Streaming Link Roma-Viktoria Plzen gratis e diretta TV no Rojadirecta (Champions League)

Ci sono molte alternative per seguire lo streaming gratis riguardante la seconda fase a gironi della  Champions League 2018/2019 per Roma – Viktoria Plzen, è offerta dai siti delle emittenti che operano fuori dall’Italia che hanno acquistato nei loro paesi i diritti per mandare le immagini della Champions.

Un’alternativa dunque legale che permetterà, a meno di possibili interventi di blocchi geografici, di vedere la partita con lo streaming anche a chi è senza abbonamento alla paytv. Ecco qualche esempio:

  1. Indonesia Rajawali Citra Televisi Indonesia;
  2. Cipro Cyprus Broadcasting Corporation;
  3. Bosnia ed Erzegovina Radiotelevizija Bosne i Hercegovine;
  4. Cina China Central Television;
  5. Birmania Myanmar National TV;
  6. Austria Österreichischer Rundfunk;
  7. Australia Special Broadcasting Service;
  8. Irlanda Raidió Teilifís Éireann;
  9. Georgia Georgia Public Broadcasting;
  10. Kosovo Radio Television of Kosovo;
  11. Ecuador RedTeleSistema;
  12. Croazia Hrvatska radiotelevizija;
  13. Colombia Radio Cadena Nacional;
  14. Honduras Televicentro;
  15. Finlandia Yleisradio Oy;
  16. Germania Zweites Deutsches Fernsehen;
  17. Grecia Ellinikí Radiofonía Tileórasi;
  18. Lussemburgo Radio Television Luxembourg.

Dopo l’uno-due in campionato, servito per ritirarsi su in classifica e allontanare gli spettri dalla panchina, Di Francesco non vuole fermarsi. Il pesante ko di Madrid non ammette per questa sera, contro il Viktoria Plzen, un risultato diverso dalla vittoria: «Non possiamo sbagliare. Siamo felici per il successo sulla Lazio ma ai ragazzi, quando ci siamo ritrovati domenica, ho ribadito solo un concetto, l’equilibrio. Il derby vale doppio ma dobbiamo dare continuità a quello che abbiamo fatto vedere. Stiamo ripartendo e non possiamo fermarci nuovamente».

Continuità nel sistema di gioco (4-2-3-1) che potrebbe concretizzarsi nonostante l’assenza di De Rossi. A questo punto Cristante prenderà il posto del capitano giallorosso, affiancando Nzonzi in mediana con Pellegrini, match winner nel derby, confermato nel ruolo di trequartista con ai lati Under e Kluivert, nel tridente dietro Dzeko. E a tal proposito Di Francesco spiega: «Ho lavorato sia con il 4-3-3 che con il 4-2-3-1, possiamo alternare tranquillamente i due sistemi, a prescindere dalle assenze contro il Plzen di De Rossi e Pastore. Cambiare tanto non mi piace, ma poi bisogna essere anche bravi a leggere le situazioni e le partite. Nzonzi? È un giocatore in grande crescita, che ci dà equilibrio. Era arrivato quasi senza allenamenti, le partite da sole non bastano per le grandi prestazioni. L’esempio è Santon, che non aveva praticamente mai giocato, ma che allenandosi bene ha fatto due grandi prestazioni».

L’ex interista nelle ultime due partite ha giocato a destra. Questa sera rifiaterà anche perché Kolarov, nonostante i dubbi della vigilia, sarà in campo: «È stato grande a giocare sabato con la frattura. Ci tiene ad esserci anche con il Plzen, valuteremo insieme cosa fare». La sensazione è che alla fine giocherà. Chi invece partirà dalla panchina è Manolas che ha chiuso il derby leggermente affaticato: al suo posto è pronto Juan Jesus. Con il ritorno al 4-3-3, Florenzi torna terzino. Non un problema per il nazionale azzurro, anzi: «Il mio ruolo è in campo, sto bene lì, poi in questo momento mi sento più terzino. Parte tutto dalla testa. Se la testa dà l’input giusto puoi anche non dormire la notte, influisce tanto».

