Pensioni, i conti dell’Inps e le stime: quanto prenderemo dopo 40 anni di lavoro

Polveriera sociale per i giovani. E allo stesso tempo privilegio insostenibile per altre categorie, come i cosiddetti baby pensionati che sono circa mezzo milione, costano 9 miliardi l’anno e in molti casi ricevono l’assegno da 38 anni, dopo averne lavorato solo 15. È il bilancio delle pensioni in Italia, sempre in rosso, con tante domande e poche risposte incerte: i trentenni e i quarantenni di oggi che pensione incasseranno quando di anni ne avranno 67? I ventenni l’avranno mai una pensione?

I 30 e i quarantenni di oggi che pensione incasseranno quando di anni ne avranno 67. Abbiamo guardato dentro i conti dell’Inps: nel 2017 ha incassato di contributi 227 miliardi, nel 2018 prenderà 265 per pagare i 13,5 milioni di pensionati, i 38 che mancano sono le agevolazioni di sostegno al reddito e ci rimette lo stato.

Le pensioni? Una disgrazia vera e propria molti ragazzi e, viceversa, una vera ricchezza per certe categorie (per esempio i baby pensionati fanno spendere al paese 9 miliardi l’anno e in molti casi ricevono l’assegno da 38 anni, dopo averne lavorato solo 15).Tutto questo aumenta ancora il divari fra cittadini di serie A e serie B, mentre pian piano ” vengono fuori anche quelli di serie C, i ragazzi di oggi”.

Aspettando che le cose si facciano più chiare, i tempi e i costi della riforma promessa dal governo Lega-M5s, il Corriere della Sera fa vedere un rapporto delle pensioni in Italia. E’ un bilancio negativo, scrivono Milena Gabanelli e Massimo Sideri: i trentenni e i quarantenni di oggi che pensione incasseranno quando di anni ne avranno 67? I ventenni l’avranno mai una pensione?

Pensioni, i numeri dell’Inps e le stime: quanto prenderemo dopo 40 anni di lavoro

Un caso pratico: un docente di scuola media dopo 40 anni di lavoro oggi va in pensione con 1.550 euro al mese, perché usufruisce ancora del sistema retributivo. Nel 2036 lo stesso insegnante quanto incasserà? Secondo la proiezione Inps (che tiene conto della rivalutazione dello stipendio negli anni), se ha avuto la fortuna di avere un posto fisso a 27 anni, andrà in pensione con 1.200 euro con il regime contributivo. E i giovani? Oggi 3 milioni e mezzo di giovani dai 35 anni in giù hanno un lavoro a tempo determinato, atipico, precario.

Dovranno farsi una pensione integrativa se non vogliono rischiare l’indigenza, ma possono affrontarla con uno stipendio che spesso non supera i 900 euro al mese? Qualcuno ci sta pensando?

Intanto, si continua ad attendere che la maggioranza trovi una linea comune sui prossimi interventi pensionistici da attuare con la legge di bilancio 2019. “La manovra 2019 sarà decisiva per il tema pensioni, da sempre una polveriera sociale che, in particolare, a causa della Riforma Fornero ha messo in ginocchio i giovani, osteggiando, di fatto, il loro ingresso nel mondo del lavoro. Per questo deve essere modificata. Intanto, il bilancio delle pensioni è in rosso, quindi chiediamo al Governo di essere convocati al più presto per avere maggiori delucidazioni sui fondi da destinare alle due eventuali manovre: Quota 100 e Quota 41”. Lo ha dichiarato in una nota Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alle pensioni. “È fondamentale il ricambio generazionale che, al momento, è bloccato, per cui è opportuno che un lavoratore dopo 41 anni di servizio vada meritatamente a casa. Si continui, dunque, in tal senso con l’obiettivo di liberare posti per le nuove generazioni”.