Dieta che riduce l’infiammazione per il benessere e la forma fisica

Il problema dell’obesità riguarda oggi tutto il mondo civilizzato. Viene però fatto credere che chi ha il diabete o colesterolemia, se facesse più esercizio fisico guarirebbe. ma si tratta di un messaggio sbagliato, le patologie metaboliche sono un fenomeno molto complicato da capire e guarire: non si tratta solo di fare più movimento! Obesità e infiammazione corporea sono già predisposte geneticamente e possono essere regolate e guidate in modo molto efficace attraverso una strategia alimentare.

La globalizzazione alimentare è una delle principali cause di questo stato di cose. Gli Stati Uniti sono il maggiore produttore di carboidrati e oli vegetali di sintesi del mondo. Grassi e carboidrati quando vengono abbinati nella dieta creano disastri immani, sono una vera e propria bomba metabolica. L’epidemia infiammatoria e di eccesso di peso (Sears la paragona ad un vero e proprio “cancro”) è ormai diffusa in tutto il mondo e minaccia tutti i sistemi sanitari che rischiano la bancarotta.

Le persone devono imparare ad attuare una dieta antinfiammatoria come la Zona, che è garanzia di strategia alimentare efficace antinfiammatoria (validata scientificamente, tra le altre, anche dall’Università di Harvard).

In genere si considera il grasso come pericoloso, ma si deve distinguere appunto il tipo di grasso. Se gli adipociti non riescono a svolgere la loro funzione al meglio, il grasso cattivo intacca l’intero organismo minando la salute dell’organismo. È l’infiammazione che danneggia gli adipociti, la ripartizione calorica della Zona è, già di per sé, disinfiammante.

LA TRAPPOLA DEL GRASSO CATTIVO

Gli alimenti producono, come è noto, energia, cioè ATP. Ma l’organismo non accetta qualunque quantità di zucchero, perché non riesce più a metabolizzarlo. L’insulina è un sistema di difesa dell’organismo dagli t zuccheri. Agisce veicolandoli al cervello, al ‘ fegato, ai muscoli e negli adipociti (nei quali ne è veicolata la quasi totalità). Ma l’insulina ha anche la funzione di trattenere il grasso negli adipociti, è in questo modo che viene non solo innescato il fenomeno negativo del sovrappeso ma anche lo stimolo della fame viene aumentato nel tentativo di assumere più carboidrati.

È evidente che si deve modificare l’alimentazione facendo attenzione alla qualità delle calorie ingerite. La strategia ^ alimentare a basso carico glicemico, scandita dalla ripartizione di macronutrienti: 40-30-30, è in grado di rompere la trappola del grasso cattivo.

Sono i grassi omega 3 a catena lunga (che si trovano solo nei pesci grassi o come supplemento).

Da notare che i pesci non fabbricano gli omega 3 ma devono ingerirlo dalle alghe e da altri composti. Per i pesci gli omega 3 hanno valore di fluido anticongelante, quindi i pesci ricchi di omega devono vivere in climi freddi ad alta profondità (ciò avviene in pesci selvaggi), a temperature più miti e in caso di allevamento, il contenuto di grassi omega 3 è di molto inferiore. In Italia abbiamo la fortuna di poter disporre del pesce azzurro che si trova in buona quantità e a costo contenuto.

Gli omega 3 sono grassi molto positivi per l’organismo ma solo se apportati nel loro dosaggio ottimale. Per poter svolgere un’azione antinfiammatoria devono essere assunti nelle quantità opportune. Combinando la dieta a Zona con gli omega 3 si ha il massimo per promuovere una vita sana ed attiva.

Purtroppo il consumo di omega 3 si sta riducendo in tutto il mondo, questo perché il pesce è contaminato, oltre ad essere un alimento molto costoso.

Contemporaneamente aumenta il livello dei grassi omega 6 (da oli vegetali raffinati) con l’esplosione di patologie debilitanti, oggi visibile a tutti. È per questo che sono consigliabili elevati livelli di omega 3.

Per questo motivo l’integrazione è utile e spesso costituisce la sola via certa per assumere elevate quantità di grassi omega 3.

