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Sentire la fiducia del tecnico equivale ad avere uno stimolo in più in partita. Se poi l’allenatore non nasconde di puntare su di te per risolvere la pratica Frosinone, allora vuol dire che ti è stato servito un assist fantastico, adesso devi soltanto spingere il pallone in rete. Ed è quello che cercherà di fare stasera Paulo Dybala, al quale ieri in conferenza stampa Massimiliano Allegri ha riservato parole al miele.

«E’ un giocatore talmente importante e soprattutto ha i gol nelle gambe, quindi va sfruttato al meglio». Non c’è che dire, finora il tecnico bianconero è riuscito a gestire al meglio i suoi campioni: nonostante l’attaccante argentino non abbia avuto molto spazio, appena due partite da titolare e tre in totale, Allegri sa toccare i tasti giusti per responsabilizzarlo e caricarlo al massimo. «Dybala ha disputato una bella partita con il Sassuolo, poi mercoledì ho fatto una scelta. L’infortunio di Khedira e il rosso a Ronaldo mi hanno costretto a cambiare strategia» dice per giustificare il mancato ingresso della Joya in Champions.

Se poi Allegri si spinge così nel parlare di Dybala, dopo che nelle passate settimane aveva detto che doveva ritrovare la migliore condizione, vuol dire che in allenamento lo ha visto in grande spolvero. E sulla posizione che può tenere in campo, dopo che contro il Sassuolo ha giocato da trequartista, il tecnico non si formalizza. «Si può rivedere in quel ruolo o come centravanti. Già due anni fa abbiamo già giocato con Paulo centravanti e due esterni più offensivi, perché lui non è un centravanti vero, non sta a sgomitare dentro l’area, è un giocatore tecnico che fa giocare molto bene alla squadra ma la devo sistemare per lui perché in area bisogna andare se no non si fanno i gol».

Sarà l’occasione per Dybala di affinare l’intesa con Cristiano Ronaldo: le aspettative sono altissime contro il Frosinone ultimo in classifica, anche se Allegri si traveste da pompiere nel tentativo di calmare l’euforia generale per l’esordio vincente in Champions. «Troppa energia positiva e troppo entusiasmo abbassano l’attenzione.

Mercoledì i ragazzi hanno fatto una bella partita, ma deve essere la normalità. Quindi voltiamo pagina e prendiamoci i tre punti, da lì non si scappa». Insomma, l’impresa eroica in terra di Spagna non deve essere l’eccezione, ma deve diventare una consuetudine se vuoi avere lo status di big. Allegri deve poi fare i conti con le energie fisiche e mentali che la Juventus ha speso a Valencia, considerando che ha giocato un’ora con l’uomo in meno, nella scelta della formazione e del tunover. «Devo capire come sta Bernardeschi, però poi ci sono i cambi. La partita dura 95 minuti e devo avere gli uomini anche in funzione di quello che può essere l’andamento della partita. Matuidi e Mandzukic, sono arrivati per ultimi e mentalmente hanno più bisogno di riposare. Devo essere fortunato a capire quando è il momento di toglierli. Pjanic, Bentancur ed Emre Can possono giocare insieme».

Massimiliano Allegri mette la parola fine alla vicenda che ha coinvolto Douglas Costa, lo sputo a Federico Di Francesco, la squalifica di quattro giornate e la pesante sanzione pecuniaria che gli ha inflitto la Juventus. «Da noi ha pagato la multa, è stato penalizzato, ha capito l’errore immediatamente dopo la partita e quindi ora basta».

Il tecnico vuole allontanare le speculazioni intorno al brasiliano per un gesto incomprensibile, tanto più da un giocatore pacato come lui, che in carriera aveva rimediato soltanto un cartellino rosso, non diretto ma per doppia ammonizione, nel 2009 ai tempi del Gremio. E sulla scelta del ct verdeoro Tite, che non lo ha convocato per la doppia amichevole del Brasile perché infortunato ma anche per la sua indisciplina, usando parole dure nei confronti del giocatore, Allegri taglia corto.

