avete anche una sola multa non pagata, dal primo luglio non potete più scappare perché i tempi della riscossione saranno molto più seri e le procedure molto più efficaci,  visto che la nuova Equitalia potrà procedere direttamente al pignoramento del conto corrente del debitore senza dover richiedere l’apposita autorizzazione al giudice. Stessa cosa vale per il bollo, i  contributi Inps e tanti altri tipi di tasse. Va anche detto  che l’Agenzia delle Entrate- Riscossione,  erediterà tutti i crediti di Equitalia. Qualora non si proceda al pagamento della cartella sulle somme iscritte a ruolo sono dovuti gli interessi di mora dalla data di notifica di riscossione dovuto all’agente della riscossione sul capitale e sugli interessi di mora e tutte le eventuali ulteriori spese derivanti dal mancato pagamento della cartella.

Dopo i 60 giorni, il contribuente verrà ulteriormente invitato al pagamento e qualora questo non avvenisse entro i successivi sessanta giorni, il fisco chiederà alla banca il versamento dell’importo del debito senza l’intervento di alcun provvedimento giudiziale;  qualora manchi uno di questi passaggi e trascorsi 60 giorni, la nuova Equitalia passerà al recupero coattivo. “Per debiti fino a 1.000 euro Agenzia delle Entrate-Riscossione aspetta altri 120 giorni e “invia un ulteriore avviso, prima di intraprendere un’azione di riscossione”. La nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione (ovvero la vecchia Equitalia) avrà accesso, infatti, ai dati dell’Anagrafe Tributaria e dell’Inps e potrà procedere al pignoramento del conto corrente senza richiedere autorizzazione al giudice”, denunciano Federconsumatori e Adusbef.

Ma c’è un modo per mettere a riparo il conto dalle incursioni “indesiderate” del Fisco? I “trucchetti” usati in questi anni in cui lo spettro di un “prelievo forzoso” è stato sempre dietro l’angolo sono stati numerosi. C’è chi ad esempio chiede l’apertura del credito e lascia il conto completamente in rosso ma sempre ne limiti del fido. Poi c’è chi preleva tutti i giorni dal conto. Ed è questo il “trucco” più comune. I soldi versati dal datore di lavoro vengono spostati dal conto “0” al conto “1” e il conto principale in questo caso resta sempre a saldo zero. Il conto corrente principale a questo punto viene messo al riparo da un possibile pignoramento. Un altro “rimedio” è quello che prevede di cointestare il conto con un familiare. In questo caso il conto non può essere pignorato da parte di Equitalia perché il 50 per cento appartiene ad una seconda persona. Poi c’è l’apertura di un conto corrente di riserva, ovvero un conto parallelo su cui spostare i successivi pagamenti su quello più recente. Il conto aperto presso un’altra banca per poi farvi confluire tutto ciò che non viene pignorato dopo l’intervento di Equitalia sul primo conto. Infine per mettersi al riparo dalle intrusioni del Fisco bisogna dimostrare che sul conto venga versato solo lo stipendio o la pensione. Secondo alcune recenti sentenze, come ricorda laleggepertutti.it, Equitalia può mettere le mani sul conto solo se su questo vi siano entrate differenti da quelle reddituali di stipendio o assegno pensionistico.

Per chiederlo in banca occorre avere un reddito basso ll canone è «low cost». Ma le operazioni sono limitate. Dal 20 giugno è entrato in vigore il decreto del ministero dell’Economia che ha introdotto, recenpendo una direttiva Ue, anche in Italia il conto base senza spese e totalmente gratis per pensionati e famiglie con redditi bassi: è il cosiddetto «Conto corrente europeo di base».

Conto corrente “base” per pensionati e famiglie

L’obiettivo del Mef è includere il maggior numero di famiglie (comprese quindi quelle meno abbienti) nelle operazioni tramite il conto corrente, garantendo un risparmio sulle spese di gestione. Chi ha molta dimestichezza su Internet (e utilizza già i conti correnti online) o chi vive in una grande città (e può contrattare allo sportello condizioni favorevoli) potrebbe non sentire una forte necessità di questo conto a basso costo. Ma nella provincia e nei piccoli centri questa opportunità dovrebbe riscuotere più consensi. Scopriamo di cosa si tratta, quanto costa, e le operazioni consentite.

CHI VI PUÒ ADERIRE?

Potranno richiedere il «Conto corrente europeo di base» sia i pensionati con assegno Inps non superiore ai 18mila euro lordi l’anno sia le famiglie che presentano un modello Isee inferiore a 11.600 euro. In tutti questi casi si può ottenere il conto gratis e non saranno addebitate nè le spese di gestione né l’imposta di bollo. Le norme stabiliscono che è sufficiente autocertificare che il proprio reddito dichiarato ai fini Isee è inferiore all’importo precedentemente indicato. Tuttavia, è indispensabile comunicare alla banca il proprio valore Isee entro il 31 maggio di ciascun anno: in caso di mancata comunicazione la banca potrà addebitare le spese ordinarie. È inoltre possibile cointestare il conto ma soltanto a componenti del nucleo familiare che sono stati considerati nell’Isee.