Ci vuole il grasso per bruciare il grasso corporeo, ma questo grasso fornito deve essere di tipo omega 3. È il caso di Emanuel Uribe, l’uomo più grasso del mondo con 560 kg seguito con la dieta a Zona e alti dosaggi di omega 3. Dopo soli tre giorni dall’Inizio della dieta è scomparsa l’eterna sensazione di fame che sempre prova Uribe, di conseguenza si è ridotto automaticamente l’introito calorico senza nessun altro intervento (farmacologico e di tipo chirurgico ostruttivo). Negli ultimi 3 anni ha perso circa 250 chili. Uribe ha ancora tre-quattro anni per arrivare all’obiettivo finale di 120 kg. Ma anche ora che è molto lontano da una condizione di peso accettabile, è dal punto di vista clinico, uno degli uomini più sani del Messico, avendo valori ematici, pressione sanguigna, battito cardiaco e livello di colesterolo praticamente nella norma.

È noto come una dieta ricca di proteine abbia un maggior potere saziante di una ricca in carboidrati semplici. Una volta che l’organismo si è tarato sulla ripartizione calorica indicata dalla dieta a Zona, il meccanismo si stabilizza automaticamente e l’organismo tende a richiedere sempre quantità molto vicine alla ripartizione a Zona (40-30-30).

PROTEINE DI SOIA E SENSO DI SAZIETÀ

Forniscono un senso di sazietà similare a quelle del latte, paragonate alla carne, le proteine della soia danno un maggior senso di sazietà. Le proteine della soia possono anche essere lavorate per essere desaturizzate e quindi rese non nocive. Si tratta di proteine eccellenti, di alta qualità (ottimo profilo aminoacidico) prive di grassi tossici.

PESO CORPOREO, SALUTE E LIVELLO DI INFIAMMAZIONE

Un peso forma non necessariamente è testimone di una buona salute. Un’alimentazione sbagliata, anche se in alcuni soggetti non provoca necessariamente un aumento di peso, provoca comunque un’elevata infiammazione deM’organismo, con uno stato di benessere minimo. Il parametro fondamentale per la strategia a Zona non è mai il peso ma il livello di infiammazione deM’organismo. Il controllo deM’infiammazione negli individui sarà la mission della medicina di questo secolo.

ZONA E REGIME VEGETARIANO

Vegetariani e vegani possono seguire facilmente la filosofia a Zona. Si deve sapere, però, che la qualità delle fonti proteiche è generalmente troppo bassa per poter indurre un profilo ormonale sufficientemente buono. Quindi è consigliabile integrare questo tipo di alimentazione con proteine della soia (indispensabili nella dieta vegana).

La dieta a Zona rappresenta una strategia alimentare dedicata al benessere per una larga fascia di popolazione italiana (diabetici inclusi). Il problema è che si tratta di quella fascia di persone sedentarie e non attive. Una volta applica nello sport, sia amatoriale che professionistico, la dieta a Zona denuncia i suoi limiti che sono essenzialmente:

Insufficiente apporto di carboidrati negli sport prettamente d’endurance (nel ciclismo, ad esempio, è molto difficile mantenere performance elevate e massimali sotto il 50-55% di carboidrati).

P Eccessivo consumo di soia, se è vero che le popolazioni asiatiche non evidenziano particolari problemi con questo alimento, è pur vero che non sono poche le ricerche e gli studi che mettono in guardia dall’utilizzo costante e massivo di questo alimento (ricco in fitoestrogeni). NOTA: infatti in conferenza stampa l’argomento “soia”

è stato trattato con malcelato imbarazzo dal mondo scientifico italiano presente alla conferenza.

Un elevato dosaggio di omega 3 interagisce in modo negativo sul livello degli antiossidanti corporei (ragione per cui si rende necessaria una supplementazione con olio di oliva e un mix vitaminico ad elevato profilo antiossidante). Un eccesso di omega 3 riduce l’aggressività(2) (fenomeno indesiderato negli sport da ring e da combattimento in generale).Gli eicosanoidi buoni (definiti da Sears “i fantasmi del mondo degli ormoni”) inibiscono la produzione di insulina a livello del pancreas , dunque attenzione ai soggetti diabetici.

QUALCHE TRUCCO PER DIFENDERSI DAL GUSTO E RETROGUSTO DEGLI OMEGA 3:

Se avete problemi con il sapore di pesce proprio degli omega 3, provate a succhiare, prima dell’assunzione degli omega 3, uno spicchio di agrume (limone, arancia, pompelmo). Per diminuire invece il fenomeno del retrogusto (il ritorno del sapore) provate a solubilizzare gli omega 3 con un po’ di latte, abbinamento che esalta anche il potere aggregante dei due composti. Se il problema persiste, assumeteli prima di andare a dormire!