«Tanto non ci poteva andare perché infortunato, Tite ha scelto di non convocarlo, punto. Ora, tra infortunio e squalifica lo rivedremo dopo la sosta. Senza l’infortunio avrebbe giocato al massimo in Champions contro lo Young Boys». Sull’espisodio di domenica scorsa è ritornato pure Di Francesco jr anche se si era ripromesso di non parlarne più. «Cosa gli ho detto? Sono cose di campo: non è che io discuto con una persona dicendogli “Scusi signor Costa”, è normale che ci sia una parolaccia, ma devo morire oggi se ho detto una frase razzista, non l’ho fatto. Mi è spiaciuto che sui social siano girate frasi false perché attaccavano la mia persona e sono lontane dai miei insegnamenti. Non ho bisogno di farmi pubblicità, voglio solo rispondere sul campo, lavorare e lasciarmi indietro questo capitolo».

La visione pragmatica del calcio: docente Massimiliano Allegri. Tanto più se, complice un calendario che sulla carta in avvio non riserva difficoltà particolari alla sua Juventus (Napoli a parte), è il caso di accumulare vittorie in serie. Perché negli scontri diretti – è noto – tutto può accadere, mentre nelle altre sfide la possibilità di indirizzarle nella direzione giusta è propria dei fuoriclasse. E la rosa bianconera ne possiede in abbondanza. Ecco perché quando il tecnico tetracampione d’Italia descrive il Frosinone come «una squadra che cercherà l’impresa della vita» non ha torto. Succede nelle piazze storicamente antijuventine, ma anche in tutte quelle realtà in cui l’arrivo dei bianconeri non è esattamente un’abitudine consolidata.

«E noi non dobbiamo abbassare l’attenzione», avvisa l’allenatore. Vietato sottostimare l’entusiasmo dei giallazzurri, proibito pensare che possa bastare una Juve sufficiente per vincere in scioltezza. Sono quelle serate in cui al gap tecnico l’avversario risponde con una grinta mai vista prima.

Vista dal fronte bianconero, è chiaro quanto sia fondamentale conquistare i tre punti in simili condizioni. E’ qui che passano gli scudetti: a Frosinone, ma anche contro il Bologna mercoledì allo Stadium. Quindi, dopo Juve-Napoli di sabato, ecco gli Young Boys svizzeri per proseguire il cammino in Champions a punteggio pieno e la trasferta di Udine per poi passare una sosta serena. E’ ciò che chiede Max: di solito i suoi lo accontentano. E se la Juve fa la Juve, a fine stagione è baldoria.

La sfida di oggi tra la Juventus di sua maestà Cristiano Ronaldo e il neopromosso Frosinone, in programma allo stadio Benito Stirpe, finisce in un certo senso per sintetizzare quanto il club bianconero e il suo nuovo giocatore simbolo siano su un altro pianeta rispetto a buona parte della galassia Italia. E fermo restando, ovviamente, il principio per il quale anche i Davide sono in grado di battere i Golia, resta comunque il fatto che il confronto da vigilia è impari. Esacerbato appunto, quest’anno, dall’effetto CR7.

Emblematiche sono le riflessioni legate ai conti in banca, ovviamente: Cristiano Ronaldo, novello Paperon de’ Paperoni bianconero, percepisce annualmente 31 milioni di euro netti (per quattro stagioni). Vale a dire 39 volte tanto rispetto a Joel Campbel (leader, con 850mila euro a stagione, della classifica dei più pagati tra i canarini) e quasi 3 volte tanto rispetto alla somma di tutti gli ingaggi dei calciatori del Frosinone. C’è poi il non trascurabile dettaglio che il fatturato della “azienda Ronaldo” arriva a sfiorare quota 90 milioni di euro all’anno considerando le varie sponsorizzazioni.