Il Plzen è un avversario che la Roma conosce bene per averlo affrontato un paio di anni fa in Europa League. Finì 1-1 in trasferta e 4-1 per il giallorossi all’Olimpico, con tripletta di Dzeko che ai cechi ha già segnato 6 reti in 5 gare. Proprio il bosniaco non vive un momento felicissimo, confermato dall’evidente nervosismo palesato nelle ultime gare: «Deve ritrovare solo il gol, a me nel derby è piaciuto e me lo tengo stretto. Lavora sempre per far vincere la squadra. Si parla di tanti fattori, ma ritrovare la rete viene prima di altri discorsi tecnico-tattici che lasciano un po’ il tempo che trovano. Edin va un po’ coccolato, con lui sto facendo un lavoro generale anche psicologico, è troppo importante per noi. E quando segnerà ritroverà anche la serenità». Tornando ai cechi, il 2-2 subito in rimonta al 95’ dal Cska Mosca è indicativo di come, se sottovalutati, possano diventare pericolosi: «Affrontiamo una squadra tosta, di grande fisicità – chiosa Di Francesco -. Dobbiamo capire quindi che dovremo scendere in campo ad armi pari dal punto di vista fisico per poi far valere la nostra maggiore qualità tecnica».

Annunciato come la cenerentola del girone, il Viktoria Plzen ha già fermato il Cska Mosca strappando il pareggio con un emozionante 2-2. E questa sera si presenta all’Olimpico con un punto in più in classifica rispetto alla Roma. Sornione il tecnico Pavel Vrba: «Nel derby, i giallorossi hanno mostrato la loro forza. Hanno una fase di transizione tremendamente veloce e poi c’è Dzeko, giocatore di grandissima qualità. Mi spiace solo che quando ha giocato in Repubblica Ceca non abbia preso la cittadinanza… Schick? Nella Roma c’è una grande concorrenza quindi è normale non avere vita facile». Top secret la formazione: «Non voglio dare indicazioni. Nelle ultime due trasferte giocate abbiamo perso, speriamo con la Roma di fare meglio. Probabilmente non riusciremo ad applicare totalmente il nostro calcio propositivo come facciamo di solito, ma ce la metteremo tutta». Out il centrocampista Jan Kopic per un problema alla caviglia.

 Il clima è più disteso a Trigoria, dove anche il saluto di un galantuomo come Umberto Gandini, da ieri ex amministratore delegato, è stato accompagnato da un sorriso. In una settimana è cambiato tutto, ma adesso la Roma deve trovare continuità. Su questo punta Di Francesco, che ha rimesso la squadra in carreggiata con la forza del lavoro. Lo scorso anno la Roma è stata protagonista in Champions, arrivando in semifinale, oggi vuole vincere per riprendere quel percorso. Di Francesco si mette alle spalle la netta vittoria sulla Lazio: «Una vittoria nel derby vale doppio, ma ieri ai miei giocatori ho ribadito solo un concetto: è importante mantenere l’equilibrio. Dobbiamo dare continuità a quello che abbiamo fatto vedere. E’ fondamentale per ripartire, serve continuità negli atteggiamenti e nel modo di stare in campo».

Il Viktoria Plzen non è una squadra da sottovalutare, e soprattutto ci sarà da mostrare i muscoli: «Affrontiamo una squadra tosta, di grande fisicità, di struttura, con un attaccante, Krmencik, che ha grandissime potenzialità, mena a tutti i difensori e attacca gli spazi. Dobbiamo capire quindi che dovremo scendere in campo ad armi pari dal punto di vista fisico per poi far valere la nostra maggiore qualità tecnica». mi tengo edin. Il tecnico aspetta il recupero di Dzeko, che non segna dal 19 agosto. E la partita di stasera può aiutarlo a sbloccarsi: «Edin deve ritrovare solo il gol, a me nel derby è piaciuto e me lo tengo stretto. Va un po’ coccolato, con lui sto facendo un lavoro generale anche psicologico, è troppo importante per noi, e quando segnerà ritroverà anche la serenità. Ha avuto diverse opportunità per segnare, speriamo trovi la rete il prima possibile. Difficilmente fa gol semplici, speriamo ne faccia uno facile. Sono sempre felice quando gli attaccanti segnano, perché è un modo in più per dare forza ai compagni».

