Chiude lo stabilimento del caffè Hag, ennesima fabbrica spostata all’estero: 57 licenziamenti

Caffè Hag, per tutti gli italiani è stato sempre in modo di chiedere al bar Caffè decaffeinato, tutto questo grazie anche alle moltissime campagne pubblicitarie e un mirato marketing sulla qualità ed il benessere di un caffè decaffeinato. Chi di noi non ricorda la tazzina arancione con il logo dell’azienda ben stampato al centro. Ma con l’andare degli anni, anche gli altri produttori di caffè hanno iniziato a produrre il decaffeinato facendo concorrenza all’esclusiva Hag fondata nel 1905 .

Chiude la fabbrica del caffe’ Hag e Splendid. Oggi il gruppo Jde ha annunciato che dal primo gennaio 2019 chiudera’ il sito produttivo di Andezeno, vicino a Torino, con il conseguente licenziamento di tutti i 57 dipendenti. Acquistata nel 2015 dalla multinazionale, la fabbrica piemontese e’ l’unico sito in Italia dove si producono il caffe’ Hag e Spendid.

Con la cessazione delle attivita’ dal 2019, invece, la produzione verra’ trasferita in altre fabbriche europee. “Una decisione stabilita dall’alto senza la possibilita’ di discutere soluzioni alternative”, riferisce all’Adnkronos la segretaria della Uila di Torino Manuela Vendola, lamentando la perdita di “due fiori all’occhiello del mercato italiano”.

Da qui la proclamazione di due giornate di sciopero e dello stato di agitazione da parte dei sindacati Uila e Flai, i quali ritengono che la scelta di chiudere il sito di Andezeno sia “scellerata perche’ in quello stabilimento si producono due prodotti storici per il mercato italiano, il caffe’ Splendid e l’Hag, si licenziano tutti i dipendenti e si spostano le produzioni negli altri stabilimenti europei.

Si aprira’ un grosso problema per i 57 dipendenti e per un territorio che gia’ ha gravi problemi occupazionali”. Per questo motivo Flai Cgil, Uila Uil e Rsu chiedono “l’immediato ritiro dell’apertura della procedura di licenziamento collettivo” e “di riaprire un tavolo sindacale per trovare soluzioni che prevedano il mantenimento dell’occupazione”.

Un pò di curiosità sul caffè in Italia

In Italia il caffè è un prodotto consumato in grandi quantità. Nonostante la materia prima non trovi spazio e condizioni climatiche per crescere sul territorio nazionale, la forte tradizione torrefattrice ha portato il Paese ai vertici mondiali della distribuzione di caffè e della produzione di macchine da casa, da bar, fino alle vending machine. Un’indagine realizzata da Astra Ricerche a maggio 2014 ha fatto una fotografia delle abitudini di consumo del caffè da parte degli italiani dalla quale sono emersi dati interessanti. Il 96,5% degli intervistati (il cui campione corrisponde a quasi 38 milioni di individui tra i 18 e i 65 anni) ha dichiarato di consumare bevande a base di caffè o che lo contengono. Andando più nel dettaglio, la media si aggira sui 16,8 caffè a settimana con una percentuale bassa, del 15,8%, che oscilla tra 1 e 6 caffè, che cresce al 20,5% per chi assume da 7 a 13 caffè, per salire a 36,4% che oscilla tra i 14 e i 20 caffè (e questo è il comparto più consistente), dopo di che si scende 20,2% di persone che consumano dai 21 ai 34 caffè settimanali, per arrivare a una piccola fetta della torta, pari al 7%, che arriva ad assumere 35 o più caffè ogni sette giorni. In questo contesto, gli uomini sono maggiori consumatori con 17,9 caffè a settimana contro i 15,7 delle donne. Mentre per quanto riguarda la geolocalizzazione, il Centro-Sud e il Nord-Ovest hanno una media superiore a 17, mentre le altre aree non arrivano a 16 caffè.

Per quanto riguarda i luoghi di consumo, il caffè è un must prima di tutto a casa propria (89,4%), ma che a casa di amici, parenti o conoscenti (54,9%). Anche il bar fa la sua parte ovviamente, con il 77,5%, e il luogo di lavoro, che scende al 46,8%. Tengono bene il ristorante, con il 37,6%, e i distributori automatici nei luoghi pubblici con il 32%, e a seguire locali serali, pub e discoteche con il 16,5%.