Giustamente, però, come sul fatto che i soldi diano la felicità si può obiettare sul fatto che il conto in banca garantisca prestazioni super. Ma anche in questo caso i numeri sono impietosi. Se passiamo dalle considerazioni economiche a quelle prettamente sportive, gli squilibri non cambiano. Un dato su tutti? Quello dei gol.

In queste prime quattro giornate di campionato il Frosinone non è ancora riuscito a segnare, mentre Ronaldo (che pure è lontano dalle solite medie realizzative) è già a quota due. Se ampliamo il raggio d’azione alle ultime dieci stagioni (che il Frosinone peraltro ha vissuto tra Serie A, B e Lega Pro), la situazione non cambia. E c’è da restare di stucco. Cistiano Ronaldo da solo (al netto delle partite giocate in Nazionale) ha realizzato più gol del Frosinone per intero: 452 marcature per il portoghese contro 444. Niente male, no? Un solo giocatore, contro un intero organico.

Un solo giocatore, peraltro, che questa sera ha tutte le intenzioni di alzare notevolmente la media e riscattare l’amara delusione figlia dell’incredibile e inconcepibile espulsione subita mercoledì scorso contro il Valencia (a proposito: giovedì prossimo la sentenza circa la squalifica, che dovrebbe essere di un solo turno). «A Frosinone, Ronaldo farà un’ottima prestazione così come ha fatto nella mezz’ora in Champions – ha spiegato MassimilianoAllegri -.

Le aspettative su di lui sono sempre altissime, ma lui non deve dimostrare niente. Deve continuare solo a giocare, divertirsi e continuare a fare quello che ha sempre fatto: gol. Ha già dimostrato tanto in carriera, lui è molto esigente con se stesso e pretende molto, ecco perché dico che farà un’altra grande prestazione. Ciò che è successo mercoledì è una cosa già passata». E ancora, il tecnico bianconero: «Non è che la squadra dipende da Cristiano Ronaldo, ma indubbiamente Ronaldo è il più forte al mondo assieme a Messi e quindi per noi rappresenta un valore aggiunto. Finora ha fatto due gol ma ha tirato tantissimo in porta e ha avuto tante occasioni».

Nelle prime quattro uscite di questo campionato non ha ancora trovato la via della rete ma alla Juventus ha segnato due anni fa: Stipe Perica, arrivato in estate a Frosinone con la formula del prestito secco dall’Udinese, si è tolto la soddisfazione di perforare la difesa dei campioni d’Italia il 22 ottobre 2017. Gol reso vano dalla roboante rimonta juventina (2-6 il finale a Udine) ma all’attaccante croato è rimasto quel retrogusto dolce di aver segnato una rete ad una leggenda come Gigi Buffon.

 Ora il numero undici del Frosinone conta di ripetersi e magari di uscire dal campo con un risultato positivo per la sua squadra. Non sarà semplice sia per l’indiscusso valore dell’avversario sia per le prime prestazioni fornite da Perica con la maglia dei ciociari: il croato è rimasto in campo 90′ solo contro il Bologna mentre nelle altre tre uscite è stato sempre sostituito. Nessuna bocciatura, ma il rendimento deve migliorare al più presto. Altrimenti la panchina incombe.

Un dato eloquente deriva dall’ultima partita dove, al di là del risultato, il Frosinone ha evidenziato lacune in ogni reparto, compreso quello offensivo. Non è un caso, infatti, se le occasioni più pericolose sono arrivate sugli sviluppi di calci da fermo con due difensori, Brighenti e Salamon, chiamati a spaventare la Sampdoria di Giampaolo. Per Perica, invece, solamente una conclusione verso la porta avversaria difesa da Audero e un 28,6 % di passaggi andati a buon fine, troppo poco per dare un contributo soddisfacente alla squadra di Moreno Longo. Ma quanto a impegno non si può rimproverare nulla al classe ’95 cresciuto nelle giovanili dello Zadar: corsa, pressing e voglia di aiutare i compagni sono caratteristiche mai venute meno durante le prime quattro uscite stagionali.