Stasera servono i primi punti per guadagnare la qualificazione nel girone, dopo la netta sconfitta contro il Real Madrid. Nella prima partita i cechi hanno pareggiato contro il Cska Mosca e in caso di un risultato positivo all’Olimpico potrebbero sperare. A Di Francesco mancheranno diversi giocatori, il modulo passa in secondo piano dopo aver ritrovato la Roma: «A me non piace moltissimo cambiare. Possiamo alternare il 4-3-3 con il 4-2-3-1, sono sistemi che conosciamo e che possiamo modificare anche a partita in corso. I giocatori devono essere bravi a muoversi insieme nel 4-2-3-1, mentre il 4-3-3 è un modulo più definito. Pastore è un classico trequartista, lui non ci sarà, ma questo ruolo lo sanno fare Cristante, Pellegrini, Coric, Zaniolo. Dipende anche dagli avversari. Ovviamente cercherò di mettere tutti i giocatori nelle condizioni di rendere al meglio. Adesso teniamoci stretto questo entusiasmo ritrovato, affrontiamo una squadra difficile». questione di testa. Pellegrini, il grande protagonista nel derby, sarà confermato, mentre Santon stasera potrebbe tornare in panchina: «Santon ha dimostrato che può servirci tantissimo, ha intelligenza tattica. Le sue prestazioni nascono per i suoi allenamenti. Avevo già utilizzato Lorenzo a Sassuolo in quel ruolo, gli ho fatto guadagnare venti metri che gli sono venuti utili per inserirsi, ha sempre avuto queste caratteristiche, gli avevo già detto che poteva entrare al posto di Pastore».

Ha lavorato molto sotto l’aspetto psicologico per uscire dalla crisi: «Ho cercato di entrare nella testa dei calciatori, allenandoli in un certo modo, ed è servito: abbiamo cambiato assetto per metterli nelle condizioni migliori. Credo sia fondamentale l’aspetto mentale nell’approcciare certe gare e questa non la possiamo sbagliare».

Oggi mancherà De Rossi, altri giocatori dovranno assumersi le sue responsabilità: «Credo che si debbano responsabilizzare l’un l’altro, creando un’unica entità. Daniele è il trascinatore, può essere l’allenatore in campo, quello a cui trasmetto le direttive, ma voglio vedere un’unità d’intenti che potrebbe fare la differenza».

E’ vero che spesso, quasi sempre, i risultati orientano i giudizi. Ma è altrettanto vero che la tempestività delle buone scelte alimenta la speranza di ottenere risultati positivi. E così se Di Francesco in pochi giorni è passato, nelle percezioni della gente, da allenatore nel pallone (espressione scimmiottata dai social) ad allenatore geniale, è anche e soprattutto merito di una migliore gestione di uomini e tattica. flessibilità. La Roma ha vinto il derby cambiando tre volte il sistema di gioco. Era già successo a Di Francesco, che oggi rivendica con sarcasmo l’etichetta di integralista che gli era stata affibbiata l’anno scorso, di modificare modulo in corsa. Spesso alla ricerca disperata di equilibri che non venivano, o viceversa nel tentativo di recuperare un risultato. Ma contro la Lazio tutti gli aggiustamenti avevano un senso, a cominciare dalla decisione iniziale: con la coppia De Rossi-Nzonzi e un trequartista come Pastore non aveva senso insistere con il 4-3-3, peraltro improduttivo nelle sue precedenti manifestazioni. Allora via al 4-2-3-1, con il quale sono venute due vittorie determinanti in quattro giorni. Ma nella ripresa, quando è uscito De Rossi ed è entrato Cristante, Di Francesco non ha avuto esitazioni a ripristinare il modulo più familiare, nell’intenzione di mettere ogni giocatore nel proprio posto. E così nel 4-3-3 che si è visto nel secondo tempo Nzonzi ha fatto il vertice basso, Cristante la mezz’ala destra e Lorenzo Pellegrini la mezz’ala sinistra: dovrebbe essere il punto di partenza della partita di stasera contro il Viktoria Plzen, in mancanza di un mediano (De Rossi) e di un fantasista (Pastore) di ruolo.

