Calvizia, nuova tecnica made in Italy per fermare la caduta dei capelli

Da sempre si è cercato di combattere la calvizia, uno dei problemi ancora piuttosto irrisolti della medicina moderna. Non si tratta sicuramente di un problema di salute grave, ma comunque per chi soffre di calvizia sicuramente questa è una condizione che desta malumore e dunque riuscire a trovare una terapia efficace contro la caduta dei capelli, Sarebbe sicuramente una grande conquista. Soltanto in Europa pare che a beneficiare di questa prima terapia contro la calvizia, Sarebbero circa 30 milioni di persone. Nonostante da tanti anni si combatte per giungere ad una terapia efficace,  soltanto oggi possiamo dire che la ricerca ha fatto un passo in avanti piuttosto importante. Una grande notizia nonchè  un grande passo in avanti nella ricerca sembra essere stato fatto proprio in Italia e più nello specifico dall’Idi di Roma, che ha messo a punto una tecnica contro la calvizia che sembra garantire una ricrescita piuttosto sorprendente dei capelli in oltre il 50% dei pazienti.

Stando a quanto riferito, sembra che non si tratti di una pillola magica ma più che altro di una procedura più complessa ed anche costosa. Lo studio di cui stiamo parlando, è stato pubblicato anche sulla rivista dermatologique sorgeri e si baserebbe su quella che è stata definita trasfusione autologa di plasma arricchito. Questa nuova procedura, dunque, consisterebbe in un prelievo di sangue del paziente che viene trattato poi in modo da poter eliminare i globuli rossi ed arricchire la concentrazione di altri tipi di componenti come leucociti, piastrine, proteine e più nello specifico di citochine e fibrina. Questo tipo di ricerca risulta essere la più importante per numero di pazienti mai realizzata e nello specifico sono stati studiati circa 168 persone di cui 102 uomini e 66 donne che perdevano i capelli per Alopecia androgenetica e sono stati seguiti per circa 3 anni.

I soggetti in questione avevano un’età media di 28 anni per gli uomini e 36 per le donne. Poi un altro gruppo di controllo con pazienti che non sono stati sottoposti alla terapia, è stato seguito per lo stesso periodo dei ricercatori che hanno verificato comunque un peggioramento. Stando a quanto riferito da Giovanni Schiavone, ovvero il primo autore dello studio nonché responsabile dell’Unità di medicina rigenerativa del idi di Roma, sembrerebbe che un possibile campo di applicazione di questa nuova tecnica, potrebbe riguardare i pazienti che hanno perso i capelli a causa della chemioterapia.

Come abbiamo visto, dunque, il meccanismo sarebbe un po’ complesso ma niente di impossibile. Si procederebbe con prelevare del sangue al paziente, ed il plasma ricco di piastrine e globuli bianchi e fibrina verrebbe separato dal retto attraverso l’utilizzo del emoconcentratore. Questa terapia potrebbe essere utilizzata più volte e sembra che non abbia alcun tipo di effetto collaterale, Se non Gonfiore e bruciore in alcuni casi.