E c’è da scommettere che al più presto arriverà anche il gol per un attaccante che durante la presentazione ufficiale a Frosinone ha sottolineato di aver rifiutato tante offerte, anche dalla Bundesliga, per arrivare in un club serio e con un progetto importante. Un ragazzo umile Perica che, nella stessa occasione, sottolineò: «Non prometto gol, non mi piace parlare di numeri. Sicuramente darò il 100 per cento in ogni partita per dimostrare di poter essere un calciatore importante in Serie A». Insomma la voglia di fare non manca, ora Stipe Perica ha solo bisogno di una rete per sbloccarsi e correre per la prima volta sotto i suoi tifosi.

Rinunciare a Mario Mandzukic è sempre difficile e Massimiliano Allegri anche stavolta sembra intenzionato a far slittare il turno di riposo del croato. La decisione verrà presa in extremis, ma salvo cambi di programma Super Mario sarà il partner d’attacco di Cristiano Ronaldo con Paulo Dybala in partenza qualche metro più indietro. Il primo a essere contento sarà proprio CR7: il Pallone d’Oro ha già compreso i benefici nell’avere al proprio fianco un guerriero come Mandzukic.

Rispetto alla vittoria in dieci contro di undici di Valencia, qualche cambio comunque ci sarà. Allegri per la partita di stasera contro il Frosinone un po’ per scelta (far sentire tutti protagonisti) e un po’ per necessità (assenti tra infortuni e squalifiche Barzagli, De Sciglio, Douglas Costa, Khedira e Spinazzola) è orientato a ruotare almeno 4-5 elementi. A rifiatare, per esempio, potrebbe essere lo stakanovista Blaise Matuidi, reduce oltretutto da un’estate dispendiosa a causa della trionfale cavalcata mondiale. Così, visto l’infortunio di Khedira, la tentazione per Frosinone è quella di lanciare dal primo minuto Rodrigo Bentancur. Per il 21enne uruguaiano, fin qui impiegato soltanto in due spezzoni (20 minuti tra Lazio e Sassuolo), potrebbe essere l’esordio da titolare. «Emre Can, Pjanic e Bentancur possono giocare assieme», ha spiegato Allegri in conferenza stampa. L’ex Boca Juniors dovrebbe essere impiegato da mezzala box to box, un po’ come gli succede in Nazionale con il bosniaco in regia e l’ex Liverpool mezzala destra al posto di Khedira. Questo trio è molto più che un’idea, ma c’è anche un piano B: un centrocampista in meno (Bentancur o Emre Can) e passaggio al 4-2-3-1.

In porta toccherà ancora Wojciech Szczesny (Perin sarà titolare mercoledì nella gara casalinga contro il Bologna), mentre in difesa continua il turnover: se contro il Sassuolo era stato Giorgio Chiellini a rifiatare, oggi il turno di riposo dovrebbe toccare a Leonardo Bonucci, che fin qui non ha saltato nemmeno un minuto tra serie A e Champions League. A meno di un passaggio alla difesa a tre, che resta una possibilità, Daniele Rugani e Medhi Benatia si contendono il posto accanto a Chiellini. L’azzurro, entrato in campo per la prima volta in questa stagione nel finale del Mestalla, è dato in vantaggio sul marocchino. Sulle fasce i maggior indiziati sono Juan Cuadrado a destra e Alex Sandro a sinistra. A prescindere dagli uomini, ieri Allegri ha inviato un messaggio a tutti i difensori: «I terzini devono imparare ad accorciare meglio e non farsi saltare, contro il Valencia abbiamo subito troppi cross. E quando gli avversari fanno troppi cross può anche succedere che al difensore una volta scappi l’uomo».