IDEA. Di Francesco non aveva toccato lo schema provato in allenamento per l’infortunio di Pastore, studiando un piano B con Pellegrini trequartista che gli ha fruttato il gol del vantaggio e la punizione del 2-1. Ma per evitare il caos è stato obbligato a farlo quando ha perduto anche De Rossi. Diversa è stata invece la motivazione del secondo intervento: quando Inzaghi è passato al 4-4-2, Di Francesco ha deciso di “riempire” l’area con un altro difensore centrale che potesse farsi valere sui palloni alti e sui duelli fisici, cioè Juan Jesus. A quel punto ha escluso un esterno d’attacco, Florenzi, sistemandosi con un raccolto 5-3-2 nel quale i due esterni, Santon e Kolarov, rimanevano sufficientemente acquattati, mentre El Shaarawy saliva a supporto di Dzeko in attacco. Difesa a quattro, trequartista, difesa a tre, esterni bassi. L’integralista è diventato improvvisamente l’alchimista.

Un centravanti è abilitato a sbloccarsi in qualunque momento, come se avesse una conformazione genetica che non può rinunciare a una percentuale di casualità. Ma per Edin Dzeko questa assomiglia a un’occasione speciale: nel suo curriculum figurano già 6 gol al Viktoria Plzen, di cui 5 in sole 4 partite giocate nelle coppe europee. Il sesto risale all’età della pubertà, quando frequentava il campionato ceco: il 12 marzo del 2006, appena prima del ventesimo compleanno, gli segnò con la maglia del Teplice.

TRIPLETTISTA. Il Viktoria gli ricorda anche una tripletta in Euroleague con la Roma, due anni fa sempre allo Stadio Olimpico, e due reti equamente distribuite tra andata e ritorno con il Manchester City nella Champions 2013/14. Chissà se Di Francesco terrà in considerazione il passato per valorizzare il presente. In ogni caso difficilmente rinuncerà a Dzeko, che ha riposato mercoledì scorso contro il Frosinone e resta il calciatore più utilizzato della sua gestione. Ieri, unico giorno buono per i test tattici, lo ha provato nel tridente titolare con i cuccioli Ünder e Kluivert, nella speranza che l’aria della Champions gli restituisca il sorriso.

ASTINENZA. «Basta che Edin segni» racconta l’allenatore, che vuole opportunamente smorzare ogni tensione interna. Di sicuro Dzeko anche nel derby vinto ha trasmesso segnali di insofferenza. Stavolta verso El Shaarawy che non gli ha passato il pallone in ripartenza. Cose di campo, ovviamente, niente di grave. Ma è evidente che a Dzeko cominci a pesare non poco la distanza dall’ultimo gol, che rimane quello strepitoso segnato a Torino nella prima giornata di campionato: era il 19 agosto. Da allora ha segnato solo un gol ma con la Nazionale bosniaca, decisivo per battere l’Austria nella partita della Nations League. Significa che il suo ramadan realizzativo con la Roma è salito a 6 partite tra campionato e Champions, per un totale di 541 minuti recuperi esclusi. Lo scorso anno dopo 7 giornate di campionato era a quota 7. Non solo: per trovare un’attesa più lunga di 6 partite dobbiamo tornare alla prima stagione italiana, in cui gli riusciva difficile anche fare un passaggio di cinque metri. Eppure la sua partecipazione e la sua rabbia, oltre alla buona condizione atletica, lasciano pensare che presto Dzeko azzererà il contagol.