QUALI SONO I COSTI?

L’iniziativa vuole dare a tutti la possibilità di effettuare pagamenti e accedere ad uno strumento di risparmio, senza dover sostenere le spese di un conto corrente tradizionale. È infatti richiesto il pagamento del solo canone annuo che, inoltre, deve essere di importo limitato e coerente con la finalità di inclusione sociale, mentre non potranno essere addebitate spese e commissioni ulteriori. Quindi si tratta di un conto low cost che, rispetto ai conti ordinari, presenta oneri notevolmente ridotti. Ovviamente, per contro, sono limitate le operazioni consentite. Resta il fatto che i titolari potranno effettuare operazioni aggiuntive a quelle prefissate ma pagando le spese, che di solito tali operazioni prevedono per gli altri correntisti della banca.

LE OPERAZIONI CONSENTITE?

Le operazioni di addebito diretto in Italia e nella zona euro (Sepa) sono Illimitate. I pagamenti ricevuti tramite bonifico (incluso accredito stipendio e pensione) sono 36 all’anno mentre i pagamenti ricorrenti tramite bonifico effettuati con addebito in conto sono 12 annui; sono invece al massimo 6 i pagamenti effettuati tramite bonifico con addebito in conto. Sono permessi fino a 12 versamenti in contanti e versamenti di assegni, mentre i prelievi di contante allo sportello sono limitati a sei operazioni. L’invio dell’informativa periodica (estratti conto e documento di sintesi) è regolamentata: una per trimestre e include le spese postali (gratuite). Infine l’elenco dei movimenti deve essere contenuto entro le sei operazioni l’anno.

LA CARTA BANCOMAT?

Le banche sono obbligate a rilasciare una carta Bancomat (che in gergo è una carta di debito) legata al conto corrente di base. Non sono previsti costi di gestione mentre tutte le operazioni di pagamento effettuate con questo bancomat saranno gratuite. Nel caso dei prelevamenti, quelli presso i bancomat (Atm) della propria banca sono illimitati e gratuiti mentre quelli presso altri Atm sono dodici all’anno: nel caso si superasse questo tetto verranno applicati dei costi per il prelievo. Infine, l’emissione, rinnovo e la sostituzione carta di debito è gratuita una volta all’anno.

Conto corrente online, truffe che azzerano i conti. Come prevenire i malware

Le truffe soprattutto quelle on-line sembrano essere ormai all’ordine del giorno e arrivano davvero attraverso ogni mezzo e ogni dispositivo. Quella di cui vogliamo parlarvi oggi riguarda il conto corrente online e di una truffa che va ad azzerare il saldo in modo piuttosto semplice e veloce. Ma come è possibile prevenire queste truffe? Se si ha un conto corrente online oppure tradizionale è bene prestare attenzione nel non farsi truffare, adottando sicuramente dei piccoli accorgimenti e dei comportamenti a prescindere se il conto sia online o meno. Sembra che l’estate sia il periodo migliore per i truffatori intenzionati a svuotare il conto corrente delle vittime, che nella maggior parte dei casi sono turisti molto spesso distratti oppure inconsapevoli di essere al centro dell’interesse del truffatore.

Stando a quanto riferito da una società specializzata nella Sicurezza informata, i Trojan bancari stanno aumentando la loro crescita negli ultimi mesi con l’avvicinarsi e l’arrivo dell’estate E perché pare che in questa stagione sia più facile truffare i turisti come abbiamo detto o per distrazione o talvolta per ignoranza. Bisogna prestare Dunque particolarmente attenzione ai malware e dunque alle truffe di phishing o smishing ovvero tutte quelle truffe che possono arrivare tramite sms o email inviando nella maggior parte dei casi una comunicazione fasulla che invita le vittime a scaricare un allegato oppure accreditare su un link.
Questi nella maggior parte dei casi, trasferiscono le vittime ad una pagina clone del proprio Istituto o postale o bancario e soltanto li è chiesto di inserire i dati sensibili, ma oltre alle generalità vengono richiesti dei dati riguardanti il conto corrente postale o bancario ed è facile capire come avendo questi dati, il conto corrente può essere svuotato in modo piuttosto semplice.

Dunque è bene non assecondare questi tipi di comunicazioni Perché nella maggior parte dei casi si tratta di truffe e inoltre sarebbe meglio evitare di accedere a servizi come L’home banking o l’indirizzo email personale sfruttando le connessioni pubbliche. Negli ultimi giorni ci sono state diverse segnalazioni soprattutto inviate dal Veneto, riguardanti una falsa comunicazione da parte di Enel Energia o meglio da una società che farebbe parte del gruppo Enel è che pare inviti le vittime ad inserire i propri dati su una pagina fake creata ad hoc al fine di ottenere il rimborso. Si è trattata di una classica truffa di phishing ovvero un raggiro che è stato inviato per mail e che sollecita l’utente a inserire le proprie coordinate bancarie con il solo intento di accedere ai dati delle carte di credito per svuotare il conto.