Bologna – Roma Streaming gratis Tv Live Link no Rojadirecta

Per vedere Bologna – Roma in streaming legale e gratis si ci può mettere alla ricerca dei siti delle emittenti che operano fuori dall’Italia. Come per esempio:

  1. Paesi Bassi con l’emittente Sanoma Media Netherlands;
  2. Paraguay con l’emittente Sistema Nacional De Television;
  3. Turchia con l’emittente Turkish Radio and Television Corporation;
  4. Repubblica Ceca con l’emittente Ceca Ceská Televize;
  5. Svizzera con l’emittente Schweizer Radio und Fernsehen;
  6. Slovacchia con l’emittente Slovenská Televízia;
  7. Suriname con l’emittente Surinaamse Televisie Stichting;
  8. Svezia con l’emittente Modern Times Group;
  9. Portogallo con l’emittente Rádio e Televisão de Portugal;
  10. Serbia con l’emittente Radio-televizija Srbije.

Viviamo in tempi di numeri raffinati, droni su campi di calcio, teorie e tecniche apparentemente sempre all’avanguardia. Ma a chi credesse che il caldo ha abbandonato quella scaramanzia che faceva indossare agli allenatori – perché portava bene – cappotti anche in piena estate, saremmo lontani dal raccontare la verità. Certo, non pensiamo che Eusebio Di Francesco, oggi contro il Bologna, modulerà la formazione in base ai corsi e ai ricorsi, però siamo convinti che gli farà estremamente piacere ricordare come – nelle sue prime tre stagioni italiane – Edin Dzeko abbia sempre fatto gol al Dall’Ara, anche se il bilando è di due pareggi e una sola vittoria; lo 0-3 del campionato 2016-17 (gli altri match finirono 2-2 e 1-1).

LUI E SCHICK Certo, dò non toglie che la Roma abbia estremamente necessità anche di Schick, che in precampionato era stato il migliore dei giallorossi. A chiarire il concetto, d’altra parte, è lo stesso Di Francesco. «Abbiamo bisogno di tutti – dice infatti – . Patrik poteva fare meglio come altri, non bisogna guardare solo a lui. Nei momenti difficili i ragazzi vanno sostenuti, ora c’è bisogno di sostenerlo ancora più forte. Ha grandissimi mezzi, poi certamente lui deve fare in modo di dare di più in campo.

Ha tante qualità da mettere in parata, noi abbiamo bisogno di lui perché non possiamo pensare di far leva tutto l’anno sulle spalle di Edin Dzeko». Proprio per questo è sicuro che il bosniaco non sarà titolare in una partita tra Bologna e Prosinone, mercoledì prossimo, anche perché all’orizzonte c’è il derby contro la Lazio, previsto per sabato prossimo, e tra nove giorni la delicatissima partita di Champions League in casa contro il Vikto- ria Plzen.
LA STAFFETTA Ma Di Francesco sa bene che contro il Bologna si gioca parecchio, anche se nessuno a Trigona paria di ulama spiaggia Logico, però, che qualsiasi risultato differente da una vittoria deluderebbe parecchio un ambiente che aspetta solo di risollevarsi e crede che i prossimi due appuntamenti siano quelli giusti per fare bottino pieno. Troppo ottimismo? Ovvio che è il Bologna l’avversario più temuto, ed è per questo che Dzeko oggi potrebbe essere impiegato fin dal primo minuto, per poi dare spazio a Schick a gara in corso, magari con la squadra giallorossa in vantaggio e in grado di gestire il risultato, cosa peraltro non riuscita domenica scorsa all’Olimpico contro il Chievo quando, in vantaggio di 2-0, i padroni di casa si sono fatti raggiungere.

IL CONFRONTO Logico pensare che la crisetta di Dzeko – in gol solo alla prima giornata contro il Torino e all’asciutto da quattro partite consecutive – sia tra i motivi della partenza lenta della Roma. Visti i precedenti, perciò, Bologna potrebbe essere l’occasione giusta per sbloccarsi. In ogni caso, il colloquio che Di Francesco ha avuto nei giorni scorsi con i «senatori» del gruppo (Dzeko compreso) è stato una chiamata alle armi soprattutto per i giocatori più esperti, molti dei quali al momento sembrano in difficoltà.
TURNOVER Detto che Pastore è tornato ed è pronto per giocare, Kluivert sarà all’esordio da titolare, così come Perotti tornerà agiocare dall’inizio. In regia De Rossi pare in vantaggio su Nzonzi, mentre in difesa la sorpresa potrebbe essere Marcano schierato da terzino sinistro per costruire una sorta di tre e mezzo, all’occorrenza. Ma ovviamente per prima cosa la Roma cerca gol. Toccherà a Dzeko e Schick darsi da fare.

BOLOGNA. Dopo le partite in cui poteva fare punti (uno solo in quattro gare e nessun gol segnato), ora per il Bologna arrivano quelle “ingiocabili”. Oggi c’è la Roma, mercoledì la Juventus allo Stadium. Pippo Inzaghi pensa a qualche cambiamento, in particolare Orsolini in avanti con un nuovo modulo.