STIMA. I compagni non dubitano, anche se ne confermano lo stato di agitazione. Dzeko è ancora oggi, a 32 anni e mezzo, il giocatore più forte della Roma e tornerà presto a incidere sui risultati, riappropriandosi del titolo virtuale di capocannoniere della squadra momentaneamente abbandonato.

ALTER EGO. Così almeno giurano a Trigoria ridimensionando le preoccupazioni legate alla crescita di Schick. «Perché Patrik non gioca? Perché c’è Dzeko» spiega con semplicità Pavel Vrba, allenatore del Viktoria, forse intuendo l’aria nefasta. Un peccato per il delfino ceco, che contro i connazionali sarebbe stato molto felice di cominciare la partita: Krmencik, centravanti del Plzen molto temuto da Di Francesco, è il suo partner d’attacco in Nazionale. Vorrà dire che Schick proverà a ritagliarsi uno spazio nel secondo tempo. Del resto il suo digiuno è molto più fastidioso rispetto a Dzeko, perché il gol con la Roma manca dal 28 aprile.

Dalla “Roma degli uomini” è rimasto fuori. Neanche un minuto in campo nelle partite della svolta, Frosinone e derby. Prevedibile che l’appello ai senatori mettesse nell’angolo un ragazzo di diciannove anni, catapultato tre mesi fa in una dimensione del tutto nuova.

Ora, dopo una decina di giorni di purgatorio, Justin Kluivert torna a vedere luce, nell’atmosfera elettrica delle notti di Champions. «Potrebbe giocare anche dal primo minuto», ha detto ieri Di Francesco in conferenza stampa, ed è più di un indizio, anche se sono possibili ripensamenti dell’ultim’ora. Stavolta dovrebbe partire a sinistra, dove piace a lui e dove finora con la Roma ha giocato ben poco. Nella sua unica apparizione da titolare, a Bologna, è stato impiegato a destra. Può starci, anche se il suo gioco cambia: non la sterzata rapida a convergere, suo pezzo forte quando parte dal versante mancino, ma la ricerca del fondo da ala vecchio tipo, come in occasione dell’assist a Dzeko nella prima giornata di campionato.

A Bologna inizialmente si è mosso bene. Imbeccato da De Rossi, ha avuto due nitide occasioni per concludere in diagonale: nella prima ha trovato i guanti aperti di Skorupski, nella seconda un rimbalzo strano gli ha fatto perdere l’attimo. Poi però ha cominciato ad aggrovigliarsi in tentativi di assolo inconcludenti, come se avesse la smania di mostrare in pochi minuti tutto il suo bagaglio di finte e illusionismi. E infine, è sparito di scena, fino alla sostituzione con Ünder, ordinata da Di Francesco dopo un’ora.

LA VITA DELL’ESTERNO. Cosa deve fare in campo lo avrà forse capito guardando El Shaarawy e Florenzi nel derby. Agli esterni, specie se gioca con il trequartista, il tecnico chiede rientri generosi e continui, nonché la capacità di ripartire e dialogare in velocità. Un lavoro mentale e fisico per il quale Kluivert dovrà dimostrarsi pronto. Non gli mancano mezzi tecnici, intraprendenza, e tutto sommato neanche una discreta esperienza internazionale: ha conosciuto la Champions di striscio un anno fa, con il doppio preliminare Ajax-Nizza, finito male. E nella stagione precedente, a diciotto anni ancora da compiere, aveva già partecipato alla cavalcata dei lancieri fino alla finale dell’Europa League. Ha visto dalla panchina la finale persa con il Manchester United, ma nei quarti e nelle semifinali era stato sempre in campo. «Nella Roma non mi sento né una prima, né una seconda scelta. Diciamo una via di mezzo», ha detto in un’intervista in patria poco meno di un mese fa. Ora sta a lui guadagnarsi la ribalta o scivolare di nuovo nella penombra.

Largo ai giovani? Non è il momento. La Roma fin qui ha preferito puntare più sulle certezze che sulle scommesse. A dirlo è il Cies, centro studi sul calcio, che ha stilato la graduatoria dell’età media nei maggiori campionati europei. La Fiorentina ha fatto giocare più giovani di tutti (23,79 anni complessivi di media), mentre la squadra di Di Francesco è la 10ª più vecchia del continente con i suoi 28,41 anni. Al primo posto c’è il Chievo (29,53), seguito da Parma (29,46) e Juventus (29,26). Tanta Italia in una classifica che conferma la necessità di un rinnovamento auspicato anche da Mancini. La sorpresa maggiore riguarda proprio la Roma che ha costruito il suo progetto sui giovani talenti. Fuzato, Zaniolo, Coric, Luca Pellegrini e Kluivert, nati dal ’97 al ’99, hanno totalizzato 7 presenze (4 solo l’olandese figlio d’arte) con 218 minuti totali in campo. Hanno giocato a singhiozzo anche Cristante, Lorenzo Pellegrini, Under, Schick e Karsdorp, gli altri under 23 in rosa su cui punta forte Monchi. La crisi di risultati ha orientato le scelte tecniche verso i senatori e Di Fra, in fondo, ha mantenuto la promessa fatta a Bologna: «Da oggi scelgo gli uomini». Lo ha fatto senza guardare la carta d’identità, ma i più piccoli sono stati anche i più penalizzati. Come dimostrato nel derby (30 anni di media nell’undici titolare). Ecco la classifica nel dettaglio.

1) Chievo (29,53)
2) Parma (29,46)
3) Juventus (29,26)
4) Watford (29,04)
5) Saint-Etienne (28,70)
6) Burnley (28,61)
7) Espanyol (28,56)
8) Bayern Monaco (28,46)
9) SPAL (28,42)
10) Roma (28,41)

Alessandro Florenzi capitano d’Europa. Stasera non ci sarà De Rossi, sarà lui il capitano della Roma che cerca la prima vittoria stagionale in Champions. I romani hanno avuto un ruolo determinante nel rilancio della squadra e Florenzi vuole dare l’esempio, come ha fatto De Rossi in queste partite della rinascita. «Io sarò orgoglioso, ogni volta che lo farò, di portare questa fascia e difendere i colori della Roma. Ma devo mangiare tante patate per essere come i miei due predecessori, o amici che mi piace di più (Totti e De Rossi, n.d.r.), è un orgoglio portare la fascia, ma il capitano è Daniele. Speriamo che giochi tante partite perché è fondamentale dentro e fuori dal campo». Parole che pesano, come quelle che Florenzi usa per sminuire un litigio con Dzeko a Bologna: «Non c’è stato mai niente tra me e Edin. Siamo grandi amici anche fuori dal campo. E poi se vado a litigare con Edin ci rimetto io…». Addirittura lo elogia per la prestazione nel derby, che non è stata brillantissima: “E’ entrato in due gol su tre della Roma nel derby. Fa la spizzata sul primo gol, fa a sportellate prima della punizione del secondo gol che prende Pellegrini. E poi mi sono addormentato io quando mi ha dato un assist perfetto nel primo tempo».

Risate e buonumore. Florenzi porta in conferenza il clima cambiato nello spogliatoio: «Non dico che la crisi è superata, voglio che questa Roma dia di più. La partita contro la Lazio deve essere quella della svolta, non vogliamo ricadere sugli stessi errori di inizio stagione. Dobbiamo fare in modo di metterci alle spalle questo momento con un segnale di continuità».
Con il ritiro a Trigoria dopo la sconfitta di Bologna nello spogliatoio è cambiato il vento: «Tutto parte dalla testa, sapevamo di dover rimettere le idee a posto. Ora siamo sulla strada giusta. Speriamo di replicare il percorso fatto in Europa lo scorso anno, è il nostro obiettivo anche se sappiamo che sarà molto difficile e dipenderà da tanti fattori. Contro il Viktoria per noi è veramente importante, sarà la prima in casa e vogliamo fare bella figura con una grande vittoria. Dipende da noi giocatori e da tutti quelli che possono dare una mano alla Roma, ma non vogliamo più ricadere nei risultati negativi di qualche settimana fa».
Contro la Lazio è tornato a giocare da attaccante esterno, stasera riprende il suo posto in difesa: «Mi sono trovato bene, io mi trovo bene in campo, la mia posizione è in campo, quando gioco sono felice. Sono a disposizione dell’allenatore per tutti i ruoli». Di Francesco lo invita a dire quale ruolo preferisce: «Adesso come adesso è quello di terzino».
Al suo posto in difesa ha giocato Santon, che ha superato l’esame brillantemente: «E’ arrivato con qualche critica di troppo per l’uomo che conosco io, siamo molto legati io e Davide, anche quando lui era a Milano. Sono stato molto felice che sia venuto a Roma. Non esprimo giudizi su di me e quindi nemmeno sui miei compagni, ma penso che sia sotto gli occhi di tutti che sia stato uno dei migliori nelle due partite che ha giocato. Spero aiuti la Roma a vincere».

Nel suo libro Totti ha scritto che nello spogliatoio della Roma si parla inglese. Florenzi ci scherza: «Quest’anno ci sono tanti italiani rispetto al passato. Si parla italiano, per il poco che so parlo inglese con chi devo parlare inglese. Faccio del mio meglio anche se non sono bravo come Daniele, lui è il più preparato perché parla l’inglese come l’italiano. Io ho imparato a dire esterno o interno in turco per esempio, per farmi capire da Ünder. Dobbiamo aiutarci tutti, è quello che ho cercato di fare io. Comunque stanno tutti imparando l’italiano».

Derby di passione, di tensione, incerto come e più del consueto. Derby di responsi che valgono fino alla stracittadina successiva, in negativo o in positivo. Ma non derby da record, almeno per quanto riguarda la risposta del pubblico: l’affluenza prevista non supera la soglia dei 50 mila spettatori, contro i 55 mila che più o meno furono presenti lo scorso anno, sia all’andata che al ritorno. Gli esteti del tifo non potranno non notare qualche vuoto nel catino dell’Olimpico, ma non c’è nulla di particolarmente strano: nelle stagioni precedenti si sono viste sfide da meno di quarantamila anime, con “buchi” talmente larghi sugli spalti da far stringere il cuore ai nostalgici dei sovraffollati derby del secolo scorso. Per oggi, la geografia dell’Olimpico vede i settori giallorossi, sia Curva Sud che Distinti Sud, esauriti già da qualche giorno, soprattutto per la presenza degli abbonati. Sul versante biancoceleste, la Curva Nord è piena, i Distinti Nord Ovest non ancora; il che, stante l’ordine prestabilito per l’acquisto dei biglietti ospiti, vuol dire che il settore dei Distinti Nord Est, in teoria anch’esso destinato ai tifosi della Lazio, a ieri non era ancora stato aperto alla vendita. Discretamente piena la Tribuna Monte Mario, più ampia la disponibilità in Tevere. LE ATTESE. La Roma avrà un sostegno numericamente maggiore. Normale, visto che per calendario è padrona di casa e parte dallo zoccolo duro dei 23 mila e 500 abbonati; ma è anche vero che la Lazio si attendeva una risposta più calda dai propri tifosi, che potrebbero non arrivare a 15 mila. I bilanci alla fine, comunque: le ultime ore possono sempre riservare sorprese. Di sicuro, da parte biancoceleste mancherà la coreografia pre gara, come confermato ieri dagli Irriducibili, che entreranno a partita iniziata «contro repressioni e benpensanti». ORDINE PUBBLICO. Quanto all’ordine pubblico, nessun allarme particolare alla vigilia, anche se l’appuntamento è pur sempre da bollino rosso. Giovedì scorso, il questore Guido Marino ha presieduto un tavolo tecnico e pianificato l’azione delle forze dell’ordine. In strada una task force, dentro lo stadio il consueto servizio degli steward. Oltre alla prevenzione e repressione di eventuali incidenti, verrà effettuato un servizio anti bagarinaggio, parcheggiatori e venditori abusivi. Presenti nei dintorni dell’Olimpico anche diversi agenti della Digos a scopo di prevenzione e attività di inteligence. Com’è ormai consuetudine, si convoglierà l’arrivo allo stadio delle due tifoserie da direttrici diverse: ai tifosi laziali è raccomandato l’afflusso da Ponte Milvio e Tor di Quinto, ai romanisti è richiesto di arrivare allo stadio da Piazzale Clodio e Ponte della Musica.