È interessante analizzare i momenti di consumo. L’80% degli intervistati beve caffè la mattina appena sveglio e il 57,8% non rinuncerebbe mai alla tazzina mattutina. Anche la fascia di metà mattina è molto gettonata, con un consumo del 58,9%, valore superato solo dal caffè dopo pranzo, apprezzato dal 75,5% dei testati. Anche il pomeriggio, soprattutto sul lavoro, è un momento importante, con il 49,8% che si concede un caffè. Prima di pranzo e prima di cena le percentuali di consumo scendono sotto i dieci punti, mentre quasi il 31%

Lo beve dopo cena. C’è poi un 1,8% che in controtendenza con la funzione ener- gizzante si concede il caffè prima di andare a dormire. Ma vediamo i tipi di caffè consumati almeno una volta al mese:

Il caffè normale è scelto dal 76,2% degli intervistati ed è il preferito per il 51,2% di loro; il cappuccino lo bevono il 41,2%; il 37,4% il caffè macchiato, mentre a pari merito al 23,5% troviamo caffè ristretto e caffè latte/latte macchiato. Il caffè lungo è il più bevuto dal 20,3% e a scalare il caffè al ginseng, il marocchino (preparato con schiuma di latte e cioccolato), il caffè decaffeinato, il caffè d’orzo, il caffè corretto con aggiunta di grappa o altro alcolico e il caffè doppio.

Per quanto riguarda i metodi di preparazione preferiti e più utilizzati, gli italiani danno sempre la precedenza alla moka, scelta dal 70,7% dei soggetti e preferita dal 42% di loro. Per il 43,3% la scelta ricade sulla macchina a cialde/capsule, maggiormente apprezzata dal 22,7% degli intervistati. Il 36% fa uso della macchina per espresso manuale con il caffè macinato, mentre il 23% sceglie la macchina per espresso automatica, azionata da un pulsante. C’è anche chi si avvale del caffè solubile (il 12,4%), mentre sempre meno sono i bevitori di caffè che scelgono la caffettiera napoletana (quella che va ribaltata nel momento in cui l’acqua bolle (6,6%)il caffè all’americana influenza appena il 3,3% degli italiani, e ancora meno il caffè pronto da bere in lattina o nel brik e il caffè turco, preparato versando direttamente l’acqua bollente sul macinato. Una volta appurato che il caffè “normale” è il più diffuso (76%) e maggiormente preferito (51%), l’indagine prosegue, confermando che il caffè puro è più apprezzato dagli uomini ultra 45enni residenti al centro sud. Le donne, invece, tra i 18 e i 24 anni residenti al nord amano mischiare il caffè optando per il macchiato, il cappuccino e il marocchino. Ma il caffè è anche una bevanda che si gusta in tutti i sensi, in parti- colar modo al bar.

Il 68% dà molta importanza al gusto, ma questo è un dato abbastanza scontato; ma c’è anche un 65% che presta molta attenzione all’odore; il 34,4% al colore, e addirittura un 20,1% che è rapito dal suono della macchina durante la preparazione.

Per quanto riguarda la valenza attribuita al caffè, abbiamo prima di tutto l’effetto caricabatterie: per il 49,8% è il modo con cui inizia la giornata, e per il 40,9% è un modo per ritrovare energia, carica e voglia di fare durante la giornata. Importante è anche l’aspetto della condivisione: per il 49% è qualcosa da offrire con piacere ad altre persone; per il 31,3% è un’esperienza da condividere, mentre c’è anche un 27,3% che ammette di gradire molto quando gli viene offerta la tazzina. Il break: per il 47,6%, infatti, bere un caffè rappresenta uno dei modi migliori per fare una pausa e rilassarsi qualche minuto durante la giornata. Per il 46,2% asi tratta di un vero e proprio momento di relax e per il 41,1% è un momento dedicato a se stessi. E poi ci sono gli abitudinari: un 22,5% che lo considera qualcosa che si fa per abitudine, non sempre gustandolo appieno.