Alla vigilia un migliaio di tifosi della curva ha colorato Casteldebole di rossoblù, a sostegno di una squadra in balìa dei marosi. Inzaghi introduce così la sfida del Dall’Ara: «La Roma per valori tecnici è fuori dalla nostra portata. Dobbiamo fare la classica partita perfetta, sperando che loro non siano nelle migliori condizioni. Vogliamo ritrovare il fattore campo: è diventato troppo facile vincere a Bologna».

ROMA Dall’esclusione dai convocati di Karsdorp (ufficialmente per scelta tecnica che però non nasconde la discussione tra l’olandese e Di Francesco per la tribuna di Madrid) al colloquio tra il tecnico e i senatori di giovedì, che avrebbe voluto tenere segreto, la vigilia di Di Francesco non è delle più serene. E poco importa che davanti ci sia il Bologna, a zero sia nella casella dei punti che dei gol segnati: «Tocco ferro – replica il tecnico quando gli ricordano i numeri dei rossoblù -.

Deve scattarci qualcosa, questa squadra deve ritrovare il prima possibile il fuoco dentro. Lo scorso anno c’era una grande compattezza e la sensazione adesso è che sia venuta meno. Corriamo poco? Può sembrare ma non è così. Magari si corre male o in maniera poco costruttiva ma fisicamente ci siamo. La testa? Si può e si deve allenare». In tal senso in settimana ha parlato con il gruppo, per poi intrattenersi anche in una riunione privata con i senatori dello spogliatoio. Il fatto che la notizia sia trapelata, lo ha indispettito e pur non smentendola prova ad attenuarne il significato: «Sapete della riunione che ho fatto con i senatori, hanno però sbagliato i nomi…

Siccome poi si vengono a sapere delle cose… Io parlo comunque con tutti, con la squadra, poi parlo un po’ di più con qualcuno». La squadra è con lui ma il nervosismo che si respira dentro e fuori Trigoria lo induce ad alzare il muro: «Quello che faccio lo faccio sempre per il bene della Roma. E’ un messaggio che voglio mandare a chi critica. Accetto l’ironia, non chi offende. Sono molto arrabbiato».

Adesso è arrivato davvero il suo momento. Perché poi l’assaggio di mercoledì scorso in quel di Madrid, in Champions, è stato appena un mini-rodaggio, tra l’altro neanche andato poi così bene. Domani, però, a Bologna inizierà davvero la stagione di Diego Perotti, rimasto finora un po’ai margini della Roma e pronto alla sua prima da titolare. Diego ha regolato i giri per un po’, ha messo definitivamente da parte la fastidiosa distorsione alla caviglia sinistra che l’ha tenuto fuori quasi per tre settimane ed è anche pronto a riprendersi il ruolo che gli compete: da protagonista, perché poi così vuole anche Di Francesco, che sa che l’unico giocatore d’attacco con cene caratteristiche è proprio lui. Bravo nello stretto, maestro nell’uno contro uno, perfetto per creare la superiorità numerica in partite bloccate, dove gli spazi sono spesso ridotti all’osso.

L’ATTESA «Sicuramente ci aspettavamo a questo punto della stagione di avere più punti e avere anche un gioco migliore – ha detto ieri Perotti a Sky Sport – Ma se c’è la possibilità di trovare qualcosa di buono in questa partenza è il fatto che siamo consapevoli che c’è ancora del tempo per migliorare». Già, è vero. Siamo solo alla quinta giornata, c’è ancora quasi tutto un campionato per rimettere le cose a posto. Ma è anche vero che la Roma deve fare in fretta, a partire proprio dalla trasferta di Bologna, dove servirà assolutamente  tornare a casa con una vittoria rassicurante prima del doppio passaggio Frosinone-Lazio. «t vero, già da domani dobbiamo ritrovare la vittoria e con essa anche noi stessi – continua l’esterno argentino – Non abbiamo una risposta a un momento così. Abbiamo provato a modificare qualcosa, ma poi non è solo un fattore che influisce, ma tanti su cui possiamo migliorare. Di certo c’è che ci siamo allenati tanto, le vittorie non possono che arrivare».

LA DIFESA Poi Perotti si landa in difesa di Di Francesco, tra i principali imputati dell’attuale momento della Roma. Ma non è una difesa di opportunismo, più che altro di riconoscenza. Perché Diego è rimasto a Roma proprio perché due estati fa è arrivato Di Francesco al posto di Spallerai e perché con l’attuale tecnico sia sempre avuto un rapporto schietto, seppur negli ultimi tempi girino voci di presunti litigi. Perotti va oltre, senza problema alcuno: «Siamo noi a scendere in campo, è li che dobbiamo dare la risposta e fare ciò che proviamo in settimana. Nel calcio si sa, la risposta più facile è sempre quella di dare la colpa al mister e mandarlo via, perché poi non si possono cacciare 25 calciatori. Ma non è giusto. Lo scorso anno siamo arrivati alla semifinale di Champions con questo allenatore e con quasi la stessa rosa, non è possibile essere così diversi in soli 2-3 mesi. Non è possibile essere diventati la squadra peggiore dopo essere stata la migliore. Il rapporto con lo staff è lo stesso, come la voglia di far bene». Ed allora serve il campo, appunto, t lì che la L Roma ha bisogno di risposte.