Seconda sfida stagionale in Champions, la prima all’Olimpico per la Roma. La squadra di Eusebio Di Francesco travolta all’esordio dal Real Madrid affronterà questa sera davanti ai propri tifosi il Viktoria Plzeň. Sulla scia dell’entusiasmo per la vittoria nel derby contro la Lazio i giallorossi proveranno a conquistare 3 punti assolutamente alla portata, per piazzare il sorpasso in classifica sui cechi risollevandosi anche nel massimo torneo continentale.

Roma-Viktoria Plzeň, diretta tv e orario della 2a sfida di Champions League per i giallorossi

Roma-Viktoria Plzeň è la seconda sfida del gruppo G di Champions League. I giallorossi ancora a 0 punti vogliono battere i cechi per scavalcarli in classifica: al momento infatti il Viktoria è secondo, con un punto, in virtù del pareggio rimediato all’esordio contro il CSKA Mosca. Si prevede un Olimpico incandescente dopo il successo della squadra di Di Francesco nel derby. Per chi non potrà essere allo stadio Roma-Viktoria Plzeň sarà trasmessa in tv in esclusiva su Sky a partire dalle 21. Sarà possibile assistere alla partita anche sui dispositivi portatili in streaming grazie all’app SkyGo.

La Roma anti Viktoria Plzeň: c’è Pellegrini, idea Kluivert

Per Roma-Viktoria Plzeň Eusebio Di Francesco sta pensando di affidarsi ancora al 4-3-3. Al momento il dubbio principale nelle ultime dai campi è quello relativo alla presenza di Kolarov. Il serbo dovrebbe comunque scendere in campo, anche se non è da escludere una presenza di Santon, con il dirimpettaio Florenzi ai fianchi di Manolas e Fazio. Fuori gioco per infortunio Pastore, si va verso la conferma di Pellegrini reduce da una prova eccezionale nel derby, con compagni di reparto Nzonzi e Cristante (out De Rossi). La possibile sorpresa in avanti potrebbe essere Kluivert che con Under dovrebbe garantire assistenza a Dzeko.

Roma, attenta a Krmencik

Il Viktoria Plzeň non è una squadra da sottovalutare da parte di una Roma che parte comunque favorita. Il pericolo numero uno è il centravanti Krmencik protagonista con una doppietta nel pareggio contro il CSKA Mosca e inserito anche nel Team of the Week della prima giornata di Champions. Attenzione anche al trio Ekpai, Cermak e Zeman che si muoverà alle spalle del terminale offensivo con l’obiettivo di non concedere punti di riferimento ai giallorossi

Le formazioni di Roma-Viktoria Plzeň

Roma (4-3-3): Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Lorenzo Pellegrini, Nzonzi, Cristante; Under, Dzeko, Kluivert. All. Di Francesco
Viktoria Plzen (4-2-3-1): Kozacik; Reznik, Pernica, Hejda, Limbersky; Prochazka, Hrosovsky; Ekpai, Cermak, Zeman; Krmencik. All